(Avvenire) Ruini: «Non si cada in uno scontro tra civiltà»

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LA VOCE DELLA FEDE
l’intervento. Un’articolata riflessione sul dramma iracheno ha aperto ieri la prolusione del cardinale Camillo Ruini al Consiglio permanente della Cei:«Uniti al Papa nel chiedere che il conflitto abbia termine al più presto, siano risparmiate le vite umane e siano ristabiliti costruttivi rapporti internazionali»

«Ci si adoperi per un nuovo sviluppo dell’Onu e per superare le divisioni emerse all’interno dell’Unione europea»

Da Roma Salvatore Mazza
Sono «totalmente solidali» col Papa i vescovi italiani. E, così come nelle ultime settimane, «continueremo ad unire, la nostra preghiera alla sua preghiera, la nostra voce alla sua voce, affinché il conflitto abbia termine al più presto, siano risparmiate le vite umane e siano ristabiliti costruttivi rapporti internazionali». Sollecitati in questo dalla «preoccupazione profonda di evitare uno scontro di civiltà, che per di più potrebbe tragicamente richiamarsi a malintese motivazioni religiose».
È alla crisi internazionale in atto che il cardinale Camillo Ruini, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha dedicato ieri pomeriggio tutta la prima parte della sua prolusione ai lavori del Consiglio permanente della Cei. Un lungo e articolato discorso, il suo, che non ha mancato di affrontare diverse questioni di attualità: sia intraecclesiali come l’individuazione di nuovi percorsi di trasmissione della fede (visto che quelli «fino a qualche decennio fa consueti e socialmente r adicati» sono «ormai impraticabili, in larga percentuale»); sia di interesse civile come la recente legge di riforma della scuola, «che rimarrebbe sostanziamente incompiuta se non si andasse avanti sulla strada di un’effettiva parità scolastica», o come la proposta di riduzione da tre anni a uno la separazione pre-divorzio, cosa che renderebbe «ancora più fragile la tutela giuridica della stabilità del matrimonio».
Ma è sulla crisi irachena, come detto, che Ruini ha voluto soffermarsi con particolare insistenza, esprimendo forte «preoccupazione per il deterioramento dei rapporti internazionali che l’attuale guerra e i contrasti che l’hanno preceduta stanno provocando». Per questo il presidente della Cei ha auspicato comunque un rilancio e «nuovi sviluppi» dell’Onu e un superamento delle «divisioni» emerse in seno all’Unione europea in questa drammatica circostanza, e ciò anche in vista del nuovo Trattato costituzionale. La guerra in corso contro l’Iraq «turba e scuote il mondo inte ro», ha osservato in proposito il porporato. Si tratta di «una prova assai difficile per le Nazioni Unite, come anche per le relazioni tra le due sponde dell’Atlantico e all’interno dell’Unione Europea: questa prova – ha aggiunto – pesa inevitabilmente anche sull’Italia, sconvolge i suoi consolidati punti di riferimento in Europa e nel mondo e mette a nudo ed esaspera le sue divisioni e contrapposizioni interne».
Ruini nel suo discorso ha anche lamentato lo «scadimento» dei programmi televisivi, invitando «l’emittente pubblica, ma anche quelle private» a impegnarsi «a migliorare, sotto il profilo sia etico sia culturale, la qualità delle loro programmazioni».
Quanto al Libro Bianco su Welfare, anche se per ora si tratta «soltanto di una dichiarazione di intenti» esso è «assai significativo», soprattutto quando indica tra le «nuove priorità» quella di «inserire la famiglia fondata sul matrimonio al centro dell’azione politica».
L’ultimo accenno il cardinale l’ha riservato al «provvedimen to di sospensione degli ultimi tre anni di carcere per chi non abbia commesso reati particolarmente gravi e abbia già scontato un quarto della pena», cioè il cosiddetto “indultino”, approvato dalla Camera. Doveva essere una risposta al “gesto di clemenza” chiesto dal Papa «ma purtroppo la questione – ha osservato – almeno per ora, sembra essere stata accantonata dal Senato».

Avvenire 25-3-2003