(CR) Nuove iniziative dell’anticristo iberico

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ANTICATTOLICESIMO: nuovo affondo del Partito socialista spagnolo
(CR1050/01 del 12 luglio 2008) Lo slogan scelto dal 37° Congresso del Psoe in corso a Madrid è La fuerza del cambio e in effetti i “cambiamenti” promossi dal partito di José Luis Zapatero non mancano, anche se si tratta sostanzialmente di una nuova ondata di attacchi alla Chiesa cattolica rea, agli occhi dei socialisti, di aver sostenuto il Partito Popolare nelle ultime elezioni.

Una delle mozioni più “avanzate” esaminata dai socialisti prevede di «sopprimere progressivamente i crocifissi negli spazi pubblici e atti ufficiali», quali per esempio «i funerali di Stato ed i giuramenti dei Ministri» al Palazzo reale della Zarzuela.

L’obiettivo del Psoe è quello di fare un ulteriore passo in avanti per rafforzare la laicità dello Stato o, per meglio dire, il laicismo che i socialisti hanno imposto al Paese in questi anni di Governo.
Una decisione questa che probabilmente innescherà un nuovo scontro nei difficili rapporti tra il governo Zapatero e la Conferenza episcopale spagnola, dopo quattro anni di tensioni su alcune leggi (matrimoni gay e divorzio rapido) promosse dai socialisti.

In termini più concreti, la mozione, che è stata presentata dalla direzione del Psoe, punta alla «progressiva sparizione dei simboli e liturgie religiose negli spazi pubblici e atti ufficiali», nell’ambito di una già annunciata revisione della Legge organica sulla Libertà Religiosa (approvata nel 1980).
«L’emendamento fa tra l’altro riferimento alla presenza dei crocifissi nei ministeri o ai funerali di Stato», ha ricordato il quotidiano “El Pais” del 6 luglio, rilevando come la mozione ribadisca che «una concezione laica dello Stato rappresenta un segno d’identità politica del socialismo».

La Chiesa cattolica, aggiunge il documento, «deve essere cosciente» del fatto che la Costituzione spagnola non contempla «alcun privilegio» nei suoi confronti.
Essendo un documento interno al partito non sono al momento previsti dei termini precisi per l’entrata in vigore di quanto previsto nella mozione.

D’altra parte, al fine di non dare l’impressione di un eccessivo radicalismo, gli autori del documento hanno sottolineato ipocritamente come «l’obiettivo del Psoe non sia quello di agire tramite un imperativo legale, bensì di orientare e accompagnare» i cambiamenti della società spagnola, che devono essere promossi «tenendo conto del sentimento generale dei cittadini».

Già nelle scorse settimane, diverse federazioni regionali del Psoe avevano reso noto di voler presentare al Congresso una mozione che puntasse proprio ad una modifica in senso più laico della Legge sulla Libertà Religiosa. La mozione discussa invece non ha accolto, il punto avanzato con forza dall’ala sinistra del partito, che vuole riesaminare addirittura gli accordi firmati nel 1979 tra lo Stato spagnolo e la Santa Sede.
Il congresso del Psoe, che per la terza volta ha rinnovato il mandato quale leader a Zapatero, ha affrontato anche altri temi eticamente sensibili, in primo luogo l’aborto per il quale si chiede una maggiore liberalizzazione, oltre al tema dell’immigrazione e alla difficile situazione economica nella quale si trova da un po’ di tempo la Spagna.

All’indomani della chiusura del Congresso, Jose Luis Zapatero ha dichiarato che le mozioni approvate si trasformeranno presto in disegni di legge. Le priorità saranno il voto degli immigrati, la revisione della legge sull’aborto e l’introduzione della morte degna (che sembra far presagire una sorta di diritto all’eutanasia).