(Libero) L'Eucaristia è il più bel regalo di Gesù

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I NOGLOBAL, BUSH E… IL CORPUS DOMINI

di Antonio Socci

9 giugno 2007

I quattro sciamannati che contestano Bush da giorni hanno l’onore delle prime pagine e delle aperture dei tiggì. Ma le 100 mila persone che giovedì sera, a Roma con il Papa, hanno partecipato alla processione del Corpus Domini fra le basiliche del Laterano e di Santa Maria Maggiore, non hanno meritato neanche una riga di attenzione da nessuno. E’ la dittatura del relativismo. Interessano i cattolici che ad Assisi fanno le marce della pace con Bertinotti, ma non le folle cattoliche che pregando portano per le vie di Roma l’Eucaristia. Cosa volete che sia la notizia di Dio che si fa carne e poi pane…

Tutti siamo indotti a pensare che un Casarini che si agita in Trastevere sia più importante. Certo, tutto passa. Sono passati pure Lenin e Stalin, figuriamoci Casarini… Ma noi intellettuali invece pensiamo che siano i vari Casarini, i Silvestri, i Lapo Elkann e le veline, meteore che attraversano le nostre effimere cronache, a far notizia e non piuttosto il Signore della storia, la Bellezza fatta carne, che è fra noi da duemila anni e che ha promesso di restare per sempre. Siamo accecati o banali? Anche se – nelle nostre disperate solitudini laiche – pensassimo che 100 mila romani in processione siano solo folklore oppure – come scrive Odifreddi – ritenessimo che i cristiani siano dei “cretini”, è pur sempre un fenomeno sociale clamoroso. Perché non interrogarsi?

Oltretutto a quel mistero che è l’Eucaristia sono state dedicate le nostre cattedrali e i più grandiosi capolavori della nostra arte. Fra i “cretini” devoti a quel mistero troviamo Mozart, Caravaggio, Dante, Raffaello che hanno espresso tutta la loro commozione per il Dio che si fa pane quotidiano. Folle di martiri hanno dato la vita per lui e i più grandi santi sono stati innamorati di Gesù “pane di vita”: da Francesco d’Assisi a Caterina da Siena, da Tommaso d’Aquino a Madre Teresa, da padre Pio a santa Chiara che con l’ostensorio fermò addirittura i saraceni.

A far intuire che immane mistero si nasconda in quel pezzo di pane ci sono decine di miracoli eucaristici. Cito due dei più famosi. Quello di Lanciano e quello di Siena. A Lanciano, attorno al 750, un monaco stava celebrando la messa, ma da tempo era assalito dai dubbi: possibile che quella piccola ostia bianca diventi realmente fra le mani del sacerdote il vero corpo di Cristo? Mentre pregava Dio che lo liberasse da questo assillo, vide letteralmente il pane trasformarsi in carne. Atterrito e confuso scoppiò in lacrime. Il clamore fu enorme e quell’ostia di carne è tuttora conservata nella chiesa di San Francesco.

Nel 1971 furono fatti esami di laboratorio. Il professor Odoardo Linoli il 4 marzo rese noti i risultati: si tratta di tessuto di cuore umano e sangue umano (emogruppo AB). Inoltre “nel liquido di eluizione dell’antico sangue si riconoscono tutti i componenti del siero di sangue fresco (tracciato elettroforetico) e tutti gli accertamenti fatti sulla carne e sul sangue non hanno mai portato al riconoscimento di materiali estranei, destinati alla conservazione”. Si è scoperto che la carne è parte del ventricolo sinistro di un cuore umano. Il professor Linoli dichiara che l’ipotesi di un falso (cioè di un cuore prelevato da un cadavere) non è convincente per il tipo di tessuto e per come tale tessuto è stato prelevato (“le prime dissezioni anatomiche sull’uomo si ebbero posteriormente al 1300”). Inoltre – studiando la retrazione concentrica del tessuto stesso e come si tentò nell’VIII secolo di fissarlo – il professore ha concluso che questo frammento di cuore, quando il monaco se lo trovò fra le mani, “fosse allo stato vivente”.

