PiùVoce.net 25 Agosto 2009
Anche ad agosto l`oncologo ci intrattiene con riflessioni su fecondazione e clonazione
FANTASIOSO NEOFEMMINISMO DELL`ESTATE DI VERONESI Gli americani definiscono il mese di agosto giornalisticamente una “stagione sciocca”. Non c’è stato, grazie a Dio, l’omicidio misterioso che di norma ci accompagnava nelle estati scorse. Però gli americani un po’ di ragione ce l’hanno.
Abbiamo avuto un Umberto Veronesi a tutto campo, davvero instancabile. Su “Repubblica” del 10 agosto scriveva del neomaschilismo contro le donne. “Certamente il percorso è a ostacoli : alcune si supereranno, come il diritto (sì, parla di diritto ndr) all’interruzione di una gravidanza con metodiche meno traumatiche, quale appunto la Ru486; altri no, come il diritto alla fecondazione assistita. Io sono per la soluzione massimalista: le donne al pari dell’uomo senza misura … Già oggi – prosegue il nostro – una donna può avere un figlio senza scegliere un padre, basta che si rivolga a una banca per la fecondazione. Invece se un uomo vuole fare un figlio, ha bisogno di una donna disposta ad accogliere il seme nel suo utero e portare a termine una gravidanza….La donna può clonare se stessa e l’uomo no”. E’ questa la visione del Veronesi femminista meglio argomentata in un decalogo (senatore sia innovatore fino in fondo: basta con i decaloghi, sanno troppo di biblico!) in un lungo articolo apparso il 21 agosto sul “Corriere della Sera”. Nulla sul valore della differenza, sulla maternità, sul rapporto di reciprocità con l’uomo, sul valore del metter su famiglia, su questa forte sensibilità all’umano in cui si esprime il genio delle donne (Giovanni Paolo II).
“Viene l’ora, l’ora è venuta, in cui la vocazione della donna si svolge con pienezza, l’ora in cui la donna acquista nella società un’influenza, un irradiamento, un potere mai raggiunto. E’ per questo che, in un momento in cui l’umanità conosce una così profonda trasformazione, le donne illuminate dallo Spirito evangelico possono tanto operare per invitare l’umanità a non decadere”. E’ un passaggio del Messaggio finale del Concilio Vaticano II: professore, c’è chi l’ha anticipata. Un po’ di tempo fa.
Non sono un “grande uomo” come lei senatore – alcune commentatrici l’hanno definita così; sono però un uomo che, ben educato da una moglie, da una figlia e da tante amiche, ha ancora un po’ di pudore nel parlare in nome delle donne. Che è bene che il decalogo se lo scrivano per proprio conto: di uomini neo femministi mi pare non ne sentano la mancanza.
Una chiosa finale: continuo a sperare che la gran parte dei bimbi nascano da un rapporto di amore tra una donna e un uomo, continuo a sperare che le donne in Italia possano sempre più esigere il diritto alla maternità e che i bimbi nascano dal loro ventre. Da parte mia, a 56 anni non spero più di diventare “mammo” e di farmi clonare.
Ma la stagione sciocca ci ha riservato tanto di più. Alla prossima puntata.
Edoardo Patriarca