(RV) Il dispotismo del relativismo nell’amministrazione Obama

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29/03/2009 15.30.38 – Radio Vaticana



Usa. I vescovi a Obama: dispotismo il no all’obiezione di coscienza Abbiamo bisogno di regole legislative per garantire la libertà di coscienza e di religione”. È il nuovo appello dei vescovi degli Stati Uniti al presidente Barak Obama affinchè non abroghi la legislazione sull’obiezione di coscienza del personale sanitario. ”Il rispetto di tali principi, ha detto il cardinale Francis Eugene George, presidente della Conferenza episcopale Usa – è necessario al fine di evitare ogni forma di oppressione”. Dunque un nuovo confronto tra l’episcopato cattolico statunitense e la Casa Bianca. Dopo lo sblocco dei fondi pubblici per la ricerca sulle cellule staminali embrionali infatti e il ripristino dei finanziamenti alle Ong che praticano e promuovono l’aborto all’estero, l’amministrazione statunitense si prepara ora ad abrogare le norme sull’obiezione di coscienza del personale sanitario, che consentono a medici e infermieri di rifiutare di praticare interruzioni di gravidanza e altre procedure contrarie a principi etici. Da qui la ferma opposizione del mondo cattolico statunitense: "Bisogna evitare – ha detto il cardinale George – che si slitti dalla democrazia al dispotismo". Nel messaggio che il porporato aveva inviato il 16 marzo scorso, e rilanciato ieri dall’Osservatore Romano, sottolinea che ”il rispetto per la coscienza dell’individuo e per la libertà religiosa” sono principi irrinunciabili e rappresentano un terreno comune condiviso da tutti in quanto cittadini americani. Rimarcando la necessità di regole legislative per garantire la libertà di coscienza e di religione e la protezione attraverso tali regole di diritti umani, mons. William Francis Murphy, vescovo di Rockville Centre e presidente del Comitato per la giustizia interna e lo sviluppo umano dell’episcopato ha poi dichiarato: "Se i diritti di una singola persona possono essere abrogati, anche i diritti di ognuno di noi potrebbero essere in pericolo”. Inequivocabili anche le dichiarazioni dell’arcivescovo di Washington, mons. Donald William Wuerl, secondo cui se venissero abrogate le regole che proteggono il diritto all’obiezione di coscienza anche ”medici e infermieri cattolici potrebbero essere convocati a partecipare a interventi a carattere abortivo”. (A cura di Cecilia Seppia)