Dizionario dei miracoli e dello straordinario cristiano

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\"\"Patrick Sbalchiero (Sotto la direzione di), Dizionario dei miracoli e dello straordinario cristiano (con una prefazione di René Laurentin), 2 volumi, Edizioni dehoniane Bologna 2008, pp. 944, ISBN: 978-88-10-23110-4 , € 49.00

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Come si spiega l\’onnipresenza dei fenomeni straordinari nella tradizione cristiana?
Quale aiuto può venire dalle scienze umane e della natura per una migliore comprensione di questi fenomeni?
Come articolare lettura teologica e interpretazione scientifica dello straordinario?

Un\’opera imponente, composta di 830 voci, risultato del lavoro di 230 collaboratori – storici, teologi, filosofi, medici (in particolare psichiatri), sociologi, credenti e non credenti -, si propone di rispondere a tali quesiti fondamentali relativi allo "straordinario" cristiano.
Come ben precisato dal curatore nell\’introduzione, esso si manifesta in quattro ambiti distinti: quello biblico (Gesù: nascita, miracoli, trasfigurazione, risurrezione, ascensione; gli apostoli e i loro miracoli, le estasi di Paolo, le visioni di Giovanni,…); quello dei fenomeni dell\’esperienza dei mistici (fenomeni fisici: estasi, guarigioni, ipertermia, digiuni, levitazioni, stigmatizzazioni, fragranza post mortem, incorruttibilità; fenomeni intellettuali: predizioni, bilocazioni, chiaroveggenza); quello del meraviglioso cristiano (i fatti portentosi che ricorrono nell\’agiografia e già prima negli scritti apocrifi); quello del diabolico (apporti, infestazioni, possessioni, visioni diaboliche,…).

Precisamente perché il miracolo è una delle basi salde della fede è stato assalito con maggior violenza dal suoi nemici. Il miracolo è impossibile, affermano essi, e secondo questo principio per loro indiscutibile si regolano

 

Note sul curatore
Patrick Sbalchiero è dottore in storia. Docente all\’École cathédrale de Paris, dirige la rivista Mélanges carmélites e ha pubblicato, presso le edizioni CLD, una serie di conversazioni con il cardinale Poupard, al tempo in cui questi era presidente del Pontificio consiglio della cultura.

Precisamente perché il miracolo è una delle basi salde della fede è stato assalito con maggior violenza dal suoi nemici. Il miracolo è impossibile, affermano essi, e secondo questo principio per loro indiscutibile si regolano per giudicare se un fatto è storico o no, se un libro è degno di fede o no. Quando un fatto – essi dicono – benché sia narrato da storici autorevoli, ed abbia per sé tutte le garanzie della verità, è in conflitto con una legge scientifica, la soluzione è evidente: deve essere messo da parte come favoloso (1).
Sono costoro che gridano contro i pregiudizi aprioristici dei cattolici e pretendono parlare in nome della scienza. Il vero spirito scientifico vuole che prima di ogni conclusione o affermazione si comincino a studiare i fatti e le ragioni con serena imparzialità e senza preconcetti.

Che cosa è il miracolo

Quel profondo pensatore San Tommaso d\’Aquino dice che sono due gli elementi, i quali generalmente concorrono, perché un fatto produca in noi meraviglia: che sia occulta la causa del fatto o meglio il modo, con cui essa opera, e che nel fatto appaia qualche cosa, per la quale ci sembri che dovrebbe avvenire il contrario (2). Così avviene ad es. ai barbari quando vedono per le prime volte aeroplani o automobili. Ma non ogni volta che si vede un fatto meraviglioso si deve dire che sia un miracolo nel vero senso della parola.
Il miracolo è un fatto sensibile, che supera tutte le forze e le leggi della natura (3).
Generalmente, quando si parla di miracolo, si intende il miracolo di ordine fisico, di cui si è data la definizione. Tuttavia quanto qui si dice si può applicare in proporzione anche al miracolo morale: è un fatto singolare, al quale cooperano bensì l\’intelligenza e la volontà dell\’uomo, ma richiede anche un intervento superiore, senza del quale non potrebbe avvenire. Anche esso si può conoscere e verificare: p. es. la fortezza dei martiri.
Il miracolo, essendo al di sopra di tutte le forze della natura, esige un intervento straordinario di Dio, insolito, non perché raro, ma perché superiore all\’ordine naturale. Non ogni effetto che procede immediatamente da Dio è un miracolo, p. es. la creazione delle anime; ma solo quello che non è conforme al corso ordinario delle cose da Dio stabilito e che avviene all\’infuori, al di sopra o contro le forze naturali, p. es. la risurrezione di un morto, la guarigione istantanea di una ferita, l\’impedire che il fuoco bruci, quando vi sono tutte le condizioni richieste.

