La missione continua

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Padre Piero Gheddo PIME, La missione continua, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2003, 1 ed., 368 pagine, ISBN 88-215-4899-6, Euro 18.

Padre Piero Gheddo, missionario del P.I.M.E, celebra quest’ano i cinquant’anni di sacerdozio (è stato ordinato sacerdote il 28 giugno 1953 dal beato card. Ildefonso Shuster). In occasione di questo anniversario (e del bilancio che inevitabilmente ogni anniversario porta con sé) ha pensato di proporre in una pubblicazione alcune importanti riflessioni sulla natura della missione e su come è cambiata la missione (e l’animazione missionaria) in questi cinquant’anni.
Padre Gheddo scrive chiaramente che la Chiesa ha nella missione un suo compito fondamentale, così connaturato in Essa che "se la Chiesa perde lo slancio missionario, vuol dire che perde la fede e non è più la Chiesa fondata da Gesù Cristo" (1); a questa affermazione di padre Gheddo fa eco il Magistero di Giovanni Paolo II: "Nella storia della Chiesa, la spinta missionaria è sempre stata segno di vitalità, come la sua diminuzione è segno di una crisi di fede" (2). La cosa è preoccupante, perché padre Piero, tracciando un bilancio dell’attività e dell’animazione missionaria nel post – Concilio, denuncia una "crisi dell’attività missionaria alle genti e quindi dell’animazione missionaria al popolo cristiano" (3) e ne individua le cause in due fenomeni:
1) una perdita d’identità della missione. Chi fa animazione missionaria non parla più di Cristo e c’è uno scollamento tra il mondo missionario e l’Annuncio cristiano. Per quanto assurdo possa sembrare, ribadire il diritto di tutti i popoli alla Salvezza è decisamente poco politicamente corretto: "Perché andare a convertire e battezzare, a fondare la Chiesa, a portare la nostra religione a popoli che ne hanno già un’altra?"(4) .
2) L’adesione di gran parte del mondo cattolico alla visione ideologica socialista. Scrive padre Piero: "…hanno assunto – in buona fede, voglio sperare – la «lettura scientifica del marxismo» anche senza accorgersene: tutte le colpe per la povertà di molti popoli sono dell’Occidente e la soluzione è ancora quella di trent’anni fa: distruggere l’Impero del male (l’America, il capitalismo, le mitiche multinazionali)…" (5) .
Quali sono i risultati? "… nella base ecclesiale c’è la forte tendenza a ridurre l’obbligo religioso di evangelizzare a impegno sociale: l’importante è amare il prossimo, fare del bene, dare testimonianza di servizio. La Chiesa da a volte un’immagine riduttiva di se stessa, come se fosse un’agenzia di aiuto e di pronto intervento per rimediare alle ingiustizie e alle piaghe della società. Un grande giornalista conferma l’opinione generale: «I missionari sono ammirevoli e utili quando vanno a curare i lebbrosi e a portare il progresso fra i popoli arretrati; ma se vanno per imporre la nostra religione, che neppure noi oggi pratichiamo più, a cosa serve la loro generosità?»" (6)
Dimenticando, come invece padre Gheddo ripete senza stancarsi per tutto il suo libro, che il Vangelo è fautore, anzi, il principale artefice dell’uomo e dello sviluppo dei popoli, in quanto "La Chiesa educa le coscienza rivelando ai popoli quel Dio che cercano, ma non conoscono, la grandezza dell’uomo creato ad immagine di Dio e da lui amato, l’eguaglianza di tutti gli uomini come figli di Dio, il dominio della natura creata a servizio dell’uomo, il dovere di impegnarsi per lo sviluppo di tutto l’uomo e di tutti gli uomini…" (7) .
Come è evidente, una caratteristica de "La missione continua" è il continuo richiamo al Magistero e una strettissima connessione con esso, tanto da sembrare una appassionata catechesi sul Magistero missionario.
A corredo delle sue riflessioni padre Gheddo inserisce nel libro quelle che si rivelano autentiche perle, ossia la testimonianza del religioso su alcuni degli avvenimenti tra più importanti della storia del secolo scorso e che lo hanno visto testimone. Padre Gheddo racconta così come, nel corso di una visita in Cile nel 1972, previde come inevitabile una guerra civile o un colpo di stato, considerate le disastrose condizioni nelle quali il governo Allende aveva gettato quella nazione. Decisamente interessante è anche suo il racconto della genesi del documento conciliare Ad Gentes e le sue impressioni sull’andamento dei lavori del Concilio Vaticano II, ai quali partecipò in qualità di giornalista. E che fremito si prova leggendo i suoi ricordi riferiti agli anni settanta, quando molti cattolici rifiutavano di credere alle sue testimonianze circa i massacri dei Khmer rossi e le violenze dei vietcong perché contrastanti l’ideologia comunista…
A quanto pare la censura nei confronti di padre Gheddo non è finita. Le sue decise prese di posizione contro la visione marxista dei problemi del terzo mondo e dell’universo No – global (8) gli procurano spesso aspre critiche anche da parte di cattolici impegnati in attività missionarie; le sue riflessioni vengono liquidate sbrigativamente commentando che padre Gheddo non è mai stato in missione e quindi i suoi sarebbero giudizi espressi a tavolino senza una vera esperienza "sul campo". Eppure è proprio questo il compito che lo Spirito ha riservato a padre Gheddo (9) , di dedicarsi all’animazione missionarie, suscitando vocazioni e mantenendo vivo "il fuoco del Vangelo"; e per questo la sua esperienza non è affatto più povera, ma più ricca, poiché, formatasi nelle centinaia di visite alle missioni del P.I.M.E sparse in tutto il mondo, non è limitata ad una sola realtà, ma è n grado di dare una visione d’insieme sulla realtà missionaria e sui paesi poveri.
A conclusione, citiamo le parole che mons. Renato Corti, vescovo di Novara, rivolge a padre Gheddo nella prefazione: "Sarebe utile che questa Sua rilettura pacata, ma anche molto franca, di cinquant’anni di vita della Chiesa diventasse strumento di confronto e di dibattito comunitario e, ancor prima, di riflessione e di verifica personale" (10) .

Dott. Roberto Marchesini
Milano

NOTA
1) Piero Gheddo, "La missione continua", 2003, ed. San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), p. 177.
2) Redemptoris Missio, n. 2.
3) Piero Gheddo (2003), p. 66.
4) Ibidem, p. 83.
5) Ibidem, p. 71.
6) Ibidem, p. 79.
7) Redemptoris Missio, n. 58.
8) Vedi anche il suo "Davide e Golia – I cattolici e la sfida della globalizzazione", ed. San Paolo (2001), in collaborazione con Roberto Beretta.
9) Cfr. Piero Gheddo (2003), p. 52.
10) Piero Gheddo (2003), p. 9.