PILLOLA RU486: Gibertini (CAV Roma), “è incompatibile con le norme della legge 194”
“La Ru486 non è una medicina. Non cura alcuna malattia. Non aiuta la vita, la stronca sul nascere. La Ru486 non è amichevole nei confronti delle donne. Non realizza in alcun modo un aborto indolore, posto che sia possibile realizzarlo.
E’ al contrario un sistema abortivo altamente controverso anche dal punto di vista della sua sicurezza ed efficienza clinica”: lo scrive in un comunicato stampa diffuso stamane il presidente del Centro Aiuto alla Vita (CAV) di Roma, Giorgio Gibertini.
Il testo, che ha per titolo “Appello al Ministro Carfagna: pari opportunità per le mamme”, sottolinea che “la pillola abortiva tende a deresponsabilizzare il sistema medico, e a ridurlo a dispensario di veleni, e lascia sole le donne, inducendole a una sofferenza fisica e psichica prolungata e domestica, molto simile alle vecchie procedure dell’aborto clandestino”.
Gibertini afferma poi che “per queste ragioni etiche siamo contrari alla pillola Ru486 e alla sua introduzione in Italia, anche perché la sua utilizzazione è incompatibile con le norme della legge 194/1978”, ricordando che il genetista Jerome Lejeune, scopritore della sindrome di Down, definì il prodotto un “pesticida umano”.
Nell’appello al ministro Carfagna del CAV di Roma si ricordano poi i 121.406 aborti legali effettuati in Italia nel 2008, e si chiede: “perché almeno la stessa cifra non è data alle mamme che vogliono tenere il bambino?”.
Il presidente Gibertini osserva che molte madri “sono andate ad abortire senza poter incontrare, sulla loro strada, una parola amica, una parola di vita, una parola di verità: vittime loro stesse col loro aborto”.
Sottolinea quindi che non è credibile che “gli aborti sono diminuiti grazie alla legge che permette l’aborto: un controsenso, un ossimoro di morte tutto da dimostrare”.
Ricorda quindi il calo delle nascite in corso da tempo, “le 400 mila confezioni di pillola del giorno dopo distribuite ogni anno in Italia” e osserva in chiusura che “se cala il numero delle madri che ricorre all’interruzione volontaria di gravidanza è anche grazie all’opera silenziosa dei Centri di aiuto alla vita che, nella clandestinità, come succede a Roma, operano accanto alla mamma, sottolineo accanto alla mamma, per salvare vite umane”.
SIR 31-07-2009