(Libero) Gesù ci ha salvati

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E SE GESU’ NON FOSSE VENUTO ?


di Antonio Socci

E se Gesù non fosse nato? Non ci sarebbero – per esempio –
né università, né ospedali. E nemmeno la musica.
E’ facile provare storicamente che queste istituzioni, nate
nel medioevo cristiano (come le Cattedrali e l’arte
occidentale), sarebbero state del tutto inconcepibili senza
la storia cristiana.
Se Gesù non fosse venuto fra noi non ci sarebbe neanche lo
Stato laico, perché – come ha dimostrato Joseph Ratzinger in
un memorabile discorso alla Sorbona – è Lui che ha
desacralizzato il potere il quale da sempre ha usato le
religioni per assolutizzare se stesso.
Dopo Gesù, Cesare non si può più sovrapporre a Dio, non può
avere più un potere assoluto sulle persone e le cose. Inizia
la storia della libertà umana.

Se Gesù non fosse nato le donne non avrebbero alcun diritto,
sarebbero considerate ancora “cose” su cui gli uomini hanno
potere di vita e di morte, com’era perfino nella Roma
imperiale.
Se Gesù non fosse nato vecchi e malati continuerebbero ad
essere abbandonati.
Se Gesù non fosse nato non esisterebbero i “diritti dell’uomo”.
Né la democrazia (ripeto: la democrazia e la libertà
sarebbero stati inconcepibili).
Se Gesù non fosse venuto avremmo ancora un sistema economico
fondato strutturalmente sulla schiavitù e quindi arretrato
(oltreché disumano e bestiale), sempre al limite della
sussistenza.

Invece Gesù è venuto e il continente che l’ha accolto, il
continente cristiano per eccellenza, l’Europa, di colpo ha
fatto un balzo inaudito nella storia umana, lasciando
indietro tutto il resto del mondo, perfino civiltà molto più
antiche, come quella cinese.
Gesù è venuto e l’essere umano è fiorito: la sua
intelligenza, la sua genialità, la sua umanità, la sua
creatività, la sua razionalità (soprattutto!).

Chi – abbeverato alle fonti avvelenate dell’ideologia
dominante – nutre qualche dubbio in proposito può trovare
intere biblioteche che lo dimostrano, ma, per tagliar corto,
in queste giorni di vacanze può cavarsela leggendosi un
libro.
L’autore non è un apologeta cattolico, ma un sociologo
americano di una università yankee: Rodney Stark.
Il suo libro è stato tradotto da Lindau col titolo: “La
vittoria della Ragione”. Sottotitolo: “Come il cristianesimo
ha prodotto libertà, progresso e ricchezza”.
Il suo excursus lungo i secoli è documentatissimo e chiaro.
Spiega che quando gli europei per primi cominciarono a
esplorare il mondo, ciò che li stupì fu “la scoperta del
loro grado di superiorità tecnologica rispetto alle altre
società”.
Stark – per farsi capire – scende nei particolari: “Perché
per secoli gli europei rimasero gli unici a possedere
occhiali da vista, camini, orologi affidabili, cavalleria
pesante o un sistema di notazione musicale?”.
Il perché – come spiega Stark – risale a quella razionalità
e a quel genio della realtà fioriti col cristianesimo.
Gli esempi sembrano minimi (gli occhiali, i camini), ma si
tratta di oggetti di uso quotidiano che hanno rivoluzionato
la vita e la qualità della vita.

Inoltre vanno compresi all’interno delle conquiste più
grandi.
Stark dimostra che è dal cristianesimo, dalla conoscenza di
un Dio che ha razionalmente ordinato il cosmo, che deriva la
“straordinaria fede nella ragione” che connota l’Occidente
cristiano.
“Sin dagli albori i padri della Chiesa insegnarono che la
ragione era il dono più grande che Dio aveva offerto agli
uomini. Il cristianesimo fu la sola religione ad accogliere
l’utilizzo della ragione e della logica come guida
principale verso la verità religiosa”.

Da qui, da questa “vittoria della ragione”, da questa
certezza che il mondo non è una divinità, né un capriccio
inconoscibile degli dèi, ma è creato secondo un Logos
razionale e può essere compreso e dominato dall’uomo,
derivano la scienza, la tecnologia e – per esempio – come
conseguenza ultima di tipo sociale, il “capitalismo”, cioè
quel sistema di produzione regolato che ha portato a una
prosperità mai conosciuta prima nella storia umana.

