(CorSera) La crisi matrimoniale

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CorSera 08 novembre 2006





 

Rapporto dell’Eures: boom di separazioni e divorzi

Matrimoni, se ne rompe uno ogni 4 minuti

 

La crisi fra il terzo e il quinto anno. In aumento le unioni civili, più solide le nozze in Chiesa. Napoli è la città in cui ci si sposa di più.
ROMA – In Italia ci si sposa sempre meno e aumentano le separazioni e i divorzi, che hanno raggiunto il preoccupante ritmo di uno ogni quattro minuti. È quanto risulta dal rapporto Eures (Istituto di Ricerche Economiche e Sociali) dall’eloquente titolo «Finché vita non ci separi».

CI SI SPOSA MENO – Negli ultimi trent’anni i matrimoni sono diminuiti del 32,4 per cento, passando dai 373.784 del 1975 (con un indice pari al 6,7 per mille abitanti) ai 250.974 del 2005 (con un indice del 4,3). Più elevato il dato del sud, con la Campania che presenta l’indice di nuzialità più alto (5,3 ogni mille abitanti); il Lazio è l’unica regione d’Italia in cui il numero dei matrimoni abbia fatto segnare un incremento rispetto al 1995 (da 4,7 a 5,1), anche per effetto del «turismo matrimoniale»: le coppie arrivano da mezzo mondo nella città eterna per convolare a nozze. Al nord ci si sposa meno della media nazionale, con un picco negativo in Emilia-Romagna (3,5 matrimoni ogni mille abitanti). Napoli è la città in cui ci si sposa di più (17.881 matrimoni nel 2005, pari a 5,8 ogni mille abitanti). L’età media del matrimonio, negli ultimi tre decenni, è salita di 7 anni tra gli uomini e di oltre 5 per le donne. Nel 2006 lo sposo aveva in media 33,7 anni, la sposa 30,6. Altra tendenza rilevata quella relativa alla separazione dei beni: al momento del sì optano per questa soluzione oltre una coppia su due.

NOZZE RELIGIOSE – In calo il matrimonio in chiesa, che nel 1975 veniva scelto dal 91,6 delle coppie, contro il 67,6 del 2005. Fa eccezione il sud, dove otto coppie su dieci ancora vogliono andare all’altare. L’incidenza più bassa delle nozze religiose si registra in Friuli (48,5 per cento). Prudentemente, si preferisce in ogni caso optare per la separazione dei beni, scelta dal 54,3 per cento delle coppie italiane; e la percentuale sale ancora al nord (61,7%). C’è poi anche chi ci riprova: il 7,7 degli sposi e il 6,6 delle spose sono alla seconda esperienza matrimoniale, con un’età media di 45 anni. Ed è pari al 10,5 per cento l’incidenza dei matrimoni con almeno un coniuge non italiano: nella maggior parte dei casi (58,1%) l’italiano è lo sposo, mentre lei è straniera.

QUELLI CHE FANNO CRAC – Ma quello che salta agli occhi è il dato delle separazioni e dei divorzi, saliti rispettivamente a +59% e +66% per cento negli ultimi dieci anni. È il sud a registrare l’incremento più consistente, sia delle separazioni (+84,7 per cento, contro il 46,3 del nord) sia dei divorzi (+74,7 per cento, contro il +61,3 del nord). Complessivamente, nel 2004 si contano oltre 128mila separazioni e divorzi (rispettivamente 83.179 e 45.097), pari a 352 sentenze al giorno: come dire che ogni quattro minuti, in Italia, si spegne un sogno d’amore sancito con le nozze. A livello regionale, i valori più elevati si registrano in Liguria, con 91,2 separazioni e divorzi ogni cento matrimoni); il valore più «rassicurante» in Calabria, dove per cento matrimoni si registrano «solo» 24 tra divorzi e separazioni. Più solidi si rivelano i matrimoni religiosi (5,6 divorzi ogni cento matrimoni in chiesa, nel 1975, contro 13,1 divorzi tra chi si era sposato civilmente).

LA CRISI TRA IL TERZO E IL QUINTO ANNO – Il picco delle separazioni si registra fra il terzo e il quinto anno di matrimonio (come dire che alla classica crisi del settimo anno non si fa nemmeno in tempo ad arrivare). E non ci si lascia più per colpa, ma per intolleranza reciproca, e consensualmente: la stragrande maggioranza dei divorzi è concessa a seguito di domanda congiunta dei coniugi, con valori che passano dal 69,4 per cento del 1995 al 78,2 del 2005. Dall’aumento delle separazioni scaturisce l’incremento delle famiglie mongenitoriali e dei figli affidati: secondo i dati Istat, il numero dei minori affidati dopo una separazione è pari nel 2004 a 64.292. In oltre la metà delle separazioni (52,9 per cento) è presente almeno un figlio minore; nell’80 per cento dei casi, è la madre che ottiene l’affidamento, mentre si rileva una crescita costante degli affidamenti congiunti, che arrivano nel 2004 al 12,7 dei casi di separazione e al 10% dei divorzi.

NEL RESTO D’EUROPA – Su scala europea, è Cipro la nazione in cui ci si sposa di più: ogni mille abitanti si contano 14,5 matrimoni, contro i 4,9 matrimoni ogni mille abitanti che costituiscono la media europea. Fanalino di coda la Slovenia, con solo 3,5 matrimoni ogni mille abitanti. Gli sposi più giovani sono i lituani (25 anni in media), seguiti da polacchi e romeni (24 anni); gli sposi più anziani si registrano in Svezia (31,3 anni), mentre in Italia, tra il 2000 e il 2002, l’età media è di 29,9 anni (la media dell’Unione europea è di 28,9 anni).