(di Danilo Quinto)
Mentre Nichi Vendola, deluso dai suoi, che l’hanno “tradito”, dice di voler mollare tutto e di trasferirsi nel paese del suo compagno, il Canada, dove, afferma, esiste «un mix straordinariamente avanzato di diritti sociali, individuali e umani», c’è chi da noi sta lavorando alacremente per rendere l’Italia più moderna.
È l’ex centrodestra italiano, quello che rimane dopo la scissione che si è consumata nel Popolo della Libertà, a seguito della quale si sono costituiti il Nuovo Centro Destra e Forza Italia. Il primo, dopo aver dato il suo assenso determinante alle leggi sul divorzio breve e sulla droga, con il suo segretario, Angelino Alfano, in un’intervista a “Repubblica” – intitolata Sì alle unioni civili, ma più aiuti alle famiglie – ha affermato: «Rispettiamo l’affettività di tutti. Se c’è da garantire maggior tutela ai problemi delle tante persone che convivono noi siamo pronti. La soluzione sia però pragmatica e non ideologica». Ha aggiunto: «non abbiamo difficoltà a ragionare, nell’ambito del codice civile, di un tema che esiste ed è la tutela delle persone che convivono, anche gay. A patto che non si neghi il valore della famiglia, fatta da uomo e donna». Per la famiglia, composta da un uomo e da una donna, così come descritta dall’art. 31 della Costituzione, Alfano chiede nuovi provvedimenti e si riferisce a norme che la tutelino sul piano dei suoi fabbisogni materiali. Più pragmatismo di così!
In fondo, la posizione espressa da Alfano non è dissimile da quella espressa da Forza Italia. Quando la fidanzata di Berlusconi, Francesca Pascale e l’editorialista del “Giornale”, Vittorio Feltri, richiedono e ottengono l’iscrizione all’Arcigay – «poiché ne condividono», affermano, «le battaglie in favore dell’estensione massima dei diritti civili e della libertà» – non intendono affatto far venire meno alla famiglia ipotetiche provvidenze con la prossima legge di stabilità, simili a quella degli 80 euro in busta paga, che consentono di spendere qualche euro in più per i saldi di stagione. Ragionano, su questo, come il segretario del NCD.
Come potrebbe essere diversamente, d’altra parte? Anche i più sprovveduti, si guardano bene dal spazzare via l’apporto economico e il sostegno che le famiglie danno in un paese dove esiste una disoccupazione giovanile al 40%. Vero è che la fidanzata di Berlusconi va più in là, quando dichiara che «la libertà non ha confini, per esempio io sono favorevole alle adozioni riguardo alle coppie dello stesso sesso, come sono convinta che ci vorrebbe più elasticità per le adozioni volute dalle coppie di fatto. Credo che una coppia dello stesso sesso possa dare amore a un bambino quanto una coppia eterosessuale, l’ingrediente fondamentale per una coppia, per una famiglia non sono gli status, ma l’amore», o quando incontra ad Arcore, al fine di mettere a punto la strategia per il riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso, il segretario nazionale di GayLib, Daniele Priori, che dal canto suo afferma: «l’incontro odierno segna l’inizio di una nuova collaborazione tra GayLib e Forza Italia che si annuncia finalmente gravida di possibili soddisfazioni che porteranno a un avanzamento civile e culturale del centrodestra e del Paese intero».
Francesca Pascale dice tutto e si comporta di conseguenza. È il frutto, probabilmente, della sua inesperienza in politica, dove non si deve mai dire tutto, ma solo quello che serve. Le suggeriamo di seguire l’esempio di Alfano, che si guarda bene dal dire tutto e – intanto – pragmatico com’è, mantiene su un piano distinto i diritti, da una parte, e il matrimonio e le adozioni, dall’altro. In attesa che Matteo Renzi, dopo il semestre europeo, eserciti la sua OPA sull’intero centrodestra italiano e metta tutti d’accordo, anche su questo tema, per i prossimi vent’anni.
(Danilo Quinto, per Corrispondenza Romana del 9 luglio 2014)