Omelia 24-01-2010 – Anno C – III domenica del Tempo Ordinario

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Terza Domenica del Tempo Ordinario – 24 gennaio 2007

LETTURE
Prima: Neh 8, 2-4a.5-6.8-10;
Seconda: 1Cor 12, 12-31a;
Vangelo: Lc 1, 1-4; 4, 14-21

NESSO LOGICO TRA LE LETTURE
Sia la prima lettura che il vangelo parlano del libro della Scrittura. Esdra, nella prima lettura, legge il libro della Legge di fronte a tutto il popolo, ´chiarendo e interpretando il senso, perché comprendessero la lettura´. Nella sinagoga di Nazaret, Gesù si alza, un giorno di sabato, per fare la lettura del volume del profeta Isaia, che gli venne dato dal sacrestano della sinagoga (vangelo). Per fare realtà e vita la Scrittura, Dio ha posto nella Chiesa gli apostoli, i profeti, i maestri, il dono delle lingue, il dono di interpretazione…, in modo che la Parola di Dio sia viva, vivifichi e permanga per sempre.

MESSAGGIO DOTTRINALE

La Scrittura, libro del giudaismo. Si può dire che il giudaismo, il cristianesimo e l´islamismo sono in certa maniera le religioni del Libro. I giudei hanno la Torah (Rivelazione di Dio nell´Antico Testamento), i cristiani il Vangelo (Antico e Nuovo Testamento), i musulmani il Corano. Per un pio giudeo del tempo di Gesù, due erano i punti fondamentali di riferimento religioso: il tempio e la Torah. In entrambi è presente Javeh con la sua benevolenza e il suo amore. In entrambi dialoga con l´uomo come un amico con i suoi amici, come si vede nella prima lettura, in cui il popolo intero fece un grande festeggiamento ´perché aveva compreso le parole che gli avevano insegnato´. Entrambi sono via di salvezza non solo per i giudei, ma per tutte le nazioni. Nel tempio era permanentemente acceso il candelabro dalle sette braccia, per segnalare la provvidenza di Javeh sul suo popolo. Ogni giorno, quando il giudeo pregava, copriva la sua fronte e le sue braccia con filatteri, per aver sempre presenti alcuni testi fondamentali della Torah: Es 13, 1-10 (legge della Pasqua); Es 13, 11-16 (consacrazione dei primogeniti); Deut 6, 4-9 (amore di Dio su tutte le cose), Deut 11, 13-21 (compimento dei comandamenti). Quando nell´anno 70 d.C., venne distrutto il tempio di Gerusalemme, il popolo giudaico rimase unicamente con la Torah come punto di riferimento religioso e come centro di unificazione e identità dei giudei dispersi. La Scrittura è il libro del giudaismo perché è Parola di Dio e perché è il codice fondamentale della sua identità religiosa e culturale.

Gesù, il libro e il cristiano. Gesù, come buon giudeo, ascoltò e lesse la Torah scritta e orale in molteplici occasioni e celebrazioni religiose. Era familiarizzato con essa, perché in essa era stato educato per trent´anni, e in essa si vedeva riflesso, in virtù della coscienza che aveva di se stesso. Per questo, Gesù potrà dire senza esitazione alcuna nella sinagoga di Nazaret: ´Oggi si è compiuta questa Scrittura che avete appena udito´ (vangelo). Dopo l´ascensione di Gesù ai cieli, i primi cristiani, grazie alla maggior comprensione del mistero di Gesù per opera dello Spirito, fecero di Gesù il libro vivente, il vangelo della nostra salvezza. In questo modo, il cristianesimo non è principalmente la religione del libro, ma la religione della persona di Gesù Cristo, libro sempre vivo che rivela agli uomini le vicissitudini e i tortuosi cammini della storia. Nella Scrittura cristiana (Antico e Nuovo Testamento), si fa presente e viva la persona di Gesù per tutti i credenti. Per questo, i primi cristiani, sia provenienti dal giudaismo, sia dal mondo pagano, non predicano la Torah, ma il Vangelo. Per questo, fin dagli inizi del cristianesimo ci sono carismi in rapporto con il libro della Scrittura: gli apostoli, che predicano il Vangelo che è Gesù, i maestri, che insegnano la continuità, discontinuità e superamento del Vangelo rispetto al libro della Torah, i profeti, che leggono gli avvenimenti della vita e della storia alla luce del Vangelo, libro vivente di Gesù, ecc. (seconda lettura). Nel corso dei secoli e dei millenni, i cristiani si sono ispirati e continuano ad ispirarsi al Vangelo (Antico e Nuovo Testamento), libro vivente di Gesù, come guida inequivocabile del loro essere e del loro agire credenti.

SUGGERIMENTI PASTORALI

Lettura cristiana della Bibbia. Tutta la Bibbia è cristiana. L´Antico e il Nuovo Testamento sono i due polmoni con cui respirano la fede, la morale e la pietà dei cristiani. Marcione, nel secolo II, volle sopprimere l´Antico Testamento dal cristianesimo, ma la sua posizione venne rifiutata dalla Chiesa come eretica. Nella storia del cristianesimo, ci sono stati dei credenti o delle comunità cristiane che in certi campi della fede e della morale si sono fermati all´Antico Testamento; per esempio, nella concezione di Dio o della giustizia, nel rigorismo della legge, ecc. Come non c´è anima senza corpo, non ci può essere nemmeno Nuovo Testamento senza Antico. Per questo, è necessario che noi cristiani, fin da piccoli, fin dall´educazione di base, ci familiarizziamo con tutta la Bibbia: con l´Antico e con il Nuovo Testamento. Allo stesso tempo, è urgente che sappiamo leggere l´Antico Testamento ´con occhi cristiani´, in quanto in esso è già presente, in forma velata, il Nuovo Testamento. Poiché ´tutta la Scrittura è un solo libro, e codesto libro è Cristo´, ci insegna Ugo di san Vittore. Che grande compito hanno tra le mani i catechisti che preparano i bambini alla prima comunione e alla cresima! Quanto è importante che i catechisti di giovani e adulti sappiano guidarli a una lettura cristiana della Bibbia!

La Bibbia mi legge ed interpreta. La Bibbia è un libro sacro, che dà norma alla nostra fede e alla nostra vita. Pertanto, non può essere un libro di passatempo o di lettura superficiale, non impegnativa. La Bibbia non è un libro che si legge per conciliare il sonno la sera. La Bibbia è Parola che Dio rivolge personalmente a me quando la leggo. E a partire dal testo la Parola di Dio mi interpella, mi legge e mi interpreta. Mi interpella, cercando una risposta a ciò che mi dice mediante la lettura del testo. Mi legge, sviscerando i segreti del mio cuore, e suscitando il desiderio di cambiamento. Mi interpreta, dando un orientamento sicuro alla mia esistenza: al mio modo di essere, di pensare, di vivere, di agire nel mondo, e muovendo la mia volontà a seguirlo. Nel supermercato delle interpretazioni, non poche delle quali disumanizzanti, l´uomo corre il rischio di imbattersi nell´una o nell´altra interpretazione errata o dannosa. È un imperativo, pertanto, per noi cristiani, lasciarci interpretare dalla Parola del Dio vivo, poiché Essa è l´interpretazione più genuina ed autentica dell´uomo, in qualsiasi tempo e luogo questi si trovi. La domenica, nella liturgia della Parola, ascolto la Parola di Dio con la coscienza e il desiderio di essere letto ed interpretato da Essa? Come sacerdote, mi lascio interpretare dalla Parola di Dio prima di spiegarla ed interpretarla per la comunità?