I farmaci “di sostituzione ormonale” promettono alle donne di restare giovani,di ritardare la menopausa e di sconfiggere l’osteoporosi. Ora si scopre che due di questi medicinali, molto diffusi, provocano cancro, embolia polmonare, infarto e demenza….
di Maurizio Blondet
I farmaci “di sostituzione ormonale” promettono alle donne di restare giovani,di ritardare la menopausa e di sconfiggere l’osteoporosi. Ora si scopre che due medicinali molto diffusi, il Premarin e il Prempro, provocano cancro, embolia polmonare, infarto e demenza.
In USA, almeno 14 milioni di donne si sono viste prescrivere le due medicine. Ma poiché esse sono in commercio da 40 anni, sono circa cento milioni (tre generazioni) le donne americane in pericolo.
Lo ha stabilito uno studio di un ente indipendente, il Women’s Health Initiative (WHI).
Il principio attivo dei due farmaci è estrogeno estratto dall’urina di vacche e cavalle, che contiene tre tipi di estrogeni, di cui due non naturali per la donna.
Inoltre il Premarin contiene progesterone sintetico, anch’esso non identico all’ormone umano.
Il dosaggio aumenta la pericolosità.
Le ditte farmaceutiche adottano un dosaggio che sia efficace per il 90% della popolazione generale; ma resta un 25% di ipersensibili, per cui la dose standard è eccessiva, ha notato la rivista Lancet.
Lo studio del WHI ha stabilito che già 0,625 milligrammi di estrogene da cavalla è cancerogeno; le dosi nei due farmaci sono il doppio, 1,250 mg.
Dal 2003, alla chetichella, il Premarin è in commercio con dosi più basse, 0,45 mg.
Ma intanto, nel solo 2001, i medici americani hanno stilato 70 milioni di ricette di prescrizione delle due medicine della giovinezza.
Il che induce il dottor Jay Cohen, un medico che tiene un sito sulle medicine alternative (Medication Sense Underground), a porre domande scomode: “quanto valgono le sperimentazioni cliniche fatte dalla aziende per ottenere dalla FDA (Food and Drug Administration) l’autorizzazione al commercio dei medicinali? E quanto i medici di base sono al corrente degli effetti collaterali di certi farmaci, visto che sono ‘informati’ esclusivamente da piazzisti pagati dalle aziende produttrici?”.
Il 51 % dei farmaci approvati dal FDA manifestano effetti dannosi solo dopo che sono diffusi sul mercato.
I danni collaterali da farmaci sono la quarta causa di morte in America.
Di fatto, una medicina sviluppata nell’interesse del profitto anziché della salute uccide o invalida, è stato notato, 784 mila americani l’anno; 16.400 % più di quanti ne ha “ammazzati” Osama Bin Laden.
L’assistenza sanitaria altamente privata (dunque costosa) fa sì che l’americano medio ricorra al medico per farsi prescrivere farmaci che “coprono” i suoi sintomi, e così continuare a “funzionare”.
Non ha i mezzi per una vera terapia, né i medici hanno interesse a consigliare, poniamo, una vera cura consistente in un regime alimentare adatto ed esercizio fisico.
Un serio rapporto sulle malattie iatrogene (Death by Medicine, dei dottori Gary Null, Carolyn Dean, Martin Feldman, Deborah Rasio e Dorothy Smith, 2003) ha rivelato che le case farmaceutiche spendono oltre 2 miliardi di dollari l’anno per invitare i medici di base a 314 mila “eventi” in cui, con l’albergo pagato in località amene, i dottori ascoltano le “informazioni scientifiche”, che in realtà sono promozioni, su un nuovo medicinale.
Non c’è informazione scientifica indipendente.
Ma ora, sono esplosi parecchi scandali che hanno allarmato l’opinione pubblica.
La scoperta che il Vioxx, un farmaco per cardiopatici, s’è rivelato mortale in troppi casi.
Il sospetto concreto, a malapena soffocato dalla lobby del farmaco, che un conservante al mercurio, contenuto nei vaccini infantili dal 1937, sia responsabile della vera epidemia di autismo dei bambini in USA, e forse anche dell’Alzheimer dei vecchi (oltre i 75 anni, il 50% ha l’Alzheimer).
Ed adesso, anche le medicine per l’eterna giovinezza delle donne sono sotto accusa.
Inoltre, domande sempre più scomode si levano sull’aspartame, il dolcificante “che non fa ingrassare”: Michael J. Fox, un noto attore americano, ha sviluppato il morbo di Parkinson all’età di…38 anni.
Dopo essere stato un testimonial della Diet Pepsi (senza zucchero, ma con aspartame) da cui ha ammesso di essere “dipendente” come un drogato, bevendone “varie bottiglie al giorno”.
Molti consumatori di aspartame nella forma più diffusa in commercio (dall’infido nome di NutraSweet, come fosse un nutriente naturale) presentano infatti tremori parkinsoniani.
Il che non è strano, visto che l’aspartame è un neurotossico, che provoca il degrado del tessuto nervoso produttore della dopamina, “antidepressivo naturale” del cervello.
Naturalmente, l’americano con tremiti strani si vede prescrivere L-Dopa, ossia dopamina farmaceutica; ma senza smettere di consumare bevande all’aspartame, la terapia viene naturalmente nullificata.
di Maurizio Blondet
Effedieffe.com – 6 agosto 2005