Naturalmente andiamo per grandi lineee.
Potremmo dettagliare tutte le cose che stanno dentro queste
svolte storiche: la legittimazione teologica e morale della
proprietà privata e del profitto, la limitazione dell’arbitrio
dello Stato, il diritto della persona a non essere
schiavizzato (che ha provocato una quantità di scoperte e
conquiste tecnologiche).
La teoria della democrazia e dei diritti dell’uomo fiorì nei
grandi monasteri che hanno civilizzato l’Europa barbarica,
poi nelle università medievali e nella teologia successiva.
Ed è stata recepita nelle istituzioni.

E’ tutto un sistema di pensiero e di valori che ha
letteralmente dato forma al nostro vivere quotidiano e che
deriva da ciò che il cristianesimo ha portato nella storia
umana.
Il progresso stesso è un concetto nato dai padri della
Chiesa e che non è concepibile se non nella concezione
cristiana della storia.
Stark dettaglia fino a particolari a cui noi normalmente
neanche facciamo caso. Accendere la luce, avere acqua e
riscaldamento in casa, muoversi a velocità inaudita sul
pianeta coprendo distanze immense, comunicare da un capo all’altro
del mondo, disporre di cibo oltre ogni immaginazione,
dominare lo spazio, debellare tante malattie allungando la
vita umana di decenni..
Tutto questo – letteralmente – non sarebbe stato neanche
immaginabile se quel giorno di duemila anni fa, a Betlemme
di Giudea, non fosse nato Gesù.

Non è un caso se le conquiste dell’Occidente cristiano hanno
civilizzato e umanizzato tutto il mondo.
Ma l’origine sta in quella strepitosa liberazione dell’umano
e delle sue immense energie e potenzialità che è iniziata
quando è venuto Gesù.
Per questo – e non a caso – la storia si divide: prima di
Cristo e dopo di Lui.
Per questo anche un laico – se minimamente colto e
avvertito – celebra il Natale come l’alba della prosperità e
della libertà.

Sia chiaro: non che l’occidente cristiano sia di colpo
diventato immune dal male.
Tutt’altro. Il rischio di ripiombare nelle tenebre della
disumanità è stato sempre presente ed è continuo.
Ma anche il male dell’uomo, nel corso dei secoli, ha trovato
finalmente la forza inesausta di Cristo nella Chiesa che l’ha
contrastato, l’ha perdonato e redento, dilagando nella
storia dei popoli cristiani.

Un grande poeta, Thomas. S. Eliot, ha colto questa
drammatica lotta (di ogni giorno) dei popoli cristiani per
vincere nel corso dei secoli la barbarie e la bestialità con
questi versi:
“Attraverso la Passione e il Sacrificio, salvati a dispetto
del loro essere negativo;/
Bestiali come sempre, carnali, egoisti come sempre,
interessati e ottusi come sempre lo furono prima;/
Eppure sempre in lotta, sempre a riaffermare, sempre a
riprendere la loro marcia sulla via illuminata dalla luce./
Spesso sostando, perdendo tempo, sviandosi, attardandosi,
tornando, eppure mai seguendo un’altra via”.

Infatti, nonostante la liberazione storica che ha prodotto,
Gesù non è nato innanzitutto per civilizzare il mondo, ma
per santificare gli uomini, per renderli, da bestiali,
divini.
Diceva S. Agostino: “Dio si è fatto uomo. Saresti morto per
sempre se lui non fosse nato nel tempo. Mai saresti stato
libero dalla carne del peccato, se lui non avesse assunto
una carne simile a quella del peccato. Ti saresti trovato
sempre in uno stato di miseria, se Lui non ti avesse usato
misericordia. Non saresti ritornato a vivere, se Lui non
avesse condiviso la tua morte. Saresti venuto meno, se Lui
non fosse venuto in tuo aiuto. Ti saresti perduto, se lui
non fosse arrivato”.

Se non fosse nato Gesù, saremmo tutti dei disperati.
Ma Lui è venuto fra noi.

© “Libero” 24 dicembre 2006