Il miracolo è possibile

1° La prova migliore della possibilità del miracolo è la sua realtà. Ab esse ad posse valet illatio (4). Esistono dei fatti miracolosi perentoriamente dimostrati, e ad essi si deve subordinare la teoria.

2° La possibilità del miracolo è uno degli articoli del Credo di tutti i popoli: «La storia ci mostra tutti i popoli che pregano, perché tutti hanno una religione e la preghiera non è che la lingua e la manifestazione esteriore della vita religiosa. Ora la preghiera suppone la fede in Dio e nella sua provvidenza che tutto governa. Se dunque l\’umanità prega è perché essa non vede nella natura e nelle sue leggi una rigida, cieca e inflessibile necessità, una barriera insormontabile innalzata da Dio tra Lui e la sua creatura. Ma per contrario essa la riguarda come uno strumento docile nelle mani di Dio, che può modificare a suo piacimento, perché ne è l\’Autore. Essa crede che la sua potenza infinita opera per mezzo delle forze e delle leggi fisiche e create, ma essa crede anche che opera al di fuori e al di sopra di esse, perché è Dio stesso che ha messo queste leggi nella natura o piuttosto che le ha create in vista dell\’ordine naturale. Ecco ciò che costituisce il miracolo» (5)

3° Perché dovrebbe essere impossibile il miracolo? Dio è onnipotente, egli liberamente ha creato il mondo dando al diversi esseri le loro. tendenze, stabilendone le leggi; ne è quindi indipendente, non è legato all\’opera sua, ma ne è padrone assoluto. Tutte le creature infatti dipendono essenzialmente da Dio e quanto alla loro esistenza e quanto alla loro conservazione, essendo necessario che Dio le sostenga col suo attuale influsso. Un legislatore umano può porre delle eccezioni alle sue leggi e può in qualche caso sospenderne gli effetti; Dio non potrà fare altrettanto con le leggi della natura? (6).

Dio è immutabile, ma col miracolo Dio non cambia i suoi decreti, avendo da tutta l\’eternità con un atto semplicissimo di virtù infinita, con uno stesso decreto stabilito le leggi della natura con le loro eccezioni. Il miracolo dunque entra nel disegni di Dio, non muta, ma compie il decreto divino. Deus opera mutat, non mutat consilia (Dio muta le opere, non i pensieri; S. AGOSTINO).
Al miracolo neppure si oppone la sapienza di Dio, quasi che col miracolo Dio correggesse qualche difetto. "aggiustasse la macchina del mondo per farla andar meglio" (VOLTAIRE). Questo è un falso concetto del miracolo. Dio non ha bisogno di ritoccare e correggere l\’opera sua, che nel suo genere ha la perfezione voluta dal suo artefice, ma vuole dimostrare che ne è padrone assoluto, e ha dei fini altissimi nell\’operare miracoli. Può con essi far conoscere agli uomini la rivelazione o la santità eminente di qualcheduno, o manifestare la sua bontà onnipotente ascoltando le preghiere che gli sono rivolte; può col miracolo cercare di scuotere dal loro torpore certe menti familiarizzate con le meraviglie della sua onnipotenza nella natura e sorde alle sue ispirazioni (7).

Obiezioni e risposte

1° Né vale il dire che le leggi della natura sono necessarie ed immutabili.
Sì , noi non le possiamo mutare; ma Dio, che le ha stabilite, ne è padrone assoluto e con l\’atto stesso di volontà con cui le ha fissate, può anche fare ad esse un\’eccezione, può impedire con la sua virtù che in qualche caso particolare producano il loro effetto.

2° Ma se non si ammette l\’assoluta immutabilità e costanza delle leggi naturali – continuano a dire gli avversari del miracolo – viene tolto il fondamento di ogni certezza, che è necessaria per le nostre operazioni e per la scienza.
Chi non vede che una simile difficoltà si fonda sopra un falso supposto? Il miracolo non importa una derogazione continua e di tutte le leggi della natura, ma molto rara, ristretta a pochi casi particolari. È un\’eccezione e l\’eccezione conferma la regola; un\’eccezione su cui praticamente non si deve far conto, sia nella condotta della vita, come nello studio delle scienze. Chi potrà dire seriamente p. es. che le leggi di gravitazione, le leggi biologiche sono diventate incerte, perché un giorno San Pietro ha camminato sopra le acque senza sommergersi, o perché Gesù Cristo ha risuscitato dei morti?
Negare la possibilità del miracolo è lo stesso che negare l\’esistenza di Dio.

