Al Qaeda: «Colpiamo la Spagna e si ritirerà da Bagdad»
Un network del terrore che ha nei fondamentalisti islamici il braccio armato
di Magdi Allam
Il matrimonio d’interesse tra l’alleanza del terrore è stato reso possibile dall’attivismo dei dirigenti della Alleanza nazionale patriottica irachena, Jabbar Al-Kubaysi e Awni Al-Kalemji, che risiedevano in Europa. Qui, tramite il circuito dei circuiti antimperialisti, hanno stretto legami con l’Eta e altre sigle del terrorismo internazionale.
Al-Kubaysi, rientrato in Iraq alla vigilia della guerra, dirige la «resistenza» armata a Falluja contro le forze americane e i «collaborazionisti». Ed è sul terreno che si realizza l’intesa operativa con i terroristi islamici autoctoni e stranieri provenienti da ogni parte del mondo. L’obiettivo di Al-Kubaysi è dar vita, entro la fine di marzo, a un Fronte di liberazione nazionale che dovrebbe associare laici e religiosi, sunniti e sciiti, arabi e curdi contrari alla «pax americana».
Al-Kalemji proprio ieri si trovava a Barcellona per propagandare l’idea del Fln iracheno. Il tour italiano è invece affidato a Shawkat Khazindar che, dopo essere stato a Roma, Napoli, Sassari, Perugia, Milano, Firenze, ieri ha tenuto una conferenza a Porto S. Giorgio (Fermo). Queste le parole d’ordine inalberate: «No all’occupazione dell’Iraq! Ritirare i soldati italiani! Nessun sacrificio per la guerra di Berlusconi! Nessun inciucio con i guerrafondai! Fuori le basi Usa dall’Italia! Fuori l’Italia dalla Nato! Solidarietà con l’Intifada palestinese e la Resistenza irachena!». Una strategia condivisa dal Campo Antimperialista che ospita gli esponenti della «resistenza irachena», ha già promosso la raccolta di 12 mila euro per finanziarne l’attività propagandistica, condivide e sottoscrive gli attentati compiuti contro gli americani e i loro alleati. Compreso il massacro dei carabinieri a Nassiriya: «Gli attacchi ai militari sono legittimi anche in base alle leggi internazionali – sostiene Moreno Pasquinelli portavoce internazionale del Campo Antimperialista -. Se partiamo dal presupposto che anche gli italiani sono occupanti, gli iracheni li considerano nemici. Io considero l’attacco alla caserma dei carabinieri italiani a Nassiriya come attacchi di guerriglia e di resistenza legittimi. Noi non li chiamiamo terrorismo».
Ed è lo stesso Pasquinelli che chiarisce: «Tra i resistenti baschi, iracheni e afghani c’è un grande obiettivo comune: no all’impero americano, cacciare gli americani e rimandarli a casa». Sulla strage di Madrid precisa: «Sul livello etico noi condanniamo ogni forma di stragismo. Ma sul livello politico gli integralisti islamici si considerano una potenza statale in fieri, la Umma musulmana. Sono in guerra con gli Stati Uniti e i loro alleati. Dal loro punto di vista queste azioni sono azioni di guerra contro l’aggressione e il militarismo americano. Questo stragismo non è di pazzi criminali. Ha delle cause che risiedono nell’unilateralismo imperialistico americano, sono atti a sfondo politico, vanno compresi politicamente. Sono atti di guerra di gruppi che chiedono il ritiro dell’America dall’Iraq e di Israele dai territori occupati. Noi condividiamo questi obiettivi. La logica politica di chi ha fatto la strage di Madrid è ottenere il ritiro degli spagnoli dall’Iraq».
Pasquinelli illustra così il legame operativo con la «resistenza» irachena: «Ogni serio movimento antimperialista deve essere pronto a combattere. Noi quello che diciamo facciamo. Devono esistere naturalmente le condizioni politiche. Oggi non esistono. Mi pare chiaro che gli antimperialisti che dicono che bisogna fermare i guerrafondai americani, sono anche disposti a aiutare con gesti concreti le resistenze che noi riteniamo legittime e giuste. Anche combattendo».
E’ in questo magma accomunato dall’antiamericanismo che si è consumata la strage di Madrid. Una torbida realtà che ha il suo epicentro in Iraq ma che coinvolge più che mai l’Italia e l’Europa.