(ZENIT) Consacriamoci al Cuore Immacolato di Maria

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I movimenti mariani a San Pietro per la festa del Cuore Immacolato di Maria
Intervista con il presidente del Movimento Apostolato di Fatima ROMA, domenica, 29 maggio 2005 (ZENIT.org).- Nel pomeriggio di sabato 4 giugno, i gruppi e le associazioni mariane si riuniranno nella basilica di San Pietro in Vaticano per celebrare la festa del Cuore Immacolato di Maria.

L’appuntamento, al quale stanno aderendo migliaia di fedeli, fa emergere una realtà diffusa e solida del popolo cristiano: i gruppi ed i movimenti mariani.

Per comprendere la natura di questo appuntamento e approfondirne gli obiettivi, Zenit ha intervistato monsignor Diego Bona, Presidente del Movimento Apostolato di Fatima.

“Il giorno seguente la festa del SS. Cuore di Gesù, la liturgia della Chiesa Cattolica celebra la memoria del Cuore Immacolato di Maria, una devozione diffusa e cara al popolo cristiano, che nel ‘Cuore’ della Vergine Maria (il cuore è visto come il centro e la sorgente della vita interiore, volontà ed affettività) trova il modello più alto della docilità ed obbedienza alla volontà di Dio e la materna sollecitudine per gli uomini che Le sono stati affidati dal Salvatore morente in croce”, ha affermato monsignor Bona.

“Questa festa, che ha una lunga tradizione, ha preso un forte impulso dagli avvenimenti di Fatima (1917), quando nelle apparizioni della Vergine i tre pastorelli hanno ascoltato parole che poi hanno percorso tutto il mondo: ‘Gesù vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato’ (13-6), ‘Verrò a chiedere la consacrazione al mio Cuore Immacolato’, ‘Finalmente il mio Cuore Immacolato trionferà’ (13-7)”, ha proseguito.

“Ogni anno questa festa veniva ricordata e celebrata a Santa Maria Maggiore in Roma, promossa dal Movimento Apostolato di Fatima, ma quest’anno riveste particolare solennità perché i Movimenti e le Associazioni mariane d’Italia si sono associate nella celebrazione che avrà luogo alla Basilica di San Pietro, il 4 di giugno”.

“La venerata immagine della Madonna Pellegrina del Santuario di Fatima giungerà a San Pietro nel pomeriggio, accolta da fedeli provenienti da tante parti d’Italia, e dopo il Rosario meditato che verrà guidato da S. Ecc. Mons. Comastri seguirà la solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta da S. Em. il Card. Camillo Ruini con l’affidamento alla Vergine SS. e la preghiera a Maria, Madre dei viventi, che conclude l’Enciclica di Giovanni Paolo II ‘Evangelium vitae’”.

Le apparizioni della Vergine a Fatima hanno segnato l’intero secolo XX. Cosa può dirci al riguardo?

Mons. Bona: Molto si è parlato di Fatima per tutto il secolo da poco concluso, una attenzione che nel popolo cristiano ha visto una devozione sempre più vasta e crescente, un motivo di speranza in un tempo difficile (le due guerre mondiali e la contrapposizione dei blocchi est-ovest), anche nella più vasta opinione pubblica interessata al tema del “segreto” su cui sono state dette tante parole fino a quando, nel 2000, il Santo Padre lo ha reso pubblico e vi ha letto un chiaro riferimento alla sua storia personale.

Ma quello che riveste grande e attuale importanza è il “messaggio” di Fatima, quanto la Vergine Maria, che si è presentata come Vergine del Rosario, ha voluto comunicare al mondo, ai credenti e non credenti, per richiamarli sulla strada del bene e liberarli dalle rovine di questo tempo e dai pericoli di sempre.

Lo ha fatto con parole semplici, rivolte a tre fanciulli che non erano ancora andati a scuola, ma è un messaggio che ha percorso il mondo e di cui Giovanni Paolo II ha affermato: “Se la Chiesa ha accolto il messaggio di Fatima è perché contiene una verità e una chiamata che sono al cuore stesso del Vangelo”.

Quali sono i temi essenziali del messaggio di Fatima?

Mons. Bona: Sono almeno tre: la necessità e l’importanza della preghiera insistente e continua; il richiamo alla conversione e la pressante richiesta di impegnarsi nella preghiera e nell’offerta della vita con i sacrifici che essa comporta, per la conversione dei peccatori; la fiducia, l’affidamento e la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria come via preferenziale, cammino possibile di vita cristiana.

Qual è il significato?

Mons. Bona: In un secolo dove per la prima volta ideologie vaste e potenti avevano programmato la cancellazione dell’idea di Dio dalla mente e dal cuore degli uomini, risuona alto e forte il richiamo alla preghiera che ricorda la parola di Gesù “bisogna pregare sempre” (cfr. Lc 18,1 ss).

La materna sollecitudine della Vergine traspare dalla sua preoccupazione di liberare gli uomini dalla guerra, ma soprattutto per coloro che si perdono a causa del peccato: “Molte anime si perdono perché non c’è chi interceda e si sacrifichi per loro” fino a chiedere ai tre fanciulli (ma il messaggio è per tutti noi):
“Volete offrirvi a Dio, sopportare le sofferenze che vorrà mandarvi come supplica per la conversione dei peccatori?”

Ed infine la Madonna offre una speranza, una strada sicura per il cammino del cristiano che vuol essere fedele alle promesse battesimali: la consacrazione o affidamento al suo Cuore Immacolato.

Non è una dottrina nuova, era già stata ampiamente proposta da S. Luigi G. de Monfort, e Giovanni Paolo II l’aveva fatta sua mediante il motto “totus tuus”, ma il messaggio di Fatima l’ha fatta conoscere ovunque.

Intorno a questi richiami insistenti della Madonna a Fatima e che “sono al cuore stesso del Vangelo” (Giovanni Paolo II) vivremo la celebrazione di sabato 4 giugno prossimo, con i Movimenti e le Associazioni mariane presenti in Italia, in fervida comunione di preghiera e sincera profonda e filiale devozione.
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