Card. Caffarra
Omelia al Santuario B.V. Maria della Guardia
Tortona, 29-08-09
1. La prima lettura, cari fratelli e sorelle, ci ha fatto sentire le lodi che la Sapienza fa di se stessa ed il suo invito rivolto a tutti noi: «Avvicinatevi tutti a me, voi che mi desiderate, e saziatevi dei miei frutti».
Di quale sapienza si parla? Della sapienza che l’uomo acquisisce quando ascolta docilmente l’istruzione del Signore. Egli ci istruisce e mediante la nostra coscienza morale e mediante la divina Rivelazione.
Il Signore infatti non si è limitato a rivolgerci la sua parola mediante la voce della coscienza, ma venendo Lui stesso a vivere in mezzo a noi per istruirci circa la via della salvezza. «Dio, dopo aver parlato molte volte ed in molti modi ai padri mediante i profeti, negli ultimi tempi ha parlato a noi mediante il suo Figlio» [Eb 1,1].
Avete sentito che cosa dice di sé la sapienza: «Mi disse: fissa la tenda in Giacobbe, prendi possesso di Israele, e tra i miei eletti affonda le radici». Queste parole divinamente ispirate prefigurano l’avvenimento centrale di tutta la storia. La Sapienza increata, il Verbo unigenito che è “Luce da Luce”, viene inviato in mezzo a noi, per fare di noi la sua Chiesa.
Ciò è accaduto nel grembo di Maria, la sede della Sapienza, dalla quale il Verbo è stato concepito e generato nella nostra natura umana. Ed il Santo Vangelo appena proclamato narra precisamente la prima venuta della Sede della sapienza in una famiglia umana: «In quei giorni, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta».
Che cosa accade quando in Maria la Sapienza incarnata entra nella casa degli uomini? «Elisabetta fu piena di Spirito Santo… il bambino ha esultato di gioia» nel suo grembo. Ecco che cosa accade: lo Spirito Santo riprende possesso della sua creazione e l’uomo può ancora “esultare di gioia”.
Cari fratelli e sorelle, è la presenza di Cristo nella nostra vita, nelle nostre famiglie e nelle nostre case, che anche nelle più gravi tribolazioni, ci fa vivere bene. «Chi mi ascolta, non sarà deluso, e chi compie le mie opere non peccherà. Chi mi rende onore, avrà la vita eterna», ci ha detto la Sapienza. Sì, miei cari amici, chi rende onore alla parola evangelica, avrà la vera vita: vivrà una buona vita.
2. Ma qui tocchiamo il nodo centrale della condizione dell’uomo di oggi.
Non pochi oggi ritengono che l’uomo non ha bisogno della luce della Sapienza divina, per raggiungere il suo vero benessere. Anzi, siamo ormai dentro ad un vero proprio scontro culturale, fra una cultura che si va costruendo sulla convinzione che si può vivere benissimo anche senza Dio ed una proposta, quella cristiana, che afferma la possibilità di un incontro con Cristo che solo può salvarci.
In un discorso che S. Luigi Orione tenne nel 1921, disse con vera perspicacia profetica: «Se c’è uno stato di cose che spaventa, più di quello di un dominio di un tiranno, è quello di un domani in cui le masse popolari camminassero prive di Dio. Come si può pensare al giorno in cui l’umanità non vivesse più di Dio? Senza padre e senza madre si può vivere, ma senza Dio no» [cit. da Nel nome della Divina Provvidenza, Piemme, Casale Monferrato 2004, pg. 50]. È proprio questo il tragico tentativo che l’Occidente sta sperimentando.
Cari fratelli e sorelle che cosa fare in una situazione in cui l’uomo è in così grave pericolo? Mi limito solo ad un accenno, che però reputo di fondamentale importanza.
La sapienza cristiana, cari amici, viene trasmessa di generazione in generazione nelle famiglie, in primo luogo. L’atto educativo è la pietra angolare di ogni vera civiltà. La Sede della sapienza visitò dapprima una famiglia, una casa.
La S. Vergine sia «Guardia» in primo luogo delle nostre famiglie. Tenga lontane da esse tutte le insidie che oggi la minacciano; le visiti – come ha fatto con Elisabetta – perché in ognuna di esse possa sempre esserci la gioia pura e vera dell’amore e del dono della vita.