Ermanno Pavesi, FOLLIA DELLA CROCE O NEVROSI? "Funzionari di Dio. Psicogramma di un ideale" di Eugen Drewermann e la critica della psicologia del profondo alla religione, Cristianità (Telefono 02-730514), 1998, pp. 168, € 9,30
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"[…] la Chiesa Cattolica è un sistema che ha portato avanti e ha aumentato l’alienazione psichica dei suoi membri più coerentemente, più a lungo e con più esperienza di qualsiasi altro sistema apparso nella storia d’Europa: in questo campo essa rappresenta anzi un fenomeno unico e veramente ‘esclusivo’ nella storia dell’umanità".
Altre due brevi citazioni: "la Chiesa Cattolica è una setta tanto nevrotica quanto nevrotizzante"; "[…] la religione cristiana rappresenta una forma di alienazione della coscienza, uno stato patologico tanto della società quanto dell’individuo".
E’ quanto si può testualmente leggere alle pagine, rispettivamente 143, 448 e 457 del libro "Funzionari di Dio. Psicogramma di un ideale" (Editio Raetia – Bolzano 1995) edizione italiana di "Kleriker Psychogramm eines Ideals" (1985).
L’autore è il teologo psicoanalista di nazionalità tedesca, Eugen Drewermann, sacerdote cattolico, ordinato nel 1966 a 26 anni di età a Paderborn in Germania.
E’ sicuramente utile, anche se talvolta sconcertante per le citazioni riportate dal testo di Drewermann, la lettura del libro di Ermanno Pavesi "Follia della Croce o nevrosi?" che analizza e confuta le argomentazioni del teologo tedesco.
La tesi di Drewermann sostenuta nel suo citato libro del 1995 è la utilizzazione della psicanalisi (corrente della psicologia) per dimostrare la nevrosi di cui soffrirebbe il clero cattolico a seguito dei fondamentali dottrinali della religione cattolica riguardanti il sacrificio, il celibato sacerdotale, la castità, la divinità di Gesù, il Battesimo, la Trinità etc.
Ermanno Pavesi è medico specializzato in psichiatria e dirige il Dipartimento di Gerontopsichiatria della Clinica Psichiatrica Konigsfeden di Winndish, in Svizzera.
Nell’analisi del "caso Drewermann" e in particolare della sua monumentale opera già citata "Funzionari di Dio. Psicogramma di un ideale" (circa 900 pagine nell’edizione originale tedesca), Pavesi confuta scientificamente, oltre alle tesi sicuramente inaccettabili, la pretesa metodologia scientifica di analisi delle stesse tesi secondo la strumentazione offerta dalla corrente psicoanalitica della psicologia contemporanea.
Non esiste, infatti, nel lavoro di Drewermann un valido campione statistico per dare credibilità alle conclusioni cui giunge circa il comportamento del clero cattolico e le sue nevrosi.
Ma al di là della non credibilità scientifica secondo il metodo psicoanalitico, come dimostra Ermanno Pavesi nel suo libro, ciò che più colpisce e stupisce di Drewermann sono le incredibili affermazioni come sacerdote cattolico che "[…] dal 1978 ha pubblicato più di 42 volumi su questioni teologiche ed esegetiche, esaminate per lo più alla luce della psicologia del profondo".
Pavesi smonta sistematicamente la tesi di Drewermann dimostrando:
la mancanza di fonti per delineare gli aspetti patologici dell’"ideale" del chierico;
la non scientificità dei criteri utilizzati per la diagnosi di nevrosi;
il non dimostrato nesso causale fra disturbi nevrotici e vocazione religiosa;
non applicabilità nel caso concreto all’analisi dell’ideale del chierico utilizzata da Drewermann.
Molte tesi di Drewermann derivano dalla cultura teologica protestante luterana che contesta alla Chiesa il dogmatismo e la sua rigidità strutturale: (pag. 453 de "Funzionari di Dio. Psicogramma di un ideale") "La trasformazione dell’apertura umana di Gesù in un soffocante sistema coercitivo fatto di regole di vita tanto nevrotiche quanto nevrotizzanti; l’esteriorizzazione dell’interiorità dell’elemento religioso attraverso l’ordinamento di un’amministrazione e di un’organizzazione meccanizzati che dominano tutta la vita; l’estraniazione dal sentimento personale attraverso la collettivizzazione del singolo attuata per mezzo delle forme espressive ripetitive della religione".
E’ molto opportuno il commento di Ermanno Pavesi (pag. 77):"[…] si deve quindi precisare che non si tratta tanto dello psicogramma del chierico quanto dell’elaborazione psicoanalitica dell’immagine del chierico così come appare nella lettura antireligiosa e anticattolica".
Per le critiche alla Chiesa, Drewermann fa riferimento anche a Nietzsche; a pag. 64 del suo testo, F. Drewermann afferma testualmente: "[…] la miglior analisi di questo trasferimento della realtà personale nell’ambito della soprannaturalità ufficiale è quello proposta da Friedrich Nietzsche".
La sua critica contro i preti, i chierici e tutto il mondo ecclesiastico ci accompagnerà in tutte le riflessioni di questo studio.
Viene da dire che spesso le persone vanno valutate anche in base ai "compagni" che scelgono: Drewermann, teologo e sacerdote cattolico, fa riferimento per i suoi giudizi teologici sulla religione a Nietzsche, Hary, Freud, Fenerbach.
Ma "l’originalità" di Drewermann non ha limiti per il suo banale appiattimento!
Il passo di San Paolo (Efesini 4,4-5): "un solo corpo, un solo spirito … un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo; un solo Dio e padre di tutti". Viene così commentato ed interpretato (pag. 106 di F.D.): " […] parole che si possono usare in modo totalitario per costruire degli ideali collettivistici che distruggono l’individuo". "Tu non sei nulla, il tuo popolo è tutto" e "un solo popolo, un Reich, un Fuhrer".
Penso che non servano commenti. Purtroppo molte e molte altre potrebbero essere le citazioni dai testi di Drewermann "illuminanti" sul suo pensiero teologico di critica anti-cattolica.
Mi pare importante ricordare che Drewermann è tuttora autore molto stimato e seguito da alcuni ambienti progressisti e che ha pubblicato libri vendutissimi nelle librerie cattoliche.
Le critiche alla Chiesa ed ai suoi dogmi mosse da Drewermann sono spesso il punto di partenza per la "liberazione dall’autoritarismo" e dalla "soffocante spersonalizzazione spirituale" su cui fondano le loro basi dottrinali molti Nuovi Movimenti Religiosi: ciò andrebbe attentamente considerato per comprendere meglio le fonti di molta nuova religiosità alternativa.
Il mondo della cultura "New Age" è spesso "trasversale" ai nuovi movimenti religiosi, sia di matrice cristiana che orientale.
Un aspetto qualificante è l’insistente passaggio dalla religione alla "spiritualità" non meglio definita.
Il New Age, come altri gruppi di religiosità alternativa, invita a rifiutare il dogmatismo, il rigore dottrinale della "gabbia della ragione" costruita dalla religioni tradizionali. Così ci si potrà liberare spiritualmente e godere la "libertà" della spiritualità senza dogmi né regole spesso rigorosamente relativista e dottrinale.
Drewermann sembra incoraggiare la formula "sacro sì, religione (e Chiesa) no".
Forse il mondo delle spiritualità alternative dovrebbe ringraziare il prof. Eugen Drewermann per l’importante contributo teologico portato al progetto di autodemolizione della dottrina cattolica.
Aldo Carletti