(Avvenire) Harry Potter parla inglese

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Si moltiplicano anche in Italia le prenotazioni per l’edizione originale del nuovo capitolo delle avventure del maghetto adolescente.


Da Milano Alessandro Zaccuri


Prima magia: far leggere gli italiani. Piaccia o non piaccia, anche questa volta Harry Potter ha superato la prova. La sua avventura d’esordio, Harry Potter e la pietra filosofale, arrivò nel nostro Paese nel 1998: cinque anni e tre volumi più tardi, in Italia la saga nata dalla fantasia di Joanne K. Rowling ha venduto più di tre milioni e mezzo di copie. Merito del cinema, merito della moda, merito di quello che volete. Ma tre milioni e mezzo è comunque una cifra impressionante per un Paese come il nostro, assestato su indici di lettura molto al di sotto della media europea. Questa volta, però, il maghetto adolescente si prepara a superare se stesso. Non soltanto ci farà leggere, ma addirittura ci obbligherà a leggere in lingua originale. In inglese, yes.

Che il 21 giugno arrivi nelle librerie britanniche e statunitensi il quinto, attesissimo volume della serie è ormai risaputo. Si intitola Harry Potter e l’Ordine della Fenice, rasenta le novecento pagine e già detiene il primato del libro più prenotato nella storia dell’editoria. Dieci milioni di copie di fatto già vendute in tutto il mondo, Italia compresa. E la notizia è proprio questa: molti lettori nostrani, infatti, si cimenteranno con il ponderoso volume in edizione originale, senza attendere la versione italiana, che dovrebbe essere messa in vendita a ridosso di Natale (ma si accettano prenotazioni già dal 1° settembre). Come mai così tardi? Semplicemente perché, oggi come oggi, neppure alla Salani – la casa editrice che detiene i diritti italiani della saga – nessuno ha ancora avuto tra le mani Harry Potter e l’Ordine della Fenice, che si materializzerà in redazione soltanto il 21 giugno. Non un giorno prima, non un’ora prima, non un minuto prima. L’embargo imposto dall’editore inglese Bloomsbury è talmente rigoroso che vincola le librerie dell’intero pianeta a sincronizzare sul meridiano di Greenwich la commercializzazione del volume. Per capirci: anche in Italia diverse librerie (le Messaggerie Musical i di Milano e le Feltrinelli International del capoluogo lombardo e di Firenze, per esempio) hanno organizzato feste e aperture notturne fra venerdì e sabato. Ma i registratori di cassa potranno entrare in funzione soltanto dopo l’una, che corrisponde appunto alla mezzanotte inglese. E pazienza se nei giorni scorsi, nei pressi di Liverpool, i soliti ignoti hanno trafugato un camion pieno di scatoloni contenenti il libro delle meraviglie…
Difficile ottenere cifre precise, ma un rapido sondaggio presso le principali librerie internazionali milanesi conferma che gli italiani intenzionati a leggere Harry Potter e l’Ordine della Fenice così come mamma Joanne l’ha scritto sono davvero molti. «Le prenotazioni sono nettamente superiori rispetto a qualsiasi altro testo in lingua originale», spiegano alla Fnac di via della Palla. E non si tratta di lettori madrelingua. «Anzi – ribattono all’English Bookshop di via Mascheroni -, questa volta gli italiani sono in maggioranza». «Forse più adulti che ragazzi – aggiungono all’American Bookstore di largo Cairoli -, ma in effetti tutte le età sono ben rappresentate». Alle Messaggerie Musicali, poi, sono talmente tempestati di richieste che, a domanda del cronista, la commessa gentilmente risponde: «Harry Potter? Prenotazioni? Quante copie gliene servono?».
Un po’ di scetticismo non guasta, d’accordo: l’inglese della Rowling è tutt’altro che facile, farcito com’è di «babbani» e altri neologismi. Ma non è detto che, sulla scia di Harry Potter, anche nel nostro Paese la lettura dell’originale non diventi un po’ meno rara di quanto accade adesso. Bene, ma se uno l’inglese proprio non lo mastica? Niente paura: con sprezzo del pericolo, lo stesso 21 giugno la casa editrice Fanucci lancia sul mercato La farfalla degli abissi, nuovo capitolo della saga fantasy «Peggy Sue e gli Invisibili», autore Serge Brussolo, risposta continentale al fenomeno Rowling. Nel caso vi interessi l’originale, fate prima un bel ripasso di francese.