(Avvenire) Il Sudan verso la pace

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Avvenire 8-7-2004


Siglato a Nairobi dai leader delle due parti in conflitto l’accordo che prevede la divisione dei proventi petroliferi


Sudan, un passo decisivo verso la pace


Manca ancora l’intesa sul bilanciamento dei poteri politici e sulle tre regioni del Nord schierate da sempre coi secessionisti del Sud


Nairobi


Accordo storico, e pace ormai «certa ed irreversibile» in Sudan: questo l’esito dell’intesa raggiunta a Nairobi dai leader delle parti in conflitto nel Paese africano, il vice presidente del governo di Khartoum, Osman Mohamed Taha, ed il capo dei secessionisti del Sud John Garang, garante il ministro degli esteri kenyano Kalonzo Musyoka. Il documento d’intesa divide equamente le ricchezze del Paese, in particolare i proventi petrolifici, ed è il primo passo significativo verso la pace dopo oltre 20 anni di guerra sanguinosa che ha causato milioni di morti. La strada per un’intesa globale e definitiva appare ormai in discesa, dopo l’accordo odierno, concordato durante lunghi faccia a faccia al massimo livello. Con il nuovo accordo i proventi petroliferi verranno distribuiti a metà tra Nord e Sud. Risultato non facile vista la posizione del governo di Khartoum. I giacimenti, però, sono di fatto tutti al Sud. 250mila barili al giorno con un provento di due miliardi di dollari all’anno che diventeranno 450mila nel 2005 e circa un milione nel 2010 . Ma lo scontro sudanese è anche di natura etnico-religiosa. Il Nord ricco, di etnia araba e bianca e di religione islamica, ed il Sud con popolazione nera, animista o cristiano, trattati alla stregua degli schiavi. L’intesa firmata ieri fissa un paletto definito per un accordo globale di pace, che segue il cessate il fuoco proclamato nel 2002. Da una parte un governo di unità nazionale con possibilità per il Sud di ottenere la piena indipendenza, mediante referendum e non applicabilità della sharia al di fuori delle aree del Nord, controllate dal governo di Khartoum, che resterà capitale. Manca ancora l’intesa sul bilanciamento dei poteri politici, e sul destino di tre regioni che geograficamente sono al Nord, ma da sempre schierate coi secessionisti del Sud. Resta la scheggia impazzita della rivolta nell’Ovest, nell’area di Darfur. I secessionisti del Sud ed il governo di Khartoum tengono il Darfur fuori dal negoz iato. Il portavoce dei ribelli di quell’area proprio ieri ha detto a Nairobi che «l’intesa odierna non risolve i problemi sudanesi», e che «continueremo a combattere finchè non otterremo i risultati attesi». Per una soluzione al conflitto si era speso anche il presidente americano Bush che conta di dare la notizia dell’avvenuto accordo nel prossimo discorso dell’Unione.