La liturgia tradizionale

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\"\"Francesco  Agnoli – Klaus Gamber, La liturgia Tradizionale, Fede & Cultura, Verona 2007, pp. 96, Euro 9,50

 

Dopo numerosi annunci, dopo varie dichiarazioni e smentite sulla stampa italiana, il 7 luglio 2007 è stato reso pubblico il motu proprio "Summorum pontificum cura" con cui Benedetto XVI ha liberalizzato la cosiddetta "Messa in latino", o "messa tridentina" o "messa di san Pio V".

I mass media nazionali e mondiali hanno dato grande risalto all\’evento, senza però comprendere veramente il cuore e il senso di questa iniziativa del pontefice. Digiuni di qualsiasi conoscenza liturgica i più si sono soffermati solo sulla reintroduzione del latino, riducendo la differenza tra il vecchio e il nuovo rito alla sola lingua. Così si sono sprecate le dichiarazioni sulla Chiesa che non sa stare al passo coi tempi, che rimane sempre indietro, che non sa parlare alla gente di oggi, che va a rispolverare vecchie abitudini e linguaggi ormai incomprensibili. In realtà questo provvedimento con cui la messa latina torna ad avere piena cittadinanza nel mondo cattolico, ha un\’importanza straordinaria, che va ben al di là di un semplice discorso linguistico. E che si può comprendere solo attraverso un breve esame storico e liturgico, che illustri le vere differenze tra i due riti e lo spirito che li anima.

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Denzinger: Racconta dei simboli della fede

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\"\"Heinrich Denzinger, Enchiridion symbolorum definitionum et declarationum de rebus fidei et morum, edizione bilingue a cura di Peter Hünermann, EDB. Edizioni Dehoniane Bologna, Bologna 1995, pp. LXVIII+ 1.852+[382], £ 165.000

 

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Quando Heinrich Joseph Dominikus Denzinger pubblicò, nel 1854, la prima edizione dell’Enchiridion dei simboli e delle definizioni che sono stati emanati in materia di fede e di costumi dai concili ecumenici e dai Sommi Pontefici non immaginava certamente l’immensa fortuna che la sua opera avrebbe avuto: a tutt’oggi ben trentasette edizioni.
 
Il trentacinquenne sacerdote tedesco si era reso conto che i teologi, i sacerdoti e i laici colti trascuravano il Magistero della Chiesa non solo per scarsa sensibilità o per pregiudizi teologici, ma anche per la difficoltà di accedere a un materiale vastissimo, sparso in collezioni monumentali e difficili da reperire. Pensò così di mettere nelle loro mani appunto un "manuale" dove i principali documenti — o i brani principali di essi — fossero riportati in bell’ordine cronologico.
La prima edizione contava cento documenti dagli inizi della Chiesa al Pontefice allora regnante, il beato Papa Pio IX.
 
Ormai, fra gli addetti ai lavori, basta dire "il Denzinger" per intendersi.
Sfogliando il Catechismo della Chiesa Cattolica ci si imbatte a ogni piè sospinto nella dicitura Denz.-Schönm. seguita da un numero: è l’abbreviazione di Denzinger-Schönmetzer. Padre Alfons Schönmetzer, gesuita, è stato l’ultimo di una lunga serie ad aggiornare l’opera ormai classica.
L’Enchiridion symbolorum definitionum et declarationum de rebus fidei et morum è la 37a edizione, che riproduce sostanzialmente la 36a, ancora curata da padre Alfons Schönmetzer con qualche aggiunta, correzione e integrazione.
Presenta però l’enorme vantaggio di essere bilingue.
Così lo strumento è posto nelle mani anche di chi non ha familiarità con le lingue classiche.

