(Secolo d’Italia) I martiri italiani del satanismo.

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Tra il 10 ed il 12 aprile del corrente anno si è svolto a Vilnius in Lituania, presso la locale Università, l’annuale convegno internazionale del CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni) il cui sito visitabile sul web, è




rintracciabile digitando www.cesnur.org , sul tema


 “Religione e Democrazia: uno scambio di esperienze fra est ed ovest”.


 


Fra le relazioni svolte se ne segnala una di un notevole interesse ed attualità, il cui titolo è fra quelli che immediatamente colpiscono “I martiri cristiani del satanismo: Suor Laura Mainetti e Don Giorgio Govoni” , il cui autore è Andrea Menegotto,  brillante studioso veresino, da anni collaboratore del CESNUR.

Suor Mainetti è stata assassinata a Chiavenna nella notte tra il 6 e il 7 giugno 2002, tratta in un tranello da una pressante richiesta d’aiuto, da tre giovani ragazze, tutte infradiciottenni e di buona famiglia, per compiere un sacrificio a satana.




Don Govoni, morì letteralmente di crepacuore nello studio del suo avvocato in Modena il 19 maggio 2000, dopo poche ore dalla richiesta di condanna del P.M., avanti al Tribunale di Modena, ove era imputato, con altri, di abusi sessuali con riti satanici su minori.


Pare utile richiamare le linee di fondo della citata relazione, ricordando che le tragiche vicende dei due religiosi, seppur profondamente diverse nello svolgersi dei fatti, hanno un comune un medesimo epilogo: il martirio.


Si possono dunque enucleare tre ordini di considerazioni sintetizzabili nel seguente dei modi:


1)     Esiste anche in Italia un c.d. “satanismo organizzato” detto anche “degli adulti” che non sfugge al rilevamento degli specialisti e delle forze di polizia, il cui numero di aderenti ( la fonte CESNUR 2003 parla di circa 240 aderenti) è sopravalutato dai mass media.  Naturalmente esistono casi di satanismi isolati “ criminali che – spesso dicendosi ispirati dal demonio –  uccidono per il gusto di uccidere” e sussiste pure il c.d. “satanismo giovanile” detto anche “acido” per la sua attiguità al consumo di stupefacenti, che però è “ composto da gruppuscoli di minorenni ( molto sovente con la presenza di qualche adulto) “ gruppi peraltro “ privi di una continuità organizzativa e rituale e di contatti con i gruppi del satanismo < storico> e organizzato, che mettono in scena rituali satanici sotto l’influsso d film, trasmissioni televisive, alcuni fumetti, una certa subcultura musicale”.  Anche in questi casi l’enfasi giornalistica non corrisponde alla diffusione dei fenomeni, la cui esistenza è rilevata solo in occasione dei reati compiuti, si fa riferimento a realtà il cui numero di aderenti, che i dati di polizia quantificano in “ circa un migliaio di giovani, mentre una cerchia più ampia (2.000-3.000 persone) adotta stili della subcultura satanica (abbigliamento, simboli, gesti) senza però partecipare alle vere e proprie attività dei gruppi di satanismo giovanile”.


2)     Dall’esame dei diari e dei personal computer delle tre ragazze di Chiavenna, emerge che le stesse erano affascinate dalle tematiche quali la “ morte, il sesso, la droga e la disperazione” interessi tratti anche dall’ascolto delle canzoni del controverso cantante rock  Marilyn Manson. Si rileva, dunque da un lato che il carattere “selvaggio” del satanismo giovanile è realmente pericoloso, perché può dar luogo ad eventi criminosi di vario genere, e dall’altro che” il satanismo giovanile si configura fondamentalmente come un fenomeno di devianza e disagio e – come tale – non dovrebbe essere analizzato primariamente con le categorie della sociologia dei movimenti religiosi, ma con quelle della devianza e del disagio giovanile, parlando le storie dei giovani satanisti della frequentazione di ambienti deviati, di droga, teppismo e piccola criminalità, noia di vivere, sessualità esasperata, monotonia”.


3)     Dalla tragica morte di don Govoni (dichiarato innocente dopo la morte) si trae invece il dato dell’assenza in Italia di una “epidemia” dei c.d. casi di “> (da bambini o da adulti sul lettino dello psicologo che accusano falsamente adulti di crimini rituali satanici )”.  Tale “epidemia” esplosa negli USA tra il 1988 ed il 1991, è stata bloccata da una serie di sentenze assolutorie.  Da tale esperienza si trae l’indicazione, anche per l’ordinamento italiano, circa l’indirizzo a “rivedere i regolamenti relativi alla professione di assistente sociale, riducendone i poteri e mettendo in guardia contro le domande suggestive quando si interrogano bambini in casi di possibili abusi”.


Ultima considerazione generale che si coglie  pare essere l’invito agli operatori nel settore e ai mass media ad affinare un maggiore equilibrio e professionalità, ricordando che spesso non ci si trova davanti a “potenti signori delle tenebre” ma in molti casi a “veri e propri ”.


 


Benedetto Tusa