Libero – Storie di (stra)ordinaria santità

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40 ragazze, martiri sconosciute a Bologna

di Antonio Socci

Libero 3 ottobre 2010

Questa è la storia di quaranta ragazze, fra i 25 e i 35 anni, che hanno consapevolmente accettato di morire – per di più con atroci sofferenze – per poter curare e (letteralmente) servire degli ammalati gravi che neanche conoscevano. Finora questo loro eroismo e il loro martirio, consapevolmente accettato, sono rimasti nell’ombra. (altro…)

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S&V – La vita non è un prodotto di laboratorio

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SCIENZA & VITA: NOBEL ALLA FECONDAZIONE ARTIFICIALE

MA UN FIGLIO NON PUO’ ESSERE UN PRODOTTO

“Il progresso delle biotecnologie non significa sempre progresso etico”, così l’Associazione Scienza & Vita commenta l’assegnazione del premio Nobel per la medicina al britannico Robert Edwards per i suoi studi sulla fecondazione in vitro. (altro…)

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AsiaNews – Qualcuno in Italia segua il loro esempio

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AsiaNews 26-8-2010

Sulle tracce di Madre Teresa, combattere l’aborto con l’adozione
di Nirmala Carvalho

È la formula della fondatrice delle Missionarie della Carità spiegata ad AsiaNews da suor Jenvie, che da oltre 20 anni lavora nell’orfanotrofio di Ahmedabad. Protagonista di un miracolo, la madre racconta: “Lavoriamo bene, tanto che oggi i medici consigliano a chi chiede di abortire di venire prima da noi”. (altro…)

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Le menzogne del diavolo hanno ferito le donne

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NOI DONNE CI SIAMO FATTE BUGGERARE SU TUTTI I FRONTI E NON CE NE RENDIAMO CONTO: ci hanno convinto che aborto, divorzio, contraccezione, ecc. ci avrebbero liberate e invece…

di Rino Cammilleri

Una lettrice (…) ha inviato un post che a mio avviso merita un Antidoto tutto suo, che qui riassumo con i miei sinceri complimenti. Eccolo.

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Avvenire – Una guerra mondiale all’anno

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Avvenire 11 agosto 2010

LA VITA NEGATA

Aborto, ecatombe mondiale

Una ecatombe di dimensioni inimmaginabili. È questa la sensazione immediata – che si accompagna alla naturale difficoltà di reperire dati ufficiali, omogenei e recenti – quando l’intento è mettere assieme le statistiche sull’aborto volontario in tutto il mondo. Complessivamente, i dati mondiali parlano di una stima di ben oltre 30 aborti ogni 100 bambini nati: quasi una gravidanza su quattro interrotta volontariamente, per un totale di oltre quaranta milioni di aborti all’anno.

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Strage, uccise 100 milioni di bambine

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Mancano all’appello ben cento milioni di femmine. Lo denuncia un’inchiesta dell’inglese Economist (rilanciata dall’agenzia Zenit il 15 marzo). Il titolo dell’inchiesta britannica, tradotto, suona così: «La guerra contro le bambine; genericidio (Gendercide); uccise, abortite o abbandonate, almeno cento milioni di bambine sono scomparse. E il numero sta aumentando». Il perché è presto detto. Se l’Occidente coccola le sue femmine, crea appositi ministeri perché abbiano pari opportunità e riserva loro «quote rosa» nei posti di comando o in quelli tradizionalmente maschili come le forze armate e la boxe, nel resto del mondo la nascita di una femmina è un dramma.
Per i poveri le figlie femmine sono un peso, perché bisogna trovar loro marito e fornirle di dote. Era così nel mondo precristiano e così è nel mondo che fuori dall’area cristiana è rimasto. In India, per esempio, nelle zone più arretrate ancora oggi non poche donne sono assassinate perché la loro dote è giudicata insufficiente. In Cina è lo stato comunista a provocare l’ecatombe. La politica del figlio unico obbligatorio, per contenere l’espansione demografica, fa sì che i genitori vogliano che tale figlio sia maschio. Ciò, sia per l’antica abitudine (anche da noi si usava augurare «salute e figli maschi») che per un motivo più concreto: è un’assicurazione per la vecchiaia in posti dove il welfare praticamente non esiste.

 


Prima, per ovviare all’indesiderata nascita femminile, si ricorreva a metodi brutali. Oggi c’è l’ecografia, che è alla portata di tutti, e si ricorre all’aborto. L’Economist calcola che in Cina e nell’India settentrionale le nascite maschili superino quelle femminili di almeno il 20 per cento. Chi ha studiato demografia all’università sa che, a lasciarla fare, la natura sforna alla nascita più maschi che femmine; ma i maschi hanno una mortalità maggiore e le due curve pareggiano solo nelle età fertili, per poi divergere in quelle successive fino a far sì che le femmine superino i maschi. Se si interviene, per così dire, artificialmente sugli equilibri naturali si provocano gli sconquassi ai quali stiamo assistendo. La Cina, per esempio, chiama «rami spogli» i suoi maschi non sposati (e che non possono trovare moglie perché le femmine occorrenti non sono mai nate), il cui numero è uguale a quello di tutti gli americani maschi in età fertile. Ciò provoca traffico di donne, violenze sessuali, suicidi.

 

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Spagna, primo aborto «segreto» per legge

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\"CaricaturaMadrid. Si è presentata in una clinica di Barcellona per abortire.

Sola.

I suoi non sanno nulla.

E forse non sapranno mai che la loro ragazza – a 17 anni – la scorsa settimana ha deciso di interrompere una gravidanza senza neppure avvertirli.

È stato il quotidiano La Razon a rivelare la storia (ovviamente del tutto anonima) del primo aborto compiuto in Spagna da una minorenne che non ha informato né genitori né tutori.


Lo prevede la nuova legge del governo di José Luis Rodriguez Zapatero, entrata in vigore il 5 luglio.

Contro la depenalizzazione continuano a fioccare le critiche, soprattutto nel mondo cattolico.


In una lettera pastorale, l’arcivescovo di Burgos, monsignor Francisco Gil Hellin, l’ha definita come una «tirannia» che, «solo in Spagna, ha distrutto più persone delle popolazioni di Saragozza, Cordova e Burgos».

In riferimento all’obiezione di coscienza, l’arcivescovo aggiunge: «Questa legge non è una legge», nessuno «ha il diritto di eliminare un innocente. Dunque, non obbliga. Al contrario, esige un’opposizione frontale e senza distinzioni».

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