Diciamo NO alla normalità gay su RaiTre

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 Gandolfini (Family day): su Rai 3 indottrinamento gender in prima serata

Siamo sconcertati e condanniamo fermamente che in prima serata, nella fascia di maggiore ascolto, RAI 3 abbia messo in onda il programma “Stato Civile”, con un’operazione culturale a favore delle unioni omosessuali e dell’"omogenitorialità" (senza alcuno scrupolo nell’utilizzo strumentale di bambini e minori), priva di alcun contraddittorio e con il sapore di una vera e propria colonizzazione ideologica.

È a tutti ben noto quanto divisivo sia stato il percorso dell’approvazione della legge sulle unioni civili assimilate al matrimonio, imposta con due voti di fiducia, contro la volontà popolare espressa in due Family Day da milioni di persone. Questo popolo ha mantenuto la promessa e si è ricordato di chi sta lavorando contro la famiglia, dichiarando il suo NO nel recente voto referendario. U

n NO sempre e a chiunque sostiene campagne ed azioni culturali e politiche contro il diritto dei bimbi di avere mamma e papà e a chi vuole colonizzare le menti dei più giovani, equiparando l’unione gay al matrimonio, proponendo il supermercato delle tipologie di famiglie.

Il programma, pur non esplicitandola mai, è strumento di quell’ideologia gender, che rende possibile identità di genere variabili e che Papa Francesco ha definito “uno sbaglio della mente umana”. È in atto un indottrinamento ideologico indegno di uno stato democratico, con l’imposizione di una morale di stato che offende le radici storico-culturali del popolo italiano.

Chiediamo quindi ai vertici RAI, alla Commissione Vigilanza, alle forze politiche ed ai singoli parlamentari di prendere posizione e di fermare questo abuso mediatico e culturale, dando forma ad una par condicio che preveda un dibattito pubblico in cui si possa far sentire la nostra voce,
sempre ignorata ed oscurata, in sfregio ai principi democratici. Alle forze e agli uomini politici in particolare indirizziamo il nostro monito, molto concreto, al momento del voto, presto o tardi che sia: ce ne ricorderemo!
Non abbiamo nessuna intenzione di fermarci ed attendiamo risposte concrete.
Roma, 27 dicembre 2016
Comitato Difendiamo i Nostri Figli

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Una petizione al link: https://www.osservatoriogender.it/stato-civile

 

Le normalizzazione LGBT arriva in prima serata sulle emittenti pubbliche italiane con il programma di Rai 3 condotto da Daria Bignardi, “Stato Civile” che andrà in onda per cinque giorni di fila, il 26, 27, 28, 29 e 30 dicembre, alle 20,05 invece che alle 23, orario in cui era stato trasmesso finora. 

L’obiettivo è quello di entrare nelle case degli italiani all’orario di punta per raccontare e spiegare la “normalità” di ogni tipo di amore, in special modo di quello omosessuale.

Una delle prime a festeggiare per l’inattesa promozione del programa, dalla seconda alla prima serata, è la stessa “madre” della legge, la senatrice Pd Monica Cirinnà che sul suo profilo “Facebook” ha così accolto la piacevole novità:

Le Unioni Civili arrivano in prima serata su Rai3:#StatoCivile. In prima visione il 26, 27, 28, 29 e 30 alle 20.05. Daria Bignardi coraggiosa!

Stato Civile, la cui prima puntata è andata in onda giovedì 3 novembre, si propone dunque di raccontare, in chiave moderna, sotto forma di docureality, le prime unioni civili celebrate in Italia, mettendone in risalto l’assoluta normalità.

Il programma, che vuole essere un inno ad ogni tipo di unione, a prescindere dal sesso dei componenti, tuttavia sceglie in maniera astuta ed accurata le storie da raccontare, presentando come regola quello che nella realtà costituisce una rarissima eccezione.

Un copione scontato, andato in onda già dalla prima puntata con la storia di Orlando e Bruno, due ultrasettantenni che guarda caso stanno insieme da 52 lunghissimi anni e che nel 2016, grazie al ddl Cirinnà, hanno finalmente hanno potuto coronare il loro sogno d’amore.

OPERAZIONE IDEOLOGICA SENZA PRECEDENTI

In questa prospettiva, il programma della Bignardi rappresenta una vera e propria operazione di indottrinamento ideologico che adotta un metodo noto della propaganda LGBT, esplicitamente teorizzato nel manuale di tattica politica del movimento omosessualista, After the Ball: How America Will Conquer Its Fear & Hatred of Gays in the 90s, pubblicato nel 1989 da Marshall Kirk e Hunter Madsen.

In After the Ball, i due omosessuali educati ad Harvard che con il loro scritto si ponevano l’obiettivo di rilanciare l’azione omosessualista negli Stati Unit, spiegarono chiaramente come la nuova strategia gay avrebbe dovuto adottare tre differenti modalità tattiche di approccio, corrispondenti ad altrettanti gruppi di persone diverse:

  1. quelli fermamente contrari all’omosessualità da isolare e silenziare;
  2. gli indecisi della “Middle America”, da desensibilizzare e convertire;
  3. e per ultimi quelli già “gay friendly”, da mobilitare per la causa omosessuale.

Per ottenere risultati occorreva agire simultaneamente su tutti e tre i fronti anche se quello decisivo, sul quale sarebbe stato determinante concentrare gli sforzi, era quello degli indecisi, definiti dagli autorigli ambivalenti scettici“.

Nei confronti di ognuno di queste gruppi venne stilato un accurato prontuario di suggerimenti e raccomandazioni, “pensato su misura”, per raggiungere i risultati prefissati.

In particolare, per il pubblico degli indecisi si legge:

 

«indebolisci l’opposizione religiosa all’omosessualità mischiando le acque. Dividi e conquista. Fai scontrare tra loro le chiese liberali e moderate con quelle conservatrici; nelle TV commerciali non tirar fuori donne mascoline, drag queen e così via. Invece presenta le persone dall’aspetto più ordinario: mostra immagini di giovani, donne di mezz’età, persone più vecchie che sono genitori o amici di omosessuali; presenta grandi personaggi storici omosessuali. (…) L’idea che l’omosessualità è associata con la grandezza scuote le credenze delle persone».

IL TARGET SONO GLI SCETTICI

Il metodo adottato dal programma lo “Stato Civile” è identico. Il target di pubblico di riferimento sono gligli ambivalenti scettici“, da incantare e conquistare attraverso una seducente trama costruita a tavolino che mostri rigorosamente solo il volto “bello” e “rassicurante” delle relazioni omosex. Non una parola su infedeltà, malattie, figli allevati senza una madre o un padre, ecc.

In tale ottica, spazio solo a relazioni lunghe e solidissime, con il chiaro intento di spiazzare e smentire il pubblico degli “ambivalenti scettici”, istintivamente, per natura, diffidente di fronte a unioni tra due donne o due uomini, ma che di fronte a “tanta normalità” creata ad arte rimane confuse e titubante finendo coll’abboccare all’abile trappola.

Alla luce di tali considerazioni, la messa in onda del programma “Stato Civile” sulle nostri reti pubbliche in prima serata, lungi dall’essere un lodevole servizio pubblico, rappresenta in realtà un’intollerabile e prepotente imposizione ideologica, volta unicamente a creare disinformazione al fine di piegare gli indecisi o “ambivalenti scetticial diktat etico contemporaneo.

 

Di Rodolfo de Mattei, per https://www.osservatoriogender.it/stato-civile-il-gender-diktat-va-in-onda-in-prima-serata-su-rai3/?refresh_cens