La lotta del Card. Pell contro la lobby LGBT

Martedì 10 gennaio è venuto improvvisamente a mancare il cardinale australiano George Pell, prefetto emerito della Segreteria per l’Economia.

In una intervista andata in onda lo scorso 18 dicembre, sulle reti Mediaset, papa Francesco, nel ricordare il suo impegno per risanare le finanze vaticane, aveva affermato:

Io ho dato indicazioni soltanto. Ma l’organizzare questo che, grazie a Dio, sta andando bene con il Consiglio dell’Economia, con il Segretariato all’Economia. Tutto questo lo ha visto chiaro il cardinale Pell, che è quello che ha incominciato questo”.

Poi è dovuto rimanere quasi due anni in Australia per questa calunnia che gli hanno fattoche poi era innocente, ma gliel’hanno fatta brutta poveretto – e si è allontanato da questa amministrazione, ma è stato Pell a fare lo schema di come si poteva andare avanti. È un grande uomo e gli dobbiamo tante cose”.

Ti sarai forse domandato: a cosa si riferisce il Papa quando afferma: “gliel’hanno fatta brutta poveretto”? E, soprattutto, perché proprio a lui?

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Nuova legge ingiusta in Italia: la legittimazione dell’omicidio di Stato

La conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha annunciato che il 25 ottobre l’aula della Camera esaminerà la nuova proposta di legge sull’eutanasia. Il testo della proposta, adottato come testo base dalle commissioni, intitolato “Rifiuto dei trattamenti sanitari e liceità dell’eutanasia” è a dir poco agghiacciante.

Cercheremo di fare un’analisi articolo per articolo e di fare delle osservazioni per ognuno di essi.

  • L’articolo 1 definisce la finalità della legge, ovvero quella di disciplinare la facoltà di una persona «affetta da una patologia irreversibile o con prognosi infausta di richiedere assistenza medica, al fine di porre fine volontariamente ed autonomamente alla propria vita». Ecco la prima contraddizione logica: si afferma che una persona in quelle condizioni possa porre “autonomamente” fine alla propria vita … richiedendo però “assistenza medica” a tal fine. Il medico, dunque, è costretto ad uccidere il paziente (l’obiezione di coscienza non è mai minimamente citata), però l’atto del paziente rimane “autonomo”.

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18 gennaio 2021: in ricordo di Giovanni Cantoni

di Giovanni Formicola

Un anno fa, esattamente il 18 gennaio 2020, lasciava questa terra lo scrittore Giovanni Cantoni all’età di 82 anni (era nato a Piacenza il 23 settembre 1938). Cantoni è stato un formidabile apologeta nonché fondatore ed ex reggente nazionale di Alleanza Cattolica.

1. L’Italia tra Rivoluzione e Contro-Rivoluzione
Avevo poco più di vent’anni quand’ho incontrato Giovanni Cantoni di persona per la prima volta. Già avevo letto il suo saggio del 1972, L’Italia tra Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, introduttivo alla seconda edizione italiana di Rivoluzione e Contro-Rivoluzione di Plinio Corrêa de Oliveira. Cantoni era stato il primo, e a lungo l’unico, a far conoscere e divulgare in Italia sia l’autore che l’opera — fondamentale, tutt’ora insostituibile, da leggere, per farla, almeno ogni anno, diceva — e ne fu il principale traduttore. Nel suo saggio, Cantoni propone prima un’analisi della storia nazionale, dal cosiddetto Risorgimento all’allora incipiente politica detta di “compromesso storico”, cioè di compimento d’un itinerario che lo stesso autore definisce tentativo di «reinserire i comunisti nell’area di governo [dopo la loro estromissione nel 1947], e per indebolire e annullare ogni reazione a ciò contraria che provenisse dalla Gerarchia e dal popolo cattolico». Poi, e a mio avviso soprattutto, delinea i principi e l’orientamento d’un opus per la conservazione del resto, e poi per la restaurazione integrale, d’una civiltà cristiana.

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Card. Burke: Le forze del male usano il Covid per imporre il Great Reset al mondo

Il cardinale Raymond Leo Burke ha tenuto sabato scorso una poderosa omelia sulla situazione generata dal Covid 19, negli Stati Uniti e nel mondo, illustrando l’uso perverso della crisi che i Poteri stanno mettendo in atto usando la paura; e l’inefficacia della Chiesa nel rispondere a questa sfida.

