La forza invincibile della speranza cattolica

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 di Cristina Siccardi

 Spes contra spem è la bandiera di ogni buon cristiano di Santa Romana Chiesa ed è ciò che è accaduto a Roma durante la Marcia per la Vita del 20 maggio scorso, giunta alla sua settima edizione con grande successo.

La forza invincibile dell’affermazione della speranza cattolica, nell’autentica accezione paolina (Lettera ai Romani 4,18) è emersa in tutta la sua bellezza e in tutta la sua gioia vitale, ad ogni passo di tutti coloro che sono scesi in strada per rendere udibile al mondo la presenza del grido: «No alla morte dell’innocente». Un grido fatto di canti, colori, rosari, preghiere, immagini sacre, famiglie, sacerdoti, religiosi, religiose. Una miriade di madri, padri, bambini, istituti religiosi, medici, operatori sanitari, insegnanti, professionisti, movimenti pro life… tutti hanno inneggiato alla vita, dono di Dio.

La forza della verità e la determinazione degli organizzatori hanno ormai cimentato una presenza ineludibile della speranza contro ogni speranza: l’abolizione della legge abortiva 194. Denunciare pubblicamente, e non soltanto nel proprio cuore, l’abominio dell’aborto è la vittoria di chi non fa compromessi con il diritto naturale e il diritto divino. Nella contraddittorietà multiforme scatenatasi nelle società occidentali dell’età postmoