Rino Cammilleri: Fra Riccardo Pampuri, santo e medico condotto, Mondadori, Milano 2000, pp. 248, € 12.39.
Nota introduttiva, del Sac. Luigi Giussani
Erminio Pampuri era un piccolo medico condotto.
All’inizio del secolo si fece frate Riccardo nell’ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio – i fatebenefratelli – perché voleva diventare santo.
Santo.
C’è un modo di intendere questa parola che la identifica con una sorta di eccezionalità strana, quasi una stravaganza legata a particolari doti di carattere e di coerenza etica.
Ma noi sappiamo che la santità nella vita della Chiesa è la “stoffa” della vita di fede.
Dunque l’ideale di tutti e di ciascuno che sia raggiunto e investito dall’Avvenimento cristiano che ha salvato l’uomo dalla distruzione.
San Riccardo ci offre un esempio eclatante di questa grande verità: egli fu uomo vero perché aderì con semplicità e sincerità a una Presenza familiare.
Non è diventato grande per essersi impegnato in un grintoso affronto della realtà,
Inevitabilmente destinato a delusione per l’originale peccato dei nostri progenitori.
Egli è per noi una testimonianza solare di quanto san Paolo dice di se stesso: “Pur vivendo nella carne io vivo nella fede del Figlio di Dio” (Gal 2,20).
E tutta la vicenda umana di san Riccardo, tanto fu breve quanto resterà per sempre a segnare il destino per cui siamo stati fatti: riconoscere Colui che è tra noi, il volto buono del Mistero che fa tutte le cose, presente qui ed ora, secondo la modalità descritta da san Giovanni nel Prologo del suo Vangelo: “Il Verbo si è fatto carne e abita in mezzo a noi” (1,14).
Da quasi duemila anni l’eco di quell’annuncio ha attraversato il tempo e lo spazio e si è comunicato al mondo, come fece con Giovanni e Andrea, i primi due che seguirono Gesù, quel giorno sul far della sera.
E così è arrivato fino a noi, attraverso i nostri genitori e coloro che ce ne hanno parlato.
E oggi ci raggiunge anche per via dei segni imprevedibili che san Riccardo opera nella vita di tanti, segni positivi che aumentano la gloria umana di Cristo nella storia.
San Riccardo fu tutto determinato – sentimento, pensiero e azione – dall’amore per cui Cristo si è fatto uomo e da un’energia di abbandono a Lui, che ha già vinto la morte: “E sono persuaso che colui che ha iniziato in voi quest’opera buona la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù” (Fil 1,6).
Come scrisse egli stesso in una lettera alla sorella: di Signore non mancherà di compiere l’opera sua, e di mano in mano che riuscirò a diventare un sempre più buon frate vedrò anche sempre più risplendere in me quella gioia, quel gaudio e quella pace che con tanto amore mi auguri e che di tutto cuore auguro a te pure nella sovrabbondanza delle benedizioni di Dio, soprattutto in queste feste del Santo Natale in cui tutta la Chiesa, anzi tutto il mondo, esulta di riconoscenza d’amore per il Verbo Divino fattosi per noi uomo come noi”.
Questo amore a Cristo si distese in lui in una serie infinita di gesti di attenzione agli uomini e alle donne che incontrava nei loro bisogni elementari, curando e sanando fino alla fine dei suoi giorni.
Per questo san Riccardo, come ogni santo, è parte di un popolo, fattore di costruzione di un popolo nuovo, quella realtà insieme umana e divina che Paolo VI chiamava entità etnica sui generis.
Da quando lo abbiamo conosciuto qualche anno fa attraverso il racconto stupefatto di chi ne ha avuto beneficio nel corpo e nello spirito, san Riccardo è per noi la testimonianza mirabile che la santità come ideale di umanità vera è alla portata di tutti.
Nella sua figura semplice e discreta di medico condotto – che giganteggia nella nostra campagna lombarda – ciascuno di noi ritrova i lineamenti dei proprio volto umano autentico.
Tanto che non si può non aderire alla verità dell’invito della Didaché: “Cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dal loro discorsi”.
Il santo dei fatebenefratelli ci insegna che il grande problema della santità cristiana è riconoscere una Presenza eccezionale che è entrata nella storia del tempo.
Così che la creatura nuova generata dall’acqua dei Battesimo si erge sulla scena del mondo come un protagonista nuovo, chiamato a cambiare la terra insieme ai fratelli uomini, fino al suo compimento finale, che sarà come e quando al misterioso disegno del Padre piacerà.
sac. Luigi Giussani
Milano, 26 febbraio 1997