(il Tempo) Suona la sveglia per i cristiani

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SE I CRISTIANI PROVASSERO A SVEGLIARSI


di ANDREA PAMPARANA

DA TEMPO sostengo, e l’ho fatto più volte dalle colonne del nostro giornale, che la battaglia contro i Pacs (o Dico) è politica, di civiltà e non di religione. Molti amici mi rimproverano questo fatto: «Il cattolico si sposa in Chiesa, sa perfettamente che non deve divorziare, abortire e tanto meno convivere, per non parlare della omosessualità. Perché non lascia che lo Stato legiferi in modo diverso per coloro che non credono e non frequentano la Chiesa?». Questa obiezione potrebbe essere giusta, se non fosse che nello specifico per i Dico il problema appunto non riguarda il “cattolico” ma il “cittadino”, cattolico e non. Il tramonto di una civiltà passa attraverso la lenta e inesorabile disgregazione dei suoi valori fondanti. Una erosione progressiva che mina le radici, avvelenando il tronco e quindi i rami. Noi da tempo siamo di fronte a questo processo. Può essere che sia inevitabile, che questo sia il nostro destino, ma trovo spiacevole che l’opposizione all’andazzo generale sia fatta da poche persone. Mi colloco tra queste e quindi continuerò a insistere sul punto nodale: la disgregazione del valore tradizionale della famiglia potrebbe essere il colpo finale alla nostra già parecchio malata civiltà occidentale. C’è chi gode, a questa prospettiva. Sono gli stessi che nei salotti profumati dalle candele indiane, che negli anni Settanta facevano cultura alternativa, predicavano la lotta di classe fatta dagli altri. Che consideravano il matrimonio come la più vecchia e desueta istituzione borghese, che predicavano la libera convivenza e altre sciocchezze ideologiche. Sono gli stessi che in Europa hanno stanziato 52,5 milioni di euro per creare un Istituto europeo con il compito di promuovere l’ “uguaglianza di genere”, in alternativa a quella biologica e naturale di sesso. La notizia mi è stata data dalla dottoressa Dina Nerozzi, che sta scrivendo un saggio su questo tema sul quale presto avremo modo di tornare. Il vero oscurantismo, la vera battaglia di retroguardia, la stanno facendo coloro che pensano che l’unico valore fondante sia quello dell’assoluta libertà dell’individuo. Molti hanno dimenticato, aiutati da una cultura ufficiale che dalla fine degli anni Sessanta si è ramificata ovunque, nella scuola, nei media, nell’editoria, che nessuno sviluppo sarebbe stato possibile senza una profonda “fiducia nella ragione, che affonda le proprie radici nella religione cristiana”. A tal proposito suggerisco la lettura di un saggio molto importante, “La vittoria della Ragione”, di Rodney Stark, edito di recente dall’editore Lindau. Secondo Stark, non sono state la contrapposizione tra la società laica e quella religiosa né la competizione tra scienza e fede a farci progredire. Al contrario, è alla teologia cristiana che dobbiamo attribuire la vera origine della ragione. Il cristianesimo infatti ha abbracciato la logica e il pensiero deduttivo aprendo di fatto la strada alla libertà e al progresso. Quella libertà e quel progresso che il brodo culturale generato dal relativismo e dalle ideologie totalitarie nega quasi sempre per ignoranza, spesso in cattiva fede. Sarà una battaglia lunga e difficile, anche perché purtroppo noi laici che sosteniamo queste posizioni, il Papa e il Cardinale Ruini siamo un po’ soli, abbandonati in primis da molti, troppi fedeli privi del necessario coraggio.


il Tempo


martedì 13 febbraio 2007