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Andreas Hofer. Il Tirolese che sfidò Napoleone

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\"\"Paolo Gulisano, Andreas Hofer. Il Tirolese che sfidò Napoleone, Ancora editrice 2010,  pag. 160, EAN:  9788851407315, Euro 14,00

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Andreas Hofer: l’eroe della libertà del Tirolo, il difensore della fede cristiana.
Un autentico mito per l’antica regione alpina, ma poco noto nel resto d’Europa. Quel poco che si trova nei libri di storia lo definisce come un oste che cercò di opporsi senza successo al dominio napoleonico, che sollevò il Tirolo in una rivolta armata popolare, e che finì fucilato a Mantova il 20 febbraio 1810. Un evento purtroppo abbastanza trascurato nei manuali.
Quella di Hofer è la storia dell’uomo che osò opporsi a Napoleone nel nome della Fede e della Libertà. A duecento anni dal suo sacrificio, Andreas Hofer resta l’esempio di come si possa e si debba amare la propria terra e la propria identità, senza contrapporla a quella degli altri, ma rivendicando ogni diritto a vivere secondo le proprie usanze, i propri sentimenti, la propria cultura, la propria lingua, la propria fede.

Video della presentazione del libro, avvenuta alla Libreria Madonnina di Novate Milanese, sabato 23 gennaio alle ore 21 http://www.youtube.com/watch?v=Rv3gd2lRFjc

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La civiltà e i suoi nemici. Il prossimo passo della storia

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Lee HARRIS, La civiltà e i suoi nemici. Il prossimo passo della storia, Rubbettino, Soneria Mannelli (Cz) 2009, pp. 302, Euro 18.

 

Prima del drammatico crollo del World Trade Center, la stragrande maggioranza degli osservatori e degli analisti politici prevedevano, concordemente, una fase secolare e benigna della storia, pressoché irreversibile. L’11 settembre 2001 con l’attentato alle Twin Towers è stato invece, per molti, l’inizio di una nuova era. Quello che è accaduto a New York in quel giorno è stato la dimostrazione più evidente che la storia, dopo la caduta del Muro di Berlino, non è finita e che se alcune ideologie sono uscite di scena, altre non meno inquietanti si aggirano misteriosamente, con inaudita violenza, proprio nel bel mezzo dell’Occidente. Su questo sfondo, il saggio del politologo statunitense Lee Harris appare come una salutare quanto provvidenziale riflessione su quello che ‘è andato storto’ nell’artefatta costruzione del diffuso ottimismo sociale che ha contraddistinto gli anni del post-Guerra fredda. L’Autore in patria ha fatto a lungo parlare di sé poiché, da ex militante liberal passato ai repubblicani, ha compiuto un cammino coraggioso, intellettualmente significativo, che lo ha visto avvicinarsi persino al pensiero di papa Benedetto XVI in cui egli vede uno degli ultimi argini dell’Occidente contro il fondamentalismo jihadista che investe le basi stesse della civiltà europea ed americana. In dodici capitoli ‘arrabbiati’ il lettore viene condotto così tra le rovine della Magna Europa, la cui classe dirigente politica, specchio della fase di decadenza dei popoli che la esprimono, ha perso quell’identità e quel vigore, civile e morale, che a lungo hanno caratterizzato la sua storia. Per evitare il ritorno alla ‘legge della giungla’ evocata da Al-Qaeda e dall’estremismo di matrice islamica, Harris si appella a quelli che chiama i founding ideals, i valori universali, altra scuola parla in proposito di legge morale naturale, che non appartengono solo agli Stati Uniti d’America né solo alla storia della civiltà europea ma ad ogni civiltà autenticamente umana degna di questo nome.

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L’idea di crociata in Santa Caterina da Siena

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\"\"Massimo Viglione, «…Rizzate el gonfalone della santissima croce». L’idea di Crociata in santa Caterina da Siena, Consiglio Nazionale delle Ricerche-Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea, Cagliari-Genova-Torino 2007, 144 pp., € 15,00.

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È ancora fresco di stampa il volume che Massimo Viglione dedica all’idea di crociata in Santa Caterina da Siena. Viglione è ricercatore del Cnr, docente di storia all’Università Europea di Roma, amico del nostro Istituto, nonché pioniere della ricerca sull’Insorgenza e valido storico del Risorgimento italiano.

 

Nel volume Viglione pubblica le risultanze di una ricerca condotta fra il 2005 e il 2006 nell’ambito di una commessa dell’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea di Cagliari del Cnr, uno dei più prestigiosi organismi di storia del periodo medievale in ordine ai problemi e ai Paesi dell’area mediterranea.

