Convertita? Al cattolicesimo, poi ? Non sembra davvero fare notizia, per una donna che, quando va a San Pietro, vede inciso sulla facciata il nome del suo avo, il papa Paolo V, che la fece erigere. Una che, se porta Pucci, la deliziosa jack-russell, a fare un po’ di corse, la conduce tra i pini e i fiori e i capolavori della villa celeberrima costruita da un altro suo antenato, il cardinal Scipione. O che, se vuol pregare, può raccogliersi nella più splendida delle cappelle –il sepolcreto di famiglia- della basilica di Santa Maria Maggiore. Alle spalle di questa giovane signora, secoli di una Chiesa di cui la famiglia da cui viene è stata spesso parte essenziale.
(si ringrazia Seba di www.et-et.it)
Eppure, proprio di conversione si è trattato. Per Alessandra Romana dei principi Borghese, la fede –quella cattolica in particolare– era diventata un ricordo ingombrante e un po’ repellente quando, dopo una laurea in economia, lavorava nell’alta finanza a New York e poi come manager culturale nelle capitali del mondo. Denaro, vizi, eccentricità eleganti, ricerca a ogni costo del piacere e del privilegio. Ma, dentro, domande che premevano, senso di inutilità che cresceva. Sino alla riscoperta –convinta, motivata, tenace– della fede, quella stessa degli avi, che le ha permesso di guardare a se stessa e agli altri << con occhi nuovi >> . Così il titolo del libro in cui ha raccontato il suo percorso spirituale e che è divenuto un best seller da noi e nel mondo , dove è stato tradotto persino in giapponese. Tra i volumi che sono seguiti, anche una inchiesta affettuosa nella Baviera di quello Joseph Ratzinger di cui è ammiratrice convinta, sin dai tempi del ritorno non a una religiosità liberal ma a una fede tradizionale, “papista“, degna della pronipote di un pontefice.
Adesso, ecco in libreria Lourdes, presentato da Mondadori (pp.100, euro 16,50). Da ragazza, Alessandra fu condotta al grande santuario, secondo una tradizione delle famiglie aristocratiche che in qualche modo subiva. Poi, il lungo periodo “mondano“, dove le devozioni religiose sembravano remote se non ridicole . Dopo la riscoperta della fede, Lourdes è divenuta per lei il luogo privilegiato, quello dove ritemprarsi spiritualmente ed esercitare una carità verso i più deboli senza la quale il Vangelo non è che un vecchio libro. Almeno due volte all’anno la principessa romana indossa l’abito dell’Ordine di Malta o il camice della hospitalière addetta alle piscine e si pone interamente al servizio dei malati. I viaggi verso il santuario sono ancora sui lunghi e lenti “treni bianchi“: giorni e notti per arrivare alla meta, ma, oggi come nell’Ottocento, il solo modo per condurre sino ai Pirenei infermi altrimenti intrasportabili.
Nella débacle postconciliare della Chiesa francese, Lourdes è rimasta una straordinaria trincea di resistenza. Mentre il cattolicesimo sembrava svuotarsi sotto i colpi della secolarizzazione, il numero dei frequentatori del santuario non ha fatto che crescere . Negli ultimi anni ci si è avvicinati ai sei milioni di pellegrini, ma per questo 2008 le previsioni sono per otto, se non addirittura dieci milioni . In effetti, questo è l’anno giubilare, un secolo e mezzo da quell’11 febbraio del 1858 in cui la Signora“ con una tunica bianca e una fascia azzurra apparve per 18 volte alla piccola Bernadette Soubirous .
Le pagine di Alessandra Borghese giungono, dunque, più che mai opportune e sono un invito per tutti a conoscere un luogo unico, un imbuto dove affluisce tutta la sofferenza e, insieme, tutta la generosità del mondo. Generosità di denaro ma anche , ciò che più conta , di tempo, di fatica, di attenzione verso chi è nel dolore, fisico o morale. Un libro attento, informato, di chi conosce la storia , di chi non ascolta solo il sentimento ma usa pure riflessione e ricerca. Ma, soprattutto –e sta il pregio maggiore- un témoignage, una testimonianza “a cuore aperto“, in uno stile limpido e semplice, affettuosamente pedagogico. Da “sorella”, insomma, come la chiamano i malati mentre, in divisa, la principessa si affaccenda attorno alle loro barelle .
di Vittorio Messori
Corriere della Sera , 8 febbraio 2008.
di Vittorio Messori
Corriere della Sera , 8 febbraio 2008.