Il comitato “Scienza e vita” non andrà a votare i referendum abrogativi della legge 40/2004Vi aderiscono tutte le associazioni e i movimenti cattolici
ROMA, domenica, 20 febbraio 2005 (ZENIT.org).- Centododici tra docenti universitari, uomini di cultura, di scienza, Rettori di università, Presidi di Facoltà, deputati di maggioranza e opposizione e rappresentanti delle più numerose e importanti associazioni e movimenti laicali, hanno annunciato la costituzione di un Comitato “Scienza e Vita” ( comitato.scienzavita@email.it) che si batterà per non andare a votare i referendum abrogativi della legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita.
Il Comitato giudica la legge 40 sulla fecondazione assistita un risultato importante, perché “ha finalmente fissato delle regole per i laboratori che operano nel campo molto delicato della fecondazione umana”.“Non si tratta di una legge perfetta, tuttavia essa pone fine al cosiddetto ‘far west procreatico’, assicurando ad ogni figlio le garanzie di una vita umana e la protezione di una vera famiglia. Una legge, dunque, che merita di essere difesa”,hanno sostenuto i firmatari.Secondo i promotori del Comitato “solo il primato della vita garantisce il perseguimento dei diritti dell’uomo e lo sviluppo scientifico ardimentoso e controllato”.Per questo motivo, davanti al rischio di una società che sembra non farsi scrupolo di manipolare l’uomo, il Comitato indica la scelta del “doppio no”: al contenuto dei quesiti referendari e all’uso distorto del referendum in materia di fecondazione.Il comitato ribadisce poi: “Dunque non andremo a votare, proprio per esprimere con fermezza questo nostro doppio no”.In questo modo i firmatari vogliono sottolineare che “gli esseri umani non sono cavie”, e che bisogna “dare ai figli genitori veri e conosciuti, garantendo loro la certezza di specchiarsi nello sguardo di un padre e di una madre” per “dare nuovo slancio ad una società che, a partire dal rispetto dei più deboli, consolidi i valori fondamentali del nostro vivere civile, quali solidarietà, giustizia, uguaglianza, libertà e pace”.Per i promotori del Comitato “trasparenza e giustizia, uguaglianza e corresponsabilità, hanno un senso solo se incominciamo a metterli al servizio dei più deboli e dei meno garantiti: in primo luogo il concepito che, non avendo voce propria, ha bisogno della solidarietà sociale”.Il Comitato “Scienza è vita” è presieduto da Paola Binetti, Presidente della Società Italiana di Pedagogia Medica, Campus Biomedico di Roma, e dal professor Bruno Dalla Piccola, ordinario di Genetica presso l’Università La Sapienza di Roma.Folta e qualificata la presenza di Docenti e Presidi di Facoltà, così come quella di uomini di cultura e di scienza. In rappresentanza del mondo politico tra deputati e senatori ci sono otto rappresentanti della Margherita, uno dell’Udeur, tre dell’UDC, quattro di Forza Italia, due di Alleanza Nazionale e due della Lega.Per la prima volta tutte le associazioni e i movimenti cattolici sono insieme in un comitato. In occasioni degli altri referendum su divorzio e aborto, il mondo cattolico aveva partecipato in maniera non univoca.Trenta i movimenti laicali che fanno parte del comitato: Azione Cattolica, Forum delle Associazioni Familiari, Movimento per la Vita, Rinnovamento dello Spirito, Comunione e Liberazione, Compagnia delle Opere, Cammino Neocatecumenale,Focolari, Comunità di Sant’Egidio,Centro Sportivo Italiano, Farmacisti cattolici, Federazione Mondiale Associazioni Medici Cattolici, Acli, Agesci, Cisl, Coldiretti, Cif, Fuci, Movimento Cristiani Lavoratori, Meic, Misericordie, Movimento dei Genitori Cattolici, Confederazione Italiana Centri Regolazione Naturale Fertilità, ARIS ( Istituti socio-sanitari ), Forum nazionale Associazioni trapiantati, Associazione talassemici della Liguria, Confederazione Italiana Consultori Familiari di Ispirazione Cristiana, Coordinamento delle Associazioni per la Comunicazione (CoPerCom), Associazione Cattolica Operatori Sanitari (ACOS), Associazione Medici Cattolici Italiani.Hanno aderito al Comitato anche l’Ospedale Bambin Gesù, e i Rettori dell’Università Cattolica e della LUMSA.ZI05022004_________________________________________________________
Lettera Comunicato-Stampa degli Onorevoli:
Angelino Alfano (Fi), Federico Bricolo (Lega Nord), Enzo
Carra (Margherita), Alessandro De Franciscis (Udeur),
Domenico Di Virgilio (Fi), Massimo Grillo (Udc), Anna Maria
Leone (Udc), Maurizio Lupi (Fi), Renzo Lusetti (Margherita),
Gennaro Malgieri (An), Alfredo Mantovano (An), Francesca
Martini (Lega Nord), Antonio Palmieri (Fi), Patrizia
Paoletti Tangheroni (Fi), Riccardo Pedrizzi (An), Luca
VolontÈ (Udc).
«RISPOSTA RESPONSABILE
PER EVITARE IL RITORNO AL FAR WEST»
All’inizio del 2004 il Parlamento ha approvato la legge
sulla procreazione medicalmente assistita, dopo anni di
riflessione e di approfondimento.
Lo ha fatto consapevolmente con un’ampia maggioranza, perché
come ha riconosciuto la Corte costituzionale (quando ha
dichiarato inammissibile il referendum che chiedeva
l’abrogazione totale di tale legge), la situazione fino a
quel momento aveva visto la «produzione» di decine di
migliaia di embrioni crioconservati, il cui futuro è ancora
sospeso nel vuoto, centinaia di donne interessate da
pratiche di fecondazione invasive e pericolose, coppie
«esaurite» psicologicamente, fisicamente ed economicamente,
paradossali moltiplicazioni delle figure dei genitori e
scioccanti annunci di clonazione umana.
Il Parlamento ha fissato delle regole certe, nell’interesse
di tutti, anche del concepito, che per la prima volta è
stato riconosciuto soggetto di diritti.
L’approvazione dei quattro quesiti referendari ammesso dalla
Consulta farebbe ricadere nella situazione antecedente
l’intervento normativo, ritornando al Far West.
Riteniamo che non recarsi al voto sia la risposta più
responsabile alla sfida referendaria.
La delicatezza della materia, i valori che chiama in causa,
la necessità di distinguere i vari e articolati profili del
rapporto fra la tecnica, la ricerca e il rispetto della
dignità di ogni essere umano impongono questa scelta e
rendono incongrua e sommaria una semplicistica risposta da
«sì» o «no» a singole parti della legge 40/2004.
Non votare lascia invece aperto un confronto di merito, che
sarà favorito dalla valutazione oggettiva degli effetti
delle nuove norme: una valutazione che, in base alla stessa
legge, compete in prima battuta a un Parlamento che non deve
sottrarsi a tale responsabilità.
Non votando, ci impegniamo a lavorare, con chiunque voglia
aderire alla nostra iniziativa, a fianco dei cittadini per
informarli e comprendere il merito delle questioni in gioco,
rifiutando posizioni astratte e ideologiche, slogan
«terroristici» e senza fondamento; per esempio, a dare conto
di quanto sostiene la gran parte della comunità scientifica,
che riconosce nella ricerca sulle staminali una terapia
certamente più efficace rispetto a quella delle cellule
embrionali.
FONTE: Avvenire, 13-2-2005