(SIR) Il vuoto accademico dice no al Papa all'università

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PAPA ALLA SAPIENZA: NOTA SIR Sulla visita di Benedetto XVI, giovedì 17 gennaio all’Università La Sapienza su invito del rettore dello stesso ateneo, pubblichiamo una nostra nota. “E’ stata un’ottima idea invitare Benedetto XVI alla “Sapienza”, una grande università. Perché l’università è il luogo della libertà, della ricerca, del confronto, del dialogo, della ricerca appassionata della verità a partire da diverse prospettive, disciplinari, culturali, ideali. L’università è nata così, nel medioevo, e così deve continuare a svilupparsi, sia pure nelle nuove forme e superando, con il concorso di tutti, le non poche difficoltà poste dalla società di massa globalizzata. Il cerimoniale ha lavorato di cesello, per non urtare le diverse suscettibilità e il programma prevede la partecipazione all’inaugurazione dell’anno accademico e poi una visita alla restaurata cappella. Sarà un momento alto di incontro, con tutti, senza barriere, senza chiusure, senza censure. Tutto confermato, dunque, nonostante le contestazioni. Che preoccupano. C’è da preoccuparsi leggendo le motivazioni del “niet” che hanno pronunciato piccoli gruppi, rumorosi, taluni professori e taluni studenti. Non per l’ordine pubblico o per motivazioni politiche o diplomatiche. C’è piuttosto da preoccuparsi per il senso di vuoto che questo rifiuto grida alla comunità universitaria innanzi tutto e poi alla più vasta opinione pubblica. Il vuoto di chi rifiuta il confronto, di chi ritorna a forme di anticlericalismo ottocentesco. È un mondo che non esiste più, quello per cui la modernità è tale se si libera del cristianesimo. È vero semmai il contrario, come suggerisce il dibattito più recente. In ogni caso tutti siamo oggi alle prese con la cruciale questione della ragione, del futuro, delle prospettive di sviluppo della civiltà. Il Papa propone di affrontarla insieme allargando l’orizzonte e lo spazio della nostra razionalità, per usare tutte le nostre potenzialità. Non è un invito o, peggio, un obbligo alla conversione. Non è tantomeno uno sfoggio di potenza o di invadenza. E’ una ipotesi di ricerca, è un suggerimento, che raggiunge la libertà e l’inquietudine di chi cerca”.