Gli studi sulle crociate «storiche», come pure quelli sulle crociate in senso ideale e culturale, hanno conosciuto negli ultimi anni una fioritura, nuovi autori si sono segnalati e nuove tesi interpretative sono emerse e sono attualmente a confronto nel dibattito corrente. L’idea di crociata, cioè di spedizione, di pellegrinaggio o di azione genericamente di propagazione o, più tardi, di difesa attiva della fede, di missione evangelizzatrice oltre i confini consueti della cristianità è quasi una costante del pensiero cristiano: se la crociata «storica» caratterizza un arco cronologico che va, all’incirca, dall’XI al XIV secolo, il suo concetto attraversa e marca tutta la storia del cristianesimo, prolungandosi anche dopo la fine dell’età della cristianità — come si esprimerebbe il compianto amico Marco Tangheroni che, del tutto condivisibilmente, preferiva questo termine a quello, troppo carico di ideologia, di «medio evo» —, spingendosi quindi assai addentro all’età moderna.

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Il Motu Proprio Summorum Pontificum, una ricchezza spirituale per tutta la Chies

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AA.VV. A cura di p. Vincenzo Maria Nuara O.P., Il Motu Proprio Summorum Pontificum di S.S. Benedetto XVI. Una ricchezza spirituale per tutta la Chiesa, Fede & Cultura 2009, pp. 94, Euro 12.00

 

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PONTIFICIA COMMISSIONE “ECCLESIA DEI
Città Del Vaticano
1 Ottobre 2009
 
Lo scorso anno, col Patrocinio della Pontificia Commissione “Ecclesia Dei”, si è tenuto in Roma (16-18 settembre 2008) il 1° Convegno sul Motu Proprio Summorum Pontificum di S.S. Benedetto XVI, organizzato dal movimento giovanile cattolico “Giovani e Tradizione” di Acireale (CT), al fine di ricordare il primo anniversario della promulgazione del documento papale.
Questanno abbiamo la gioia di avere stampati gli Atti di questo convegno e siamo grati a questi giovani organizzatori poiché ora possiamo fruire dei testi di quelle interessanti relazioni che hanno entusiasmato molti e che hanno avviato nella Chiesa un dibattito teologico e pastorale sul Motu Proprio Summorum Pontificum. Esso auspica buone prospettive per il futuro della vita delle nostre comunità cristiane e dei vari gruppi e associazioni cattoliche.
Gli illustri Relatori hanno approfondito il valore teologico, storico e liturgico delle possibilità aperte dal Motu Proprio, ma hanno anche analizzato realisticamente le difficoltà che ancora sussistono per la sua applicazione, nonché le opposizioni infondate e spropositate esistenti in alcuni ambienti ecclesiali.
Il Motu Proprio del Santo Padre riporta la forma antica della Liturgia Romana nella vita della Chiesa, ribadendo che questa non è stata mai abrogata, che ha prodotto frutti spirituali nel passato e che quindi potrà darli anche per il futuro e che i fedeli hanno il diritto di attingere a questo inestimabile deposito di fede e di pietà liturgica per il bene delle loro anime e la crescita spirituale delle nuove generazioni.
Con il Summorum Pontificum è volontà del Santo Padre di riportare pace e unità, vedendo il cammino della Chiesa e la Sua riflessione teologica in continuità con la Tradizione, la quale è una realtà viva, capace di attingere “cose nuove e antiche” da quel tesoro che da sempre fa bella la Chiesa di Gesù Cristo.
Auguro una buona diffusione di questi Atti anche tra i giovani, i quali sono la sorpresa maggiore dei nostri giorni per il loro interesse alla Liturgia latino-gregoriana, quale strumento utile a contribuire ad un dialogo teologico e liturgico utile e fruttuoso per la crescita nella comunione e nellunità nella vita ecclesiale.
Mons. Guido Pozzo
Segretario

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(SC) La discriminazione culturale dei cattolici

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15/02/2010
Aldo Maria Valli – da Studi cattolici n. 587 – «Padre Pio, un caso da manuale. Le vicissitudini per presentare in tv un libro Ares»

