RICERCA SULLE STAMINALI E MOTIVI DELLA SINISTRA – 10 marzo 2009
Le embrionali per i ricchi Le «rigenerate» per tutti
MICHELE ARAMINI
E ra da tempo nell’aria, ieri è giunto l’annuncio ufficiale: il neo- presidente americano Obama ha firmato il ripristino del finanziamento federale alle ricerche sulle cellule staminali embrionali. Il suo predecessore Bush aveva limitato per giusti motivi morali le erogazioni di denaro pubblico richieste a gran voce dal cartello delle aziende biotech ( i cui titoli – guarda caso – ieri sera schizzavano in alto a Wall Street), senza peraltro impedire la ricerca con fondi privati e con il contributo di alcuni Stati dell’unione, come la California. Dopo le dichiarazioni a favore di un allargamento delle maglie nella legislazione che autorizza l’aborto, questo nuovo fatto mostra con chiarezza che il giovane presidente americano appartiene a coloro che ritengono la vita nascente non meritevole di tutela. Il messaggio è inequivoco: se alcuni cittadini – nel caso dell’aborto – e talune aziende – con la sperimentazione – hanno interesse a usare e sopprimere la piccola vita di embrioni e di feti, che si proceda dunque senza troppe remore morali. I vescovi cattolici americani avevano invitato caldamente Obama ad astenersi da questo passo, ma evidentemente altri interessi, ben più forti, hanno bussato alla porta della studio ovale.
Dal punto di vista scientifico e da quello etico la decisione del presidente Usa appare tanto più anacronistica in quanto le recenti e sempre più confermate scoperte dello scienziato giapponese Shinya Yamanaka e del suo collega americano James Thomson hanno reso da più di un anno sostanzialmente sorpassati gli studi sulle cellule staminali embrionali. Dopo Ian Wilmut, il ‘ padre’ della pecora clonata Dolly, che aveva rinunciato a lavorare con gli embrioni, perfino i media più legati alle multinazionali farmaceutiche, dopo un silenzio imbarazzato, hanno dovuto annunciare a denti stretti i successi ottenuti nella riprogrammazione delle cellule adulte per farle diventare ‘ pluripotenti’ e, perciò, assai simili a quelle embrionali. Queste cellule ‘ ringiovanite’ possono essere facilmente studiate, evitando di distruggere gli embrioni e senza bloccare in alcun modo la ricerca di terapie che, come ampiamente noto, sono venute sinora solo da cellule staminali adulte. Ci si può domandare dove stia allora il business, e perché si assista a tanta determinazione nel voler riprendere la ricerca sulle cellule embrionali umane alimentata da fondi federali. Il progetto delle aziende biotech al cospetto di un campo promettentissimo come quello della medicina rigenerativa è di usare i soldi pubblici per studiare gli embrioni, ingegnerizzare e brevettare le loro cellule, moltiplicarle e farne medicine di altissima tecnologia e costo proporzionale. Ovviamente si useranno i soldi dello Stato per fare la ricerca e poi, in caso di successo, si brevetterà il risultato a proprio esclusivo vantaggio. Viceversa, le staminali adulte con le quali farsi curare – anche quelle ‘ ringiovanite’ – appartengono a ciascuno di noi, non dobbiamo pagare per averle. Ci sarà certamente un costo delle procedure mediche, ma non si deve comprare la materia prima. Possiamo dire che le staminali adulte, oltre all’importantissima qualità di non provocare alcun rigetto, sono e saranno sempre più disponibili per tutti, anche per chi è meno abbiente. Le eventuali cellule provenienti dagli embrioni andranno invece pagate a carissimo prezzo. Un po’ come avviene per i farmaci anti- Hiv, che producono enormi profitti e non sono disponibili per i popoli più poveri. Anche le staminali biotech tratte da embrioni, se mai ci saranno, saranno disponibili esclusivamente per la porzione ricca del mondo. Se questo aspetto morale di giustizia planetaria non importa ai ‘ difensori dei poveri’ – dall’America a casa nostra – che considerano l’embrione niente più che un grumo di cellule, perché dovrebbe importare a Obama?
Almeno lui esibisce ragioni utilitaristiche: combattere con ogni mezzo la crisi dell’economia americana e riaffermare un ‘ sano’ espansionismo biotecnologico. Ma per favore, non ci parlino di ‘ motivi umanitari’ o di ‘ libertà di ricerca’…