Un altro caso a Siena. Il 14 agosto 1730 alcuni ladri, nella basilica di San Francesco, rubano la pisside d’argento piena di particole consacrate. Il sacrilegio sconvolge la città. Il giorno 17 le ostie sono ritrovate dentro una cassetta delle elemosine del santuario di S. Maria in Provenzano. Per farla breve, da allora – sono passati 277 anni – si conservano prodigiosamente incorrotte, sebbene il materiale di cui sono fatte sia quanto mai effimero. Analisi scientifiche hanno attestato che sono “intatte e senza sfrangiature”. Conclusione del professor Grimaldi: “Le Sante Particole di Siena sono in perfetto stato di conservazione contro ogni legge fisica e chimica e nonostante le condizioni del tutto sfavorevoli in cui si sono venute a trovare. Un fenomeno eccezionale e straordinario”. Molti altri sono i miracoli eucaristici riconosciuti dalla Chiesa. Poi ci sono gli episodi non ancora riconosciuti come miracoli, anche perché molto recenti, come quello clamoroso accaduto, il 7 novembre 1999, a Lourdes, nella basilica inferiore. Celebrava l’arcivescovo di Lione e con lui il cardinal Lustiger, arcivescovo di Parigi, con molti vescovi d’oltralpe. La messa era trasmessa in diretta dalla televisione francese “Antenne 2” e dunque quello che accadde è tutto documentato (si può vedere su internet). Al momento dell’epiclesi, cioè quando i sacerdoti stendono le mani invocando lo Spirito Santo perché il pane e il vino diventino il Corpo e il Sangue di Cristo, si vede chiaramente che la grande ostia bianca si solleva, oscilla e resta sospesa nell’aria per molti minuti, a qualche centimetro dalla patena, fino alla fine del canone. Il movimento con cui si solleva è impressionante. Alcuni esperti hanno analizzato la ripresa escludendo ogni manipolazione tecnica.

Un altro fatto inspiegabile pare sia accaduto alla coreana Julia Youn Hong-Son. Il 31 ottobre 1995 partecipa alla messa che Giovanni Paolo II celebrava nella sua cappella privata. Riceve da lui la comunione e qui accade un fatto sconvolgente: sulla sua lingua quell’ostia diventa di carne. C’è un filmato che mostra quando il Papa, finita la messa, giunge davanti a Julia: lei si inginocchia e mostra al Santo Padre il prodigio. Si nota lo sguardo stupito del papa che carezza la guancia di Julia e traccia una croce sulla sua fronte (il filmato è stato mostrato per la prima volta da Piero Vigorelli, a “Miracoli”, su Rete 4, il 18 maggio 2001). Certo su questo episodio come su quello di Lourdes dovrà pronunciarsi la Chiesa. Ma i miracoli eucaristici già accertati parlano chiaro: alla fame di significato, di bellezza, di amore di ogni uomo, Cristo risponde facendosi pane, per sostenerci, trasformarci in Lui e divinizzare perfino il nostro corpo che si disfà e decade ogni giorno: se ci nutriamo di Lui è destinato a diventare un corpo glorioso come quello di Gesù dopo la resurrezione, non sottoposto più ai limiti dello spazio e del tempo, eternamente giovane.

Ecco perché i centomila romani sono stati mossi dal desiderio di incontrare – ha detto il Papa – “Gesù che passa per le strade”. Il cardinal Siri, 40 anni fa, in una circostanza analoga alla visita romana di Bush, ebbe a dire: “in questo mondo c’è Kennedy, c’è Kruscev, ci sono tutti gli altri, che nel giro di pochissimi anni non vi saranno più. Vi prego di ricordarvi che in questo mondo c’è Gesù Cristo (con questo è detto tutto!) e che Gesù Cristo è il Figlio di Dio fatto uomo, cioè Egli è l’infinito e il più umano di tutti, l’unico veramente umano perché in un modo non ripetibile dagli altri, è andato in croce per tutti gli uomini…. Questi uomini che se arriva in una città un divo o una diva dello schermo, parlano per qualche tempo solo di quello, ombre effimere, assolutamente effimere e inconsistenti come tutte le ombre! Costoro che non si ricordano che Nostro Signore e Salvatore, quello che è andato in croce per loro, rimane lì nel Tabernacolo, Dio e Uomo, non con la presenza spirituale, ma con la presenza reale…”.

Presenza che riempie ogni solitudine, vince il dolore e la morte e ama ciascuno chiamandolo per nome.

(da Libero, 9 giugno 2007)