Omelia 2 agosto 2009 – Diciannovesima Dom. del Tempo Ord.

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Omelia per il 2 agosto 2009 – XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Prima: 1Re 19, 4-8;
Ef 4, 30-5,2;
Vangelo: Gv 6, 41-51

NESSO TRA LE LETTURE
La liturgia di questa settimana pone l’accento sull’efficacia, sul potere dell’Eucarestia. Il pane eucaristico che Cristo ci dà è prefigurato nel pane che un messaggero di Dio offre ad Elia, "con la forza del quale egli camminò quaranta giorni e quaranta notti verso il monte di Dio, l’Oreb" (prima lettura). Il pane del quale parla Cristo nel vangelo è il pane disceso dal cielo, è il pane della vita, di una vita che dura per sempre, è la sua carne per la vita del mondo (vangelo). Carne offerta come oblazione e vittima dal soave aroma, che dà forza ai cristiani "per vivere nell’amore con cui Cristo ci amò" (seconda lettura).

Messaggio Dottrinale

IL PANE CHE RENDE FORTI. Elia si trova in una situazione quasi disperata. Jezabel lo ha minacciato di morte. Per evitare il peggio, si dà alla fuga. Giungendo a Berseba di Giuda, non sa che cosa fare, è senza orientamento. Angosciato, si augura la morte. In quel momento Dio interviene mandandogli, per mezzo di un angelo, del pane dal cielo. Il pane che Dio gli dà innanzitutto lo trae fuori dalla sua angoscia e dal suo smarrimento, e poi gli procura forze straordinarie per andare fino al monte Oreb, alle fonti stesse dello jahvismo, dove Dio si rivelò a Mosè come Jahvé, dove Dio strinse un’alleanza col suo popolo, e dove Dio diede a Mosè le due tavole della Legge. Questo pane del cielo che fortificò Elia è prefigurazione del pane disceso dal cielo, che è Cristo stesso. È tale la forza di codesto pane divino, che può cambiare radicalmente l’uomo, rendendolo "amabile, compassionevole, capace di perdonare e di amare come Cristo". Questo pane di vita infonde tale vigore nell’anima, che vince "ogni amarezza, ira, collera, maldicenza, e qualsiasi tipo di malvagità". Questo pane del cielo ha sostenuto e dato forza a milioni e milioni di esseri umani nel corso dei secoli. L’Eucarestia non è soltanto il centro di tutti i sacramenti e della srtessa vita cristiana, ma anche la maggior forza del cristianesimo.

IL PANE DI VITA. Il pane che l’angelo offre ad Elia fa dimenticare a quest’ultimo il suo tedio della vita e gli infonde nuova voglia di vivere per essere propagatore e difensore della fede in Jahvè. Gesù è il pane vivo, disceso dal cielo; cioè, il pane che dà la vita nuova, il cui potere insospettato ha operato meraviglie nei primi cristiani che si riunivano settimanalmente per la frazione del pane. Rafforzati con questo alimento celestiale, essi diffusero la Buona Novella di Gesù Cristo in tutti gli angoli dell’impero romano, si sforzarono di vivere una vita morale che richiamava l’attenzione dei pagani, furono disposti a soffrire persecuzioni e perfino il martirio. Quando nel cuore dell’uomo abita Gesù Cristo, rendendolo partecipe della sua propria vita divina mediante il pane dell’Eucarestia, "non sono più io che vivo – per usare parole di san Paolo – è Cristo che vive in me". D’altra parte, il pane che dà la vita di Cristo al credente, è anche il pane che fa vivere. Fa vivere l’uomo scoraggiato, infondendogli ragioni per vivere; fa vivere l’uomo disorientato, aprendogli orizzonti di futuro e di speranza; fa vivere l’uomo smarrito, indirizzando i suoi passi per il cammino dell’amore, per essere, come Gesù, un pezzo di pane per gli uomini suoi fratelli; fa vivere l’uomo disperato della vita, mostrandogli che è bello donarsi a Dio e agli altri, con Gesù Cristo, come oblazione e vittima dal soave aroma. Questo pane divino ci dà la vita, ci fa vivere e inoltre ci insegna l’arte di vivere. Arte che consiste nell’essere grano di frumento che muore, marcisce e rivive, si trasforma in spiga, è stritolato per diventare farina, è ammassato e messo al fuoco per trasformarsi in pane dorato e saziare la fame di Dio che tanti uomini hanno.

Suggerimenti Pastorali

I FRUTTI DELL’EUCARESTIA. In forma semplice e molto ricca il catechismo della Chiesa parla dei frutti della comunione. Sono straordinari. In primo luogo, l’Eucarestia accresce la nostra unione con Cristo. Ricevendo la comunione, riceviamo lo stesso Cristo e stringiamo vincoli di amore e di unione con Lui. Tutte le anime innamorate di Gesù Cristo sanno ciò che questo significa. In secondo luogo, l’eucarestia ci separa dal peccato, noi che tanto facilmente ci vediamo ad esso inclinati. Cristo eucarestia cancella i nostri peccati veniali, rendendoci capaci di rompere i legami disordinati con le creature. Cristo eucarestia ci preserva da futuri peccati mortali, perché ci fa sperimentare la dolcezza della sua amicizia. Cristo eucarestia ci fa Chiesa, cioè ci dà coscienza di essere uniti nella fede della Chiesa e di essere tutti fratelli, perché tutti ci alimentiamo con uno stesso pane. Cristo eucarestia ci chiede un impegno in favore dei poveri, per dimostrare con la vita la nostra fraternità e per rendere visibile tra gli uomini che l’amore verso Dio e Gesù Cristo non soltanto non ci esime dall’amare i più bisognosi, ma ci obbliga a ciò. Cristo eucarestia è, infine, pegno della gloria futura, come dice sant’Ignazio di Antiochia, rimedio di immortalità. È di grande necessità spiegare ai fedeli, specialmente ai bambini e ai giovani, i frutti dell’Eucarestia con parole semplici, chiare, efficaci. Una buona catechesi è la maniera migliore per fomentare una frequente e fruttuosa ricezione del Corpo di Cristo.

EUCARESTIA E FEDE. L’Eucarestia non dà frutti in modo automatico, anche se la sua efficacia non proviene dall’uomo, ma dal sacramento. Come ogni dono divino, fruttifica soltanto nella terra della fede e dell’amore. Se siamo poveri di fede e di amore, chiediamo al Signore che accresca in noi le virtù teologali. Se abbiamo dei dubbi sui frutti dell’eucarestia, siamo sicuri che la nostra fede e il nostro amore non sono ancora sufficientemente grandi per far fiorire e fruttificare in noi il corpo e il sangue di Cristo. L’eucarestia ha in sé tutta la forza di Dio, siamo noi, con la nostra piccolezza, con il nostro orgoglio, con la nostra poca fede, ad impedire alla forza di Dio di manifestarsi nelle nostre vite. Diciamo al Signore con tutta l’anima: "Signore Gesù, credo nell’eucarestia, aumenta la mia fede". "Signore Gesù, amo l’eucarestia, aumenta il mio amore". Chiediamo al Signore una fede e un amore giganti, perché nella nostra vita si faccia verità l’efficacia dell’eucarestia, e siamo così testimoni vivi di tale efficacia nel nostro ambiente di famiglia e di lavoro. È anche questo un momento molto propizio per esaminare il nostro fervore eucaristico, come partecipiamo alla messa, come e con quale frequenza riceviamo Gesù Cristo nella comunione, quale risonanza ha la comunione nel nostro comportamento quotidiano.