(il Giornale) La sconfitta dei giacobini che indicano il futuro

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Quei perdenti che pretendono di educarci


Rino Camilleri
Il Giornale 15 giugno 2005

E ti pareva che i perdenti del referendum non tirassero
fuori il solito atout giacobino: il popolo non ci ha capiti.
Già, il popolo è “maturo” e “colto” solo quando vota come
dicono loro, altrimenti è “ignorante”, “disinformato” e,
viste le percentuali di astensione al Sud, pure “cafone”.
Hanno detto (o lasciato capire tra i denti) che il popolo
non legge i giornali, che non c’è stato il tempo occorrente
a spiegare una materia così complessa, che la “pesante
interferenza” della Chiesa ha praticamente sedotto le masse
fanatizzate dai preti (l’argomento risale alle invasioni
napoleoniche e ancora campeggia nei sussidiari scolastici).

Ci si sono messi anche i sondaggisti ad “analizzare” il
non-voto in tal senso. Eggià: il loro compito, a quanto
pare, non è solo squadernare cifre ma anche sostituirsi ai
sociologi e agli psicologi delle “masse”. Il vecchio vizio
giacobino di “educare” il popolo, per amore o per forza, è
sempre vivo e combatte contro di noi.

Naturalmente non finirà qui, perché gli educatori del popolo
giammai si rassegnano (la storia insegna), e già affilano le
armi per “iniziative” e “disobbedienze” varie. Insomma,
piaccia o no, il popolo deve fare quel che dicono loro. Per
il suo bene, s’intende. Dopo un secolo e mezzo di democrazia
liberale interrotta solo dal ventennio fascista, dopo
altrettanto tempo di scuola di Stato obbligatoria, dopo
sessant’anni di televisione e una decina di “non è mai
troppo tardi”, dopo una libertà di stampa ed espressione
praticamente assoluta e, per giunta, a senso quasi unico,
questo nostro popolo non è ancora “maturo”. Specialmente
quello meridionale.

Invece, guarda un po’, in Toscana ed Emilia-Romagna sono
andati a votare quasi tutti: quelli sì che sono “maturi”.
Solo all’indomani della sconfitta qualche giornale ha osato
timidamente riportare la notizia americana che negli Usa,
patria delle multinazionali e dei trombati dalla new economy
che speravano di rifarsi col biotech, certe “ricerche”
vengono debitamente addomesticate, ricorrendo anche a
falsificazioni, pur di ottenere finanziamenti. Così, va a
ramengo tutta la “speranza” che, potendo lavorare sugli
embrioni, le peggiori malattie sarebbero state senz’altro
sconfitte.

Invece, l’esperienza ci dice che, nonostante tonnellate di
denaro, azalee e telethon, il cancro e l’Aids sono sempre
lì. Come la calvizie e il banale raffreddore. La verità è
che questo nostro popolo-bue ha capito perfettamente, e
spero che si ricorderà, alle elezioni, di quelli che gli
hanno dato dell'”ignorante”. Specie al Sud, che alle
amministrative aveva premiato il centrosinistra (in questo
caso era stato “illuminato” e “aperto”).

Questo nostro popolo ha perfettamente capito, visto che i
media si sono premurati di andare a chiedere ad ogni
confessione religiosa (anche alla massoneria) come la
pensava sul referendum ma, chissà perché, le loro non sono
state giudicate “interferenze”.

Cominciamo ad essere stufi di queste infinitesime minoranze
e della loro arroganza e prepotenza con cui si permettono di
giudicare il popolo sovrano dal quale, peraltro, dipendono
le loro poltrone, i loro stipendi e le loro vite che non
hanno mai conosciuto lavoro. Si inchinino anche loro alla
volontà popolare e, per una volta, ammettano di aver difeso
una causa assolutamente impopolare.

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