Conoscibilità del miracolo

È questo il punto dove più viva ferve la lotta. Molti, specialmente coloro, che vogliono combattere la religione e sembrare alieni da pregiudizi, non negano la possibilità del miracolo ma la sua conoscibilità, Dicono, se si tratta di miracoli antichi, che è ben difficile constatarne il carattere storico; se di recenti, che sono state possibili allucinazioni. Ed anche ammettendo la storicità dei fatti non si può essere certi che siano trascendenti, perché il loro carattere soprannaturale sfugge alle nostre osservazioni e perché non si conoscono tutte le forze naturali. Quante volte non si è sbagliate e si sono creduti veri miracoli dei fatti dovuti a forze naturali ancora occulte. Le forze occulte sono la trincea, dove si nascondono gli increduli, quando non hanno più altri argomenti.
Ammettiamo che alcune volte, da persone troppo semplici e corrive a credere, in presenza di qualche fatto straordinario, troppo presto si è gridato al miracolo, e che si sono avuti come miracoli dei fatti che in realtà non lo erano. Ma queste sono eccezioni rarissime. Ammettiamo pure che alcuni fatti prodigiosi, narrati da qualche antico scrittore, debbano essere vagliati da una sana critica e possano essere trovati leggendari. Ma affermiamo che se non tutti i miracoli che avvengono, almeno molti si possono conoscere con ogni certezza.
Innanzi tutto è facile constatare la loro realtà storica, Se si tratta di fatti presenti si possono conoscere come qualsiasi altro fatto sensibile con la testimonianza dei sensi. Questa testimonianza è certissima; perché o si cade nel più assoluto scetticismo o bisogna ammettere che i nostri sensi quando sono ben disposti e in condizioni normali, e non trovano impedimento nel mezzo ambiente, sono capaci di riferire con certezza gli oggetti che si percepiscono. Questo si deve affermare a maggior ragione dei fatti meravigliosi, che fanno maggiore impressione e rendono perciò più attenti, aguzzano le facoltà per osservare anche le minime circostanze e mettersi così al riparo di inganno o di illusione. Vi sono poi dei fatti così semplici ed evidenti, per es. vedere una piaga aperta o chiusa, un osso spezzato, che sono facilissimi a constatare.
Se invece si tratta di fatti passati o lontani, la loro realtà storica si può constatare per mezzo di testimonianze degne di fede, rivestite di tutti i caratteri di scienza e di veracità, per mezzo di documenti, di monumenti, ecc. Negare la realtà di un fatto unicamente perché è miracoloso, quando vi sono in suo favore tutti gli argomenti più convincenti, è un aprire la via allo scetticismo storico, un rovesciare tutte le leggi storiche.

Difficoltà e risposte

È bene vedere quali siano le principali scappatoie, per cui i nemici del miracolo tentano di sfuggire alla forza stringente dei nostri argomenti.

1° Vi possono essere state delle allucinazioni – ecco la prima scappatoia – le quali hanno fatto credere alla esistenza di un fatto, in realtà non avvenuto.
Questo fenomeno morboso, dovuto alla debolezza dell\’organismo e specialmente a qualche turbamento del sistema nervoso, può avvenire in soggetti particolari, che vi sono disposti; ma non si può erigere l\’anomalia in regola generale. Non è affatto vero che persone sane e robuste, normali, non affette da mali nervosi, per questo solo che si trovano insieme con altre, perdano il dono di vedere e di giudicare e divengano cieche e allucinate, specialmente nelle cose più evidenti e palpabili, p. es. la risurrezione di un morto, la moltiplicazione di pochi pani. Si direbbe che gli allucinati sono piuttosto coloro che, perseguitati e oppressi dal fantasma del miracolo, lo vogliono allontanare ad ogni costo.

2° Perché un miracolo possa essere sufficientemente accertato, bisognerebbe che potesse ripetersi a volontà dell\’osservatore, nelle circostanze volute, bisognerebbe che ci fossero delle commissioni di fisiologi, di chimici, di fisici, ecc. per constatarlo. Così Voltaire e Renan.
È una sfida al buon senso. È un prendersi gioco di Dio, volendo che si sottometta al capricci di creature piene di orgoglio, e che si riduca quasi nella condizione di un volgare giocoliere, proprio quando manifesta la sua onnipotenza. È anche un prendersi gioco del genere umano, cui si nega la capacità di conoscere e verificare i fatti più semplici e palpabili, la frattura di un osso, la morte di uno, ecc. Non occorre per questo avere una laurea di medicina, di chimica o di fisica o fare dei gravi e complessi esperimenti, ma basta il più elementare buon senso.
Molti fatti per altro sono stati esaminati con tutte le garanzie possibili da commissioni di dotti, p. es. dalle Congregazioni Romane, dal Bureau des Constatations à Lourdes, ecc. (8).

3° Certo però che un fatto soprannaturale sfugge alle nostre osservazioni.
Anche questo è falso. Pur essendo soprannaturale, superiore cioè alle forze, alle leggi della natura, un miracolo non cessa di essere un fatto sensibile, che può essere constatato con ogni certezza.

 

(Cfr. http://www.paginecattoliche.it/modules.php?name=News&file=article&sid=194 )