(OR) La quaresima ci invita alla meditazione dell’essenziale

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 MERCOLEDÌ DELLE CENERI


Il tempo dell’essenziale


JEAN GALOT

Il tempo di quaresima ci invita a tornare all’essenziale. Molte cose dominano la nostra esistenza e spesso l’asfissiano. Non abbiamo nemmeno la possibilità di esserne consapevoli: siamo troppo occupati, troppo presi da tutto ciò che capita nelle nostre giornate. Talvolta dei particolari senza importanza ritengono la nostra attenzione per lunghi momenti e ci fanno perdere di vista alcuni bisogni urgenti. Rischiamo di sprecare una buona parte della nostra vita e di non potere dare ad ogni compito l’importanza dovuta.


La quaresima ci ferma nella nostra corsa per farci tornare all’essenziale. Ci mostra come organizzare meglio la nostra esistenza, ma soprattutto ci fa riflettere su ciò che fa fondamentalmente il valore della vita umana. Trae la sua origine dai quaranta giorni di Cristo nel deserto. Dopo il battesimo, Gesù avrebbe potuto impegnarsi subito nel compimento della sua missione, ma lo Spirito Santo, che è sceso su di lui per guidarlo in questa missione, lo conduce nel deserto per una lunga e profonda riflessione. L’intensa attività deve essere preceduta da una contemplazione che possa illuminarla e assicurare la sua fecondità.


Secondo le parole adoperate nei racconti evangelici, questa azione dello Spirito Santo si esercita in modo imperativo; S. Marco dice che subito dopo il battesimo lo Spirito “espelle” Gesù nel deserto. In qualche modo lo strappa dal dominio nel quale deve agire. Vi riconosciamo la volontà del Padre che, prima dell’impegno nell’azione, richiede un tempo di preghiera e di meditazione.


Questo tempo è anche un tempo di combattimento spirituale, perché nel deserto vengono le tentazioni, nelle quali si svela la lotta decisiva che oppone Satana a Gesù. Da questo punto di vista, il soggiorno nel deserto significa un ritorno all’essenziale. Fa scoprire il grande conflitto che segnerà tutto il corso della vita pubblica: gli avversari di Gesù si faranno gli strumenti delle potenze del male e conformeranno la loro azione ai suggerimenti manifestati nelle tentazioni. Più specialmente non mancheranno di ribadire l’invito a fare dei prodigi spettacolari per conquistare una facile popolarità. Riprenderanno come pretesa inaccettabile quella che era stata messa in dubbio dal tentatore: “Se tu sei Figlio di Dio”. Dinanzi alle tentazioni, Gesù conferma semplicemente la sua fedele adesione alla volontà del Padre. Questa adesione costituisce “l’essenziale” del suo comportamento. Nella contemplazione che il deserto contribuisce a sviluppare si forma l’atteggiamento fondamentale che si manifesterà in tutto il compimento della missione.


Seguendo l’esempio di Cristo, la nostra quaresima ci permette di capire meglio in che cosa consiste “l’essenziale” della nostra vita e di adottare un comportamento che si fonda sulla volontà del Padre. In questo senso, la quaresima ci aiuta a vedere chiaro e ad agire bene. Ci libera dalla dispersione dei nostri sforzi e delle nostre attività per concentrarci su ciò che è importante e necessario per la realizzazione del nostro destino. Ci ricorda in particolare che la nostra vita assume il suo significato solo nei nostri rapporti con l’amore sovrano di Dio e che la fede nella sua bontà è la sola via per far fiorire e fruttificare la nostra esistenza.




(©L’Osservatore Romano – 25 Febbraio 2004)