(AsiaNews) Riuscirà l\'ONU a ottenere qualche risultato in Birmania?

  • Categoria dell'articolo:Socialismo

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03/11/2007 10:45
MYANMAR – ONU
Gambari torna a Yangon, la Giunta espelle il rappresentante Onu

Un giorno prima della visita dell’inviato speciale delle Nazioni Unite Ibrahim Gambari, i militari cacciano dal Paese Charles Petrie, il capo della missione diplomatica Onu in Myanmar, colpevole di aver criticato la loro politica economica. In questo modo, sperano di parlare della situazione Onu e non delle riforme democratiche.

Yangon (AsiaNews/Agenzie) – L’inviato speciale delle Nazioni Unite in Myanmar, Ibrahim Gambari, dovrebbe arrivare oggi a Yangon per la sua seconda visita dopo le proteste anti-governative dello scorso settembre. Intanto, ieri la Giunta militare ha deciso di espellere dal Paese Charles Petrie, il capo della missione diplomatica Onu in Myanmar.
Secondo alcuni, le autorità birmane hanno preso questa decisione in modo da costringere Gambari a dedicare gran parte della sua missione a discutere della situazione delle Nazioni Unite nel Paese e non, come era previsto, delle riforme politiche e della situazione del movimento democratico guidato da Aung San Suu Kyi.
Ufficialmente, l’allontanamento di Petrie è stato giustificato con un rapporto da lui firmato, pubblicato una settimana fa, che critica aspramente le politiche economiche della Giunta, responsabili della profonda crisi che ha colpito il Paese.
Dopo che il rapporto è stato reso pubblico, il diplomatico Onu ha ricevuto una lettera da Naypyidaw – la capitale amministrativa del Paese – che lo accusa di aver “agito oltre le sue competenze” e lo informa della prossima espulsione. Il provvedimento, tuttavia, non è ancora esecutivo anche se è ritenuto ormai prossimo.
La decisione della Giunta ha scatenato le reazioni della comunità internazionale. Ban Ki-moon, Segretario generale dell’Onu, ha espresso “delusione” per il provvedimento, ed ha sottolineato che “Gambari esprimerà ai militari birmani tutte le mie preoccupazioni in materia”. Anche Washington e la Comunità europea hanno definito “un oltraggio” questa mossa.