G. Barra: una nuova strada…

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Il Timone – N° 154 – giugno 2016

 

Egregio Gianpaolo Barra,
[…] mi scusi se le porgo una domanda che forse le creerà qualche imbarazzo. Ma è una domanda che faccio a me da tanto tempo e finora non ho trovato risposta: non le sembra che in questi tempi noi cattolici che crediamo ancora all'urgenza di difendere i "principi non negoziabilI" siamo stati abbandonati dai nostri pastori? Mi trema la mano, dico la verità, mentre scrivo: a me sembra, a partire da Papa Francesco e passando per tanti vescovi e tanti preti, che i nostri pastori ci abiano abbandonato in questa battaglia. […]. Scusi lo sfogo, ma tenere dentro queste cose mi fa male e se lei mi aiutasse a capire mi farà un gran piacere. Con immensa stima.
G.B. – e.mail

 

Caro amico,

ho tagliato l'elenco lunghissimo di esempi che lei porta a sostegno della sua impressione. Sono così tanti e ben dettagliati (contando le battute, si potrebbe quasi riempire un mezzo dossier del Timone) da rendere comprensibile l'eventuale passaggio dalla semplice impressione alla fondata certezza.

Che il Santo Padre Francesco e molti vescovi ci stiano indicando una nuova strada, nella quale la prorità di promuovere e difendere i cosiddetti "principi non negoziabili" non occupa più il primo posto, mi sembra un dato di fatto innegabile.

E che gran parte dei nostri pastori – duole dirlo – abbiano letteralmente abbandonato al proprio destino quei cattolici la cui vocazione è testimoniare Cristo anche contrastando quella rivoluzione antropologica che, distruggendo vita, famiglia e libertà di educazione, è un segno visibile dell'odio preternaturale a Dio e alla sua creazione, chi può negarlo?
Non basta, forse, l'esempio del “Family day” di gennaio scorso e della “Marcia per la vita” dello scorso maggio, completamente – o quasi – abbandonate a sé stesse?

Per quanto mi riguarda, allontano da me – a prezzo di qualche fatica, lo confesso – la tentazione di ergermi a giudice di chicchessia dei nostri Pastori. A loro, non a me, lo Spirito Santo ha affidato il compito di guidarci. Di questo risponderanno nel giorno del giudizio.

La constatazione di quello che lei, caro amico, giudica una sorta di abbandono non ci faccia però perdere né l'amore per il Successore di Pietro e i vescovi in comunione con lui, né – ci sia ben chiaro almeno questo – l'impegno a non deflettere di un solo millimetro dalle verità della fede che il Magistero perenne della Chiesa, fondato su sacra Scrittura e sacra Tradizione, ci ha insegnato, comandandoci di metterl e in pratica, e che sono tutte ben delineate nel Catechismo della Chiesa cattolica.

Da qui non ci muoviamo, venisse pure un angelo dal cielo a dirci che adesso è tutto cambiato.

Gianpaolo Barra
Fondatore de: Il Timone, rivista di apologetica