In un momento in cui “abbiamo bisogno di essere vicini l’uno all’altro nell’amore cristiano, le forze mondane ci isolerebbero e ci farebbero credere di essere soli e dipendenti da forze laiche, il che ci renderebbe schiavi del loro programma senza Dio e assassino”, ha detto il cardinale Raymond Burke durante l’omelia del sabato.

Burke, il fondatore del Santuario di Nostra Signora di Guadalupe, ha tenuto una potente omelia a La Crosse, Wisconsin, luogo di pellegrinaggio sabato sera.

Veniamo a Nostra Signora di Guadalupe nel suo giorno di festa con il cuore turbato e pesante. La nostra nazione sta attraversando una crisi che minaccia il suo stesso futuro di libero e democratico. La diffusione in tutto il mondo del materialismo marxista, che ha già portato distruzione e morte alla vita di tanti, e che ha minacciato le fondamenta della nostra nazione per decenni, sembra ora impadronirsi del potere di governo sulla nostra nazione”, ha iniziato il suo sermone Burke.

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Cardinale congolese rivaluta il colonianismo?

«Il nostro fallimento non è colpa dei bianchi»
L’omelia del cardinale Ambongo

L’arcivescovo di Kinshasa scuote il Congo parlando in occasione del 60esimo anniversario dell’indipendenza: «Abbiamo occupato i posti dei bianchi, ma non abbiamo usato il potere per servire il popolo»

Riportiamo di seguito in una nostra traduzione ampi stralci dell’omelia che il cardinale congolese Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Kinshasa, ha pronunciato il 30 giugno in occasione del 60esimo anniversario dell’indipendenza della Repubblica democratica del Congo.
Il cardinale, come si può capire da questa intervista a
Tempi, si è sempre battuto per liberare il suo paese dalla cattiva politica del dittatore Joseph Kabila, che ancora riesce a governare da dietro le quinte in spregio alla Costituzione e alla volontà popolare.

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Mons. Giampaolo Crepaldi. Coronavirus, l’oggi e il domani. Riflessioni su un’emergenza non solo sanitaria

Niente sarà più come prima. L’epidemia connessa con la diffusione del “COVID-19” ha un forte impatto su molti aspetti della convivenza tra gli uomini e per questo richiede anche un’analisi dal punto di vista della Dottrina sociale della Chiesa.

Il contagio è prima di tutto un evento di tipo sanitario e già questo lo collega direttamente con il fine del bene comune. La salute ne fa certamente parte.
Nel contempo pone il problema del rapporto tra l’uomo e la natura e ci invita a superare il naturalismo oggi molto diffuso e dimentico che, senza il governo dell’uomo, la natura produce anche disastri e che una natura solo buona e originariamente incontaminata non esiste.
Poi pone il problema della partecipazione al bene comune e della solidarietà, invitando ad affrontare in base al principio di sussidiarietà i diversi apporti che i soggetti politici e sociali possono dare alla soluzione di questo grave problema e alla ricostruzione della normalità quando fosse passato.

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Mons. Crepaldi: Il progressismo e la dottrina sociale della Chiesa

di S.E. Mons. Giampaolo Crepaldi
Arcivescovo di Trieste
Presidente dell’Osservatorio Van Thuan

Questo numero del Bollettino è dedicato al Progressismo, sia esso politico che filosofico e teologico. Era una riflessione doverosa da fare da parte del nostro Osservatorio, perché il progressismo, se assunto nelle sue radicali motivazioni, rende inutile la Dottrina sociale della Chiesa in quanto tale, che viene contestata alle radici.
Non c’è dubbio che l’evento cristiano abbia avuto delle salutari conseguenze anche sociali e politiche e che, quindi, abbia anche migliorato la conduzione umana e sociale (1).
Se questo non è adeguatamente risaputo è perché proprio l’ideologia progressista lo ha sempre negato, presentando il progresso come una liberazione dalla religione cristiana. Si è così costituita una mentalità diffusa, anzi addirittura una cultura, secondo la quale il cristianesimo non ha prodotto miglioramenti e progressi, ma il contrario.

