(CorSera) La conversione di Blair

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Il leader laburista in visita al Vaticano, incontrerà Benedetto XVI
Blair dal Papa, abbraccerà il cattolicesimo
I quattro figli di Tony e Cherie sono tutti
battezzati cattolici. Ma l’annuncio avverrà solo dopo il passaggio di
consegne con Brown

LONDRA – Quando incontrerà il Papa domani (sabato, ndr)
a Roma Tony Blair non discuterà solo una possibile visita di Benendetto
XVI in Gran Bretagna, ma anche la sua conversione al cattolicesimo. E’
quanto hanno confidato alla stampa alcuni stretti collaboratori del
premier uscente, che secondo le stesse fonti avrebbe deciso di
ritardare l’adesione alla chiesa cattolica sino a fine mandato per
evitare problemi costituzionali. Nonostante l’ormai celebre frase
pronunciata dall’allora braccio destro di Blair, Alastair Campbell,
subito dopo l’insediamento a Downing Street, «We don’t do God», ovvero
«Non ci occupiamo di Dio», il primo ministro è molto fedele.

Quando era ancora leader dell’opposizione, era solito
frequentare la domenica assieme alla famiglia la chiesa cattolica di
Santa Giovanna d’Arco a Islington, dove faceva abitualmente la
comunione. Ha smesso solo dopo essere diventato primo ministro. I
quattro figli dei Blair sono stati tutti battezzati cattolici. Euan e
Nicholas, i più grandi, hanno frequentato la London Oratory, la più
quotata scuola cattolica di Londra.
Secondo la stampa britannica il premier annuncerà la
decisione di convertirsi subito dopo il passaggio di consegne con il
cancelliere dello scacchiere Gordon Brown, la settimana prossima.
L’ufficio stampa di Downing Street non ha né confermato, né smentito la
notizia. Negli ultimi anni Blair ha stretto amicizia con diversi preti,
tra cui padre Michael Seed, guida spirituale dei deputati cattolici di
Westminster, padre Timothy Russ, che ha celebrato la messa per i Blair
in forma privata nella residenza di campagna di Chequers, e padre John
Walsh, cappellano della Royal Air Force, l’aeronautica militare di Sua
Maestà.
Paola De Carolis
23 giugno 2007