«Padre Pio, un caso da manuale»

Le vicissitudini per presentare in televisione
la biografia di Padre Pio edita dall’Ares

da Aldo Maria Valli, Studi cattolici n. 587

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Bianca come il latte, rossa come il sangue

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\"\"Alessandro D\’Avenia, Bianca come il latte, rossa come il sangue, Mondadori 2010, EAN9788804595182, pp. 264, € 19,00

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«Racconto l\’ amore, non ho sbagliato»
Alessandro D\’ Avenia risponde al dolore della mamma di Irene . Nelle pagine di questo libro ci sono anche i miei dolori, i miei lutti

«Penso al dolore di una madre che ha perso la figlia e posso immaginare che questo romanzo l\’ abbia in qualche modo rinnovato, ma non credo di aver fatto nulla di male, nulla di sbagliato».
Alessandro D\’ Avenia non ha più parlato con la madre di Irene, la ragazza romana morta di leucemia nel 2004, che ha ispirato la figura di Beatrice nel suo romanzo Bianca come il latte, rossa come il sangue.
«Posso solo immaginare il dolore che c\’ è dentro di lei e lo rispetto profondamente» dice D\’ Avenia ricostruendo la genesi del libro e cercando di interpretare l\’amarezza della madre.
Un romanzo nato da un\’ ora di supplenza al liceo Dante di Roma, quando uno studente gli racconta la vicenda di una compagna di scuola che l\’ anno precedente si era ammalata di leucemia.

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Grande Male. Medz Yeghern: Turchia 1909

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\"\"RAPHAËL STAINVILLE, Grande Male. Medz Yeghern: Turchia 1909. Un testimone del massacro degli Armeni, San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano) 2008, 192 pp., Euro 16

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Raphaël Stainville, giovane giornalista del quotidiano francese Le Figaro, nel corso di un pellegrinaggio da Parigi a Gerusalemme, facendo sosta in Turchia, ha scoperto in un antico monastero, oggi tenuto da alcune coraggiose suore italiane, un inedito manoscritto d’altri tempi. L’anno, per la precisione, è il 1909 e le pagine ingiallite, vergate in fretta ma in modo piuttosto dettagliato, narrano i massacri perpetrati dai Turchi a danno degli Armeni.

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Il terrorismo dal volto umano

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\"\"Michel Schooyans, Terrorismo dal volto umano, Cantagalli 2009, EAN : 9788882724735, pagg. 288, Euro 22,00

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“Adozione di bambini da parte di coppie \’gay\’, eutanasia anche per i bambini, liberalizzazione dell’aborto, anche in Portogallo, campagne di ecologisti radicali per diffondere la cultura contro la vita … Cosa sta succedendo in Europa? Da dove nasce questo desiderio di morte e chi lo promuove?”.

In una intervista monsignor Michel Schooyans, professore Emerito di Filosofia politica e di Ideologie contemporanee all\’Università cattolica di Lovanio (Belgio), cerca di rispondere a queste domande, analizzando le radici di questo desiderio di morte.

“Invece della vita, sembra che l’Europa abbia scelto la morte”, spiega monsignor Schooyans, che all\’argomento ha dedicato un volume intitolato “Il terrorismo dal volto umano” di recente pubblicato da Cantagalli.

“Infatti – spiega monsignor Schooyans – in tutta l’Europa il numero delle nascite non compensa più il numero di decessi; la popolazione invecchia, la popolazione attiva diminuisce e ogni anno, la popolazione di una ventina di Paesi diminuisce”.

“Solo nel 2005, la Russia ha perso circa 800.000 abitanti e la Germania 140.000. L’Italia, la Polonia e la Spagna sono sulla stessa china”, afferma ancora questo esperto di Bioetica, membro della Pontifica Accademia per la Vita, della Pontificia Accademia per le Scienze sociali e dell’Accademia messicana di Bioetica.

“Giovanni Paolo II constatava già il \’suicidio demografico\’ dell’Europa, sintetizzato in due dati: verso il 1914 essa annoverava il 25% della popolazione mondiale; nel 2050 ne conterà il 7%”, sostiene Schooyans.

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