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Mons. Chaput sferza i politici cattolici: «Non devono scendere a compromessi»

«Non possiamo mai accettare una separazione della nostra fede religiosa e delle nostre convinzioni morali dai nostri ministeri pubblici o dal nostro impegno politico. È impossibile. E anche il tentativo di farlo è malvagio perché ci costringe a vivere due vite diverse, adorando Dio a casa e nelle nostre chiese e adorando l’ultima versione di Cesare ovunque altrove».  È questo un passaggio chiave del discorso – riassunto dalla CNA – pronunciato dall’arcivescovo di Philadelphia, Charles Chaput, al vertice dell’Alliance Defending Freedom sulla libertà religiosa svoltosi lo scorso 9 luglio.  […]

Il compito dei cristiani, ha affermato il prelato, è quello di creare una visione autentica della società, che abbia a cuore la giustizia e sia centrata «sul vero bene dell’intera persona umana, corpo e anima». Per formare questa “società dell’amore”, ha quindi proseguito, «l’autentica libertà religiosa è essenziale», in quanto essa «è cruciale per servire il vero progresso umano».

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Il Presidente Bolsonaro consacra il Brasile al Cuore Immacolato di Maria

Il 23 maggio il presidente del Brasile ha consacrato il suo Paese al Cuore Immacolato di Maria. E finora è stato fortunato perché i prelati e i cattolici “adulti” brasiliani non si sono affrettati a prendere, schifati, le distanze da lui, come successo in Italia con Salvini. Non è la prima consacrazione di questo tipo in Sudamerica, perché già nel XIX secolo un Paese era stato consacrato al Sacro Cuore di Gesù: l’Ecuador. Una storia che val la pena conoscere.

di Rino Cammilleri

Il nuovo presidente dell’immenso Brasile, Jair Bolsonaro, ha partecipato lo scorso 23 maggio a un’imponente manifestazione pubblica dove, davanti alla statua della Madonna di Fatima, ha consacrato il suo Paese al Cuore Immacolato di Maria. Twitta il Messaggero così: «Copiando praticamente il gesto fatto da Matteo Salvini al termine del suo comizio elettorale quando ha consacrato la sua vita e la vittoria leghista per salvare l’Europa e l’Italia alla Vergine di Fatima». Bontà sua, il quotidiano romano precisa: «Nel caso di Jair Bolsonaro non si trattava di una iniziativa elettorale, ma di un evento organizzato da un gruppo di deputati con la partecipazione di gruppi di preghiera e del vescovo locale, monsignor Fernando Rifam».

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2019: una Marcia per la Vita più importante che mai

Nel 100° dello sciagurato appello ai “liberi e forti”

Contesto istituzionale. Il 1° giugno 2018 si è formato un nuovo Governo che ha posto fine alla Legislatura più anti-vita e anti-famiglia della storia d’Italia: i Governi Letta-Renzi-Gentiloni passano alla storia per le otto leggi contro la vita e la famiglia (1).
Tuttavia, la nuova legislatura nasce anche sotto la spada di Damocle di un “contratto” che ha sinora impedito qualunque iniziativa a favore dei principi non negoziabili, in particolare l’abrogazione delle otto leggi già citate (2). L’unico tema che pare venga sostenuto è quello del cosiddetto “inverno demografico” (3): ma è una posizione perdente perché ignora la sacralità della vita umana quale fondamento giuridico di ogni convivenza civile.
Ciò nonostante, il nuovo Governo ha risvegliato una qualche attenzione verso la vita umana, manifestatasi con una decina di Mozioni di amministrazioni locali in difesa della maternità. Si tratta di iniziative intese a «limitare i danni» (4) della legge 194/78 posto che, purtroppo, solo il Parlamento può abrogarla (5).
Ma, intanto, nuove leggi miranti alla distruzione della civiltà occidentale prendono corpo.

Contesto ecclesiale. La recente prolusione del Presidente della Conferenza Episcopale (6) è tornata ad attirare l’attenzione sui migranti e sul Partito Popolare (7), ignorando i valori non negoziabili e il pericolo islamico. È la conferma di tutta una serie di iniziative diocesane miranti alla costruzione di un nuovo soggetto politico (8) che ha visto, tra gli altri, la ricomparsa dell’On. Romano Prodi e di altri ex deputati PD.

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