Corrispondenza Romana 1 ottobre 2013
Guido Barilla e le lobby gay
(di Lupo Glori) Tutti i quotidiani si sono occupati in questi giorni della feroce ed assurda polemica scatenatasi in seguito alle dichiarazioni rilasciate lo scorso 25 settembre 2013 da Guido Barilla, a capo della multinazionale di famiglia, al programma radiofonico “La Zanzaraˮ diretto da Giuseppe Cruciani.
È interessante ripercorrere le tappe di questa vicenda che si è conclusa ahinoi con un clamoroso ma forse prevedibile dietrofront del protagonista, in quanto estremamente sintomatica di quello che è il clima sociale e culturale nel nostro paese e non solo. Tutto ha avuto inizio mercoledì 25 ottobre, quando, il 55enne Barilla, pronipote del fondatore Pietro, interloquendo per radio con il conduttore Cruciani attorno alla questione del ruolo della donna all’interno degli spot televisivi, si è trovato a parlare anche di coppie omosessuali.
L’industriale di Parma ha espresso il suo pensiero con le seguenti parole: «Noi abbiamo una cultura vagamente differente. Per noi il concetto di famiglia è sacrale, rimane uno dei valori fondamentali dell’azienda. La salute, il concetto di famiglia. Non faremo uno spot gay perché la nostra è una famiglia tradizionale». Guido Barilla ha poi precisato: «A uno può non piacere. Se gli piace la nostra pasta, la nostra comunicazione, la mangiano. Se non gli piace quello che diciamo, faranno a meno di mangiarla e ne mangiano un’altra. Ma uno non può piacere sempre a tutti».
Di fronte a una nuova domanda del conduttore Giuseppe Cruciani su un’eventuale famiglia omosessuale seduta a tavola, il CEO della multinazionale della pasta ha ribadito: «Non lo farei, ma non per una mancanza di rispetto agli omosessuali, che comunque hanno il diritto di fare quello che vogliono e ci mancherebbe altro, però senza disturbare gli altri, ma perché non la penso come loro e penso che la famiglia cui ci rivolgiamo noi è comunque una famiglia classica. Nella quale la donna, per tornare al discorso di prima, ha un ruolo fondamentale, è il centro culturale di vita strutturale di questa famiglia».
In brevissimo tempo le dichiarazioni di Guido Barilla hanno scatenato le reazioni isteriche ed incontrollate della comunità LGBTQ, iniziando a fare il giro della rete e rimbalzando su i principali social network e su tutti gli organi di informazione italiani ed internazionali. Da tutte le parti sono sorte campagne di boicottaggio nei confronti della multinazionale di Parma.
In particolare, a Venezia, dove il consigliere alle Politiche educative Sebastiano Bonzio ha avanzato un’interrogazione nella quale si legge: «Se l’amministrazione utilizza prodotti a marchio Barilla si verifichi il costo e verifichi se non ritenga opportuno verificare la necessità di rivolgersi ad altra realtà produttiva per individuarne una che operi in maggiore conformità con quanto previsto dalle norme e maggiormente rispettosa ed in sintonia con la reale composizione della variegata società italiana del 2013».
Anche Dario Fo è sceso in campo nel dibattito con una lettera aperta in cui scrive: «Il gruppo Barilla rappresenti nelle prossime campagne pubblicitarie la famiglia nelle sue infinite e meravigliose forme di questi nostri tempi, (…). Oggi il nostro Paese è fatto di tante famiglie unite solo dall’amore delle persone che ne fanno parte».
Purtroppo tutto è finito con la poco onorevole marcia indietro di Guido Barilla, il quale dopo una prima rettifica a quanto detto, la sera del 25settembre, si è sorprendentemente rimangiato tutto, chiedendo pubblicamente scusa con un video sul sito dell’azienda e con un messaggio su Facebook , tradotto anche in inglese, nel quale ha dichiarato: «È chiaro che ho molto da imparare dal dibattito in corso sull’evoluzione della famiglia. (…) Per questo nelle prossime settimane mi impegno ad incontrare i membri dei gruppi che rappresentano nel modo migliore l’evoluzione della famiglia, inclusi coloro che ho offeso con le mie parole. Non vedo l’ora di incontrare i gruppi che rappresentano nel modo migliore l’evoluzione della famiglia».
Fanno un certo effetto le successive compiaciute dichiarazioni di Franco Grillini, presidente di Gaynet e storico esponente del movimento gay in Italia: «Ho visto il suo video dove chiede accoratamente scusa e dove si dichiara disponibile, avendo ancora molto da imparare sull’evoluzione della società, ad un incontro con le associazioni che si occupano di nuove famiglie tra cui le associazioni per i diritti delle persone omosessuali, (…). Capita a tutti di sbagliare nella vita, l’importante è scorgersi dell’errore, ammetterlo sinceramente e fare di tutto perché ci sia un atteggiamento e una azione riparatrice». L’esponente omosessuale ha invitato Guido Barilla ad un incontro chiarificatore “faccia a faccia” nel quale come lui stesso afferma: «Gli chiederò quanto meno uno spot riparatore».
Questa incredibile vicenda, costituisce un magistrale esempio della potenza della lobby omosessualista in Italia e nel mondo. Guido Barilla, tacciato di “omofobia”, per aver espresso un proprio sacrosanto e legittimo pensiero, è stato, infatti, immediatamente travolto, con la sua multinazionale, da un’ondata di indignate proteste e minacce di boicottaggio. L’industriale di Parma non ha resistito alla violenza verbale messa in campo dal sistema mediatico e ha fatto pubblica ammenda in maniera umiliante. Non è un paese per vecchi titolava un romanzo da cui è stato tratto un recente celebre film. Il nostro sembra non essere più un paese per persone che si ostinano a credere alla famiglia naturale composta da un padre, una madre e, se Dio vuole,da dei bambini. (Lupo Glori)