(CorSera) A Genova commissione per la valutazione della possessione diabolica

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Il cardinale Bertone: il diavolo è una presenza palpabile, è diventato difficile parlarne nella Chiesa

Laici e preti in pool contro Satana


Genova, tre medici e tre religiosi per valutare il caso prima del rito. «E’ un problema reale»


DAL NOSTRO INVIATO
GENOVA – «Ricordati che il diavolo esiste». L’ultimo a dirlo, a Genova, era stato il cardinale Dionigi Tettamanzi, che nella lettera per la Quaresima del 2002 aveva stilato un decalogo contro «il grande tentatore». Satana è in città, invece padre Ferrarotti non c’è più.
Sono ormai otto anni che se n’è andato, lasciando senza risposte i cinquanta poveracci che ogni giorno entravano nel suo confessionale a destra della navata nella sua chiesa di San Filippo Neri, nei vicoli della città. Gli raccontavano storie di fatture, malocchio, magia nera, falsi maghi a pagamento: «Cialtroni che non esitano – diceva lui – a rovinare delle brave persone cariche di un bagaglio fatto di dolore e disperazione».
Eugenio Ferrarotti è morto il 15 maggio 1996 all’età di 81 anni. A Genova era l’esorcista, l’unico. Nato a Biella, dopo anni di sacerdozio a Torino venne chiamato nel 1955 dal cardinale Siri, che gli diede l’incarico ufficiale, venne confermato dai successori, Canestri e Tettamanzi. Serviva, in una città come Genova, senza il fascino esoterico di Torino, ma con i vicoli del centro storico carichi di suggestioni e leggende antiche, tutte connesse al Demonio. E con decine di fedeli che ogni giorno lamentano di essere vittima del soprannaturale.
Il cardinale Tarcisio Bertone è andato al passo con i tempi, ma in buona sostanza ha riempito un vuoto che durava da otto anni. La curia di Genova ha istituito un gruppo di sei persone che avrà l’incarico di vagliare i casi che ogni giorno si presentano ai sacerdoti della città. Saranno incaricati di valutarne la condizione psichica, di svolgere indagini, e alla fine dovranno emettere un verdetto in collegialità. O procedere con le cure cliniche, oppure chiamare un esorcista. Un gruppo misto di religiosi e laici. Tre sacerdoti sono affiancati da un neurologo, uno psichiatra e uno psicologo.
L’iniziativa, resa nota dal Secolo XIX , ha attirato parecchia curiosità. Ieri il cardinale ha benedetto gli infermi e i disabili nella cattedrale di San Lorenzo – era la giornata del malato -, e poi nella sacrestia si è spogliato dei paramenti sacri e ha accettato con rassegnazione le domande, che vertevano su un unico tema. L’esorcismo, il Male. «E’ un gruppo di lavoro che si dedicherà a situazioni di frontiera, tra disagio spirituale e problemi più profondi. Se necessario, ha i poteri per avviare la pratica che porta all’esorcismo».
I suoi assistenti confermano l’esistenza di un problema reale. Il numero di fedeli che richiede questa pratica è altissimo, in media con il numero di viste quotidiane dell’ultimo esorcista, don Eugenio Ferrarotti. L’uomo che combatteva il maligno da solo, quasi in incognito. Ascoltava racconti di case vuote dove risuonavano dei ballabili fine Anni Sessanta suonati al pianoforte, di gente che si metteva a parlare in lingue sconosciute. Ma anche storie più terrene e disperate, personalità divise, sessualità imperfette e vissute con dolore. «Ecco – dice il cardinale – noi con l’aiuto delle scienze umane dobbiamo discernere, caso per caso, di cosa si tratta». L’intervento dell’esorcista arriverebbe «soltanto quando si è in presenza di un fatto umanamente inspiegabile e di una eventuale possessione».
Sarà per queste leggende dei vicoli, per i tanti fedeli genovesi che pensano di avere a che fare con il soprannaturale. Ma già Dionigi Tettamanzi aveva sentito il bisogno di ammonire sulla presenza del diavolo, stilando un decalogo per affrontarlo, uno dei suoi ultimi atti come arcivescovo di Genova. Anche il cardinal Bertone pensa che il diavolo sia una presenza palpabile nella nostra società. «Incontro difficoltà a parlarne nella Chiesa. Ma credo che i segni siano palpabili, basti pensare alle forme di satanismo sparse in tutta Italia. E anche la possessione non è certo ipotesi da film. Quando ero a Roma ho avuto contatti con esorcisti che mi hanno fatto conoscere delle situazioni impressionanti».
L’alto prelato è seguito da una donna piccola e anziana che è entrata in sacrestia e lo chiama piangendo. Dice di essere perseguitata – tra le altre cose – da presenze maligne che si muovono nella Cattedrale di San Lorenzo. C’è una vecchia leggenda secondo la quale una statua della facciata, detta «L’arrotino» si anima per aprire il portone d’ingresso e far entrare gli spettri di tutti gli artigiani che parteciparono alla costruzione del Duomo. Forse si tratta soltanto di questo. O forse no.

Marco Imarisio


Corriere della Sera 12-2-2004