Che cos’è oggi l’apologetica? A questa domanda il nuovo prefetto della Congregazione per la dottrina della fede rispondeva il 5 marzo 2002 in una conferenza tenuta all’Università di San Francisco, di cui riportiamo un brano.
Un’apologetica per il nuovo millennio dovrebbe mettere al centro la bellezza della creazione di Dio. Per risultare credibili, dobbiamo prestare attenzione al mistero e alla bellezza della preghiera cattolica, in una visione sacramentale del mondo che ci faccia riconoscere e valorizzare la bellezza della creazione come un riflesso dei nuovi cieli e della nuova terra descritti nella Seconda lettera di Pietro e nel libro dell’Apocalisse. Non dobbiamo avere paura di chinarci fino a terra in segno di reverenza e toglierci le scarpe quando siamo su una terra santa.
La testimonianza di credenti che mettono in pratica la fede lavorando per la giustizia e la solidarietà come discepoli del Maestro, poi, è una dimensione importante della nostra credibilità come interlocutori. La solidarietà con tutti coloro che, con un senso di responsabilità anche parziale ma comunque reale, si spendono per questioni come l’ambiente, i poveri, la giustizia economica, è un fatto importante. Nello stesso tempo, però, la nostra capacità di articolare una visione piena della verità, della giustizia e della carità è essenziale per assicurare che questa testimonianza e azione non sia solo una fase passeggera, ma possa offrire un contributo duraturo alla costruzione della civiltà dell’amore.
Anche un dialogo sul significato e lo scopo della libertà dell’uomo è essenziale nella cultura d’oggi. Se la libertà serve solo a rinforzare una cultura individualista, non realizzerà ciò che avevano in mente i fondatori della democrazia americana; tanto meno la volontà di Colui che ci ha creati a sua immagine e somiglianza, liberi di rispondere al grande dono dell’amore di Dio.
Quanto all’università, è un forum privilegiato per il dialogo con la scienza e la tecnologia. Molti scienziati parlano della loro fede; tuttavia il volto pubblico della scienza è agnostico. È dunque un terreno fertile e necessario. Teilhard de Chardin ha tentato con grande creatività un’apologetica rispetto al mondo della scienza, ma non ha avuto del tutto successo. Sicuramente questo nuovo millennio offrirà nuove opportunità per far crescere questa dimensione chiave del dialogo tra fede e ragione.
Se il grido «è l’economia, stupido!» è il mantra della politica di oggi, la nuova apologetica si trova di fronte a una duplice sfida: da un parte deve affrontare la dimensione morale delle questioni pubbliche, con la difficoltà però di dover giustificare la presenza della fede nella pubblica piazza in nome del bene comune. Insieme, però, c’è anche un altro percorso: offrire le ragioni per cui la dottrina sociale della Chiesa negli ultimi cento e passa anni hanno offerto infinitamente più risposte all’uomo rispetto a quelle dottrine neo-liberiste che identificano il successo con la creazione di più ricchezza nelle mani di chi è ricco con un numero sempre maggiore di persone private della loro dignità.
Infine, la nuova apologetica deve tener conto del contesto ecumenico e interreligioso del mondo secolarizzato. Non dico affatto che il tempo di un’apologetica specificamente cattolica sia passato. Ma la sete di fede e spiritualità interpella tutte le grandi tradizioni religiose e dev’essere affrontata con una apertura al dialogo tra le diverse fedi. Allo stesso modo il cammino ecumenico ha mostrato la quantità di doni dello Spirito Santo che condividiamo con le altre confessioni. La nostra apologetica uscirà solo rinforzata dal comune ascolto e dalla testimonianza condivisa del mistero della rivelazione divina in Cristo (…).
Se dovessi indicare un santo patrono per l’apologetica, oggi indicherei il beato Federico Ozanam: a metà del secolo XIX fu insieme professore alla Sorbona di Parigi e fondatore della Società di San Vincenzo de’ Paoli per servire i poveri. Con la sua intercessione, possa la combinazione tra i doni della chiarezza intellettuale e la testimonianza della carità essere la leva della nuova evangelizzazione, ci guidi nel nuovo millennio sempre «pronti a rendere ragione della speranza che è in noi».
+ William Joseph Levada
già Arcivescovo di San Francisco
Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede
(C) Avvenire, 14-5-2005, p. 7