(Osservatore Romano) La RU 486

  • Categoria dell'articolo:Notizie

Sharing is caring!

L’Osservatore Romano – 30 Ottobre 2002 Il nostro giornale era già intervenuto con fermezza sull’argomento nella
rubrica “Acta diurna” il 12 novembre 1989, quando si cominciò ad ipotizzare
l’introduzione in Italia della pillola RU 486. Oggi riproponiamo il testo
integrale di quell’intervento.
L’ultimo omaggio che solitamente l’errore paga alla verità, l’ipocrisia, è
stato pagato.
Ed ora può essere gettata la maschera. Quando in Italia si approvò la legge
194, si disse che l’aborto non doveva essere considerato mezzo di
contraccezione, che la libera decisione della donna doveva confrontarsi con
le istituzioni pubbliche, garanti del diritto dei terzi. Ora, la volontà di
introdurre
anche in Italia la RU 486 svela completamente ciò che stava dietro a questi
discorsi.
Si vuole che l’aborto diventi sempre più contraccezione (la più tragicamente
efficace!), perché si è arrivati ad un tale oscuramento della coscienza, da
ritenere atto di libertà uccidere il più indifeso degli innocenti.
E massimo atto di libertà, perché ormai l’omicidio diventa estremamente
facile.
Sia ben chiaro, a scanso di equivoci, che qualunque sia la procedura
abortiva, la sua realtà rimane intatta, cioè resta un omicidio vero e
proprio,
che nessuna autorità umana può giustificare.

Ma c’è qualcosa di terribilmente repellente in questa procedura.
Essa umilia fino in fondo la scienza: produce un farmaco che ha solo lo
scopo
di uccidere innocenti.
Si mette in commercio una vera e propria bomba chimica, messa a disposizione
di chi la vuole, per sterminare milioni di innocenti.
La giustificazione che nobiliterebbe e raccomanderebbe il ricorso al nuovo
veleno omicida è la seguente: il rischio della morte o di complicanze
collaterali,
per la madre che abortisce, diventa irrilevante.

L’errore è abituato a mascherarsi di umana pietà, per farsi accettare.
Donde nasce quel rischio?
Da una decisione sommamente ingiusta e liberamente presa, quella di uccidere
un innocente.
Si abbia dunque il coraggio di dirlo apertamente: si è finalmente scoperto
un
modo di uccidere nel quale l’assassino non corre più alcun rischio serio.

È evidente, ormai, che la cultura (si fa per dire) che ha fatto produrre la
RU 486
ha sbagliato completamente rotta.
La cultura di chi ritiene che si possa essere liberi anche non obbedendo
alla
verità.
E la verità parla, come sempre, molto semplicemente: ogni uomo, anche e
soprattutto il più piccolo, merita un rispetto assoluto.
Colui che non vede questa verità, a causa del suo egoismo, perde la
cittadinanza
umana.