Musulmani nelle scuole e in strada

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Testimonianze sotto silenzio di una maestra e un vigile I musulmani nelle scuole

Gentile direttore, siamo all’11 settembre e tutti ricordano la strage compiuta a New York. Ma guardando le televisioni e leggendo i giornali mi sembra di vedere, accanto alle tante rievocazioni di quella tragedia ed al giusto sdegno nei confronti dei terroristi, anche una solidarietà in parte immeritata nei confronti dei musulmani che vivono in occidente.
Non passa giorno che qualche islamico immigrato dichiari che ora paura e si sente discriminato.
Ebbene sappiano, i suoi lettori, che almeno a Brescia la situazione è ben diversa e spesso a stare zitti devono essere i bresciani.
E guardi che non parlo a vanvera: sono una maestra della provincia e nelle classi abbiamo bambini islamici.
Sapesse l’arroganza, già a quell’età, con cui trattano le maestre solo perchè donne, giustificati senza problema dai loro padri.
E sapesse ancora come liberamente e spesso violentemente, criticano la nostra religione ed il nostro modo di vivere.
Una situazione, questa, che si è accentuata dopo l’11 settembre.
Noi insegnanti, ovviamente, incassiamo senza battere ciglio ed anzi, come è giusto, predichiamo la tolleranza e cerchiamo di comunicare i nostri valori.
Ma sapesse che fatica sopportare simili situazioni.
Sapesse che frustrazione dover giustificare ai nostri figli il fatto che loro devono rispondere con i sorrisi agli insulti.
Mi rendo conto, che il nostro compito è questo e continueremo a farlo con rigore.
Ma ci fosse un giornale o una televisione che oltre a segnalare i timori dei «poveri» musulmani perseguitati (ma dove?) provasse a fare un giro nelle nostre scuole o nei tanti quartieri a rischio del Bresciano…

Lettera firmata
(c) BresciaOggi, 12 Settembre 2002

MAROCCHINI in strada: Bestemmie come gioco

Come vigile urbano, ho dovuto discutere con tre ragazzi marocchini che si divertivano a bestemmiare sulla piazza principale.
Alcune persone me lo hanno segnalato e io ho cercato di richiamarli.
Il loro fare sprezzante non mi ha colpito molto perché avevo sentito bestemmiare anche un amico algerino di mio figlio tredicenne.
Come toscano non dovrei scandalizzarmi ma questa moda di bestemmiare contro la nostra religione mi urta e, credetemi, si sta espandendo.
Noi dovremmo togliere il crocifisso dalle aule per rispetto, ma loro sanno rispettare chi li ospita?

Fabio Pancrazi
(C) Corriere della Sera, 22 Settembre 2002