Card. Sarah: questa epidemia svela la cruda realtà della modernità

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Il cardinale Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti del Vaticano, ha rilasciato una lunga intervista sulla pandemia di coronavirus a Charlotte d’Ornellas della rivista francese Valeurs.

Ecco i passi iniziali (la traduzione dal francese all’inglese è di Edward Pentin, quella dall’inglese all’italiano è mia ): 

D’ORNELLAS: Come si sente riguardo alla crisi del coronavirus?

CARDINAL SARAH: Questo virus ha agito come un avvertimento. Nel giro di poche settimane, la grande illusione di un mondo materiale che si credeva onnipotente sembra essere crollata.
Qualche giorno fa i politici stavano parlando di crescita, di pensioni, di riduzione della disoccupazione. Erano sicuri di sé stessi. E ora un virus, un virus microscopico, ha messo in ginocchio questo mondo, un mondo che guarda a se stesso, che si compiace, ubriaco di autocompiacimento perché pensava di essere invulnerabile.

La crisi attuale è una parabola. Ha rivelato come tutto ciò che facciamo, e siamo invitati a credere, fosse incoerente, fragile e vuoto. Ci è stato detto: si può consumare senza limiti! Ma l’economia è collassata e i mercati azionari stanno crollando. I fallimenti sono ovunque.
Ci è stato promesso di spingere sempre più in là i limiti della natura umana da una scienza trionfante. Ci è stato detto della procreazione artificiale, della maternità surrogata, del transumanesimo, dell’umanità rafforzata.
Ci vantavamo di essere un uomo di sintesi e un’umanità che le biotecnologie avrebbero reso invincibile e immortale.
Ma qui siamo in preda al panico, confinati da un virus di cui non sappiamo quasi nulla. Epidemia era una parola antiquata, medievale. Improvvisamente è diventata la nostra vita quotidiana.

Credo che questa epidemia abbia dissipato il fumo dell’illusione. Il cosiddetto uomo onnipotente appare nella sua cruda realtà. Lì è nudo. La sua debolezza e la sua vulnerabilità sono evidenti.
Essere confinati nelle nostre case ci permetterà, si spera, di tornare all’essenziale, di riscoprire l’importanza del nostro rapporto con Dio, e quindi la centralità della preghiera nell’esistenza umana. E, nella consapevolezza della nostra fragilità, affidarci a Dio e alla sua misericordia paterna.

D’ORNELLAS: È questa una crisi di civiltà?

CARDINAL SARAH: Ho ripetuto spesso, soprattutto nel mio ultimo libro, Le soir approche et déjà le jour baisse, che il grande errore dell’uomo moderno è stato quello di rifiutare di essere dipendente. L’uomo moderno vuole essere radicalmente indipendente. Non vuole dipendere dalle leggi della natura. Rifiuta di dipendere dagli altri impegnandosi in legami definitivi come il matrimonio. È umiliante essere dipendenti da Dio. Sente di non dovere niente a nessuno. Rifiutarsi di far parte di una rete di dipendenza, eredità e filiazione ci condanna ad entrare nudi nella giungla della concorrenza di un’economia lasciata a se stessa.

Ma tutto questo è un’illusione. L’esperienza del confinamento ha permesso a molti di riscoprire che siamo realmente e concretamente dipendenti l’uno dall’altro. Quando tutto crolla, rimangono solo i legami del matrimonio, della famiglia e dell’amicizia. Abbiamo riscoperto che come membri di una nazione siamo legati da legami indissolubili ma reali. Soprattutto, abbiamo riscoperto di essere dipendenti da Dio”.

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Riprendo altri passi, sempre nella mia traduzione, dell’intervista del Card. Sarah dall’articolo di Hannah Brockhaus, pubblicato sul Catholic News Agency:

“i sacerdoti devono fare tutto il possibile per rimanere vicini ai fedeli. Devono fare tutto ciò che è in loro potere per assistere i moribondi, senza complicare il compito dei custodi e delle autorità civili”.

Ma nessuno – ha continuato – ha il diritto di privare un malato o un moribondo dell’assistenza spirituale di un sacerdote. È un diritto assoluto e inalienabile”.

Se [i sacerdoti] non possono tenere fisicamente la mano di ogni moribondo come vorrebbero, scoprono che, in adorazione, possono intercedere per ciascuno”, ha detto.

Sarah ha anche incoraggiato le persone che vivono in isolamento a riscoprire la preghiera in famiglia.

È tempo che i padri imparino a benedire i loro figli. I cristiani, privati dell’Eucaristia, si rendono conto di quanto la comunione sia stata una grazia per loro. Li incoraggio a praticare l’adorazione da casa, perché non c’è vita cristiana senza vita sacramentale”.

In mezzo alle nostre città e ai nostri villaggi, il Signore rimane presente”, ha detto.

C’è una pressione per avere successo e per ammirare e applaudire i “vincitori” della società, anche se il successo arriva a costo di “schiacciare gli altri”, ha detto, indicando la spinta all’eutanasia dei malati e degli handicappati.

Oggi le nazioni si muovono per proteggere gli anziani”, ha sottolineato il cardinale. “Improvvisamente ammiriamo e applaudiamo con rispetto e gratitudine gli infermieri, i medici, i volontari e gli eroi di tutti i giorni”.

Improvvisamente, si osa fare il tifo per coloro che servono i più deboli. Il nostro tempo aveva sete di eroi e di santi, ma lo nascondeva e se ne vergognava”.

Nell’intervista di 5.300 parole, il cardinale Sarah ha parlato anche del suo libro sul celibato sacerdotale, “From the Depths of Our Hearts”, pubblicato a febbraio.
Il libro ha suscitato polemiche per un contributo di Papa Benedetto XVI. Sono emerse opinioni divergenti sul fatto che il Papa in pensione avesse accettato di essere elencato come coautore del libro, come sostenuto da Sarah e dagli editori francesi e inglesi del libro.
Il cardinale si è detto colpito anche dalle violente reazioni al contenuto del libro, che lui e Benedetto XVI hanno inteso come una “serena, obiettiva e teologica riflessione… basata sull’Apocalisse e sui dati storici”.

Certo, ho sofferto in questo periodo, ho sentito molto fortemente gli attacchi contro Benedetto XVI. Ma nel profondo, mi ha particolarmente ferito vedere come l’odio, il sospetto e la divisione abbiano invaso la Chiesa su una questione così fondamentale e cruciale per la sopravvivenza del cristianesimo: il celibato sacerdotale”, ha aggiunto.

Ha detto che si è rammaricato del fatto che si sia parlato poco di ciò che considerava la parte più importante del libro: l’argomento della rinuncia ai beni materiali da parte dei sacerdoti, e la riforma basata sulla santità e sulla preghiera.

Il nostro libro era inteso essere spirituale, teologico e pastorale. I media e alcuni autoproclamatisi esperti ne hanno fatto una lettura politica e dialettica”, ha sostenuto. “Ora che le sterili polemiche si sono dissipate, forse riusciremo a leggerlo davvero? Forse potremo discuterne pacificamente?”.

A proposito della rinuncia ai beni, il cardinale ha invitato anche i sacerdoti e i vescovi in Germania “a sperimentare la povertà, a rinunciare ai sussidi statali”.

Una Chiesa povera non avrà paura della radicalità del Vangelo. Credo che spesso i nostri legami con il denaro o con il potere laico ci rendono timidi o addirittura codardi nell’annunciare la Buona Novella”, ha affermato, dicendo di credere che la ricchezza della Chiesa tedesca l’abbia tentata di “cambiare la Rivelazione, di creare un altro magistero”.

fonte: https://www.sabinopaciolla.com/card-sarah-credo-che-questa-epidemia-abbia-dissipato-il-fumo-dellillusione-il-cosiddetto-uomo-onnipotente-appare-nella-sua-cruda-realta-li-e-nudo/

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