(OR) L’apostasia silenziosa della cultura europea

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Servire il Vangelo della speranza di fronte ad
un'”apostasia silenziosa” della cultura europea

Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. In questo momento storico, nel quale è in atto un
importante processo di riunificazione dell’Europa
attraverso l’allargamento dell’Unione Europea ad altri
Paesi, la Chiesa osserva con uno sguardo pieno di
amore questo Continente.

Accanto a tante luci, non mancano alcune ombre.
A un certo smarrimento della memoria cristiana si
accompagna una sorta di paura nell’affrontare il
futuro; a una diffusa frammentazione dell’esistenza si
uniscono non di rado il diffondersi dell’individualismo
e un crescente affievolirsi della solidarietà
inter-personale.

Si assiste come a una perdita della speranza, alla cui
radice sta il tentativo di far prevalere
un’antropologia senza Dio e senza Cristo.

Paradossalmente, la culla dei diritti umani rischia
così di smarrirne il fondamento, eroso dal relativismo
e dall’utilitarismo.


2. Nell’Esortazione apostolica post-sinodale Ecclesia
in Europa, che ho promulgato lo scorso 28 giugno, ho
voluto riprendere queste tematiche di urgente
attualità, largamente dibattute nel corso
dell’Assemblea sinodale dell’ottobre 1999.

“Gesù Cristo, vivente nella sua Chiesa, sorgente di
speranza per l’Europa”:  questo è l’annuncio che i
credenti non cessano di rinnovare, consapevoli delle
enormi possibilità che offre l’ora presente, ma
consci, al tempo stesso, delle sue “gravi incertezze
a livello culturale, antropologico, etico e
spirituale” (n. 3).

La cultura europea dà l’impressione di “un'”apostasia
silenziosa” da parte dell’uomo sazio, che vive come
se Dio non esistesse” (n. 9).

L’urgenza allora più grande che attraversa l’Europa,
“a Est come ad Ovest, consiste in un accresciuto
bisogno di speranza, così da poter dare senso alla
vita e alla storia e camminare insieme” (n. 4).


3. Ma come soddisfare un così profondo anelito di
speranza?
Occorre ritornare a Cristo e ripartire da Lui.
La Chiesa – ho scritto nell’Esortazione – ha da
offrire all’Europa il bene più prezioso, che nessun
altro può darle:  la fede cioè in Gesù Cristo,
“fonte della speranza che non delude” (n. 18).

Maria, aurora di un mondo nuovo, vegli sulla Chiesa
in Europa e la renda pronta ad annunciare, celebrare
e servire il Vangelo della speranza.

(Giovanni Paolo II, Angelus, 13 luglio)
(©L’Osservatore Romano – 14-15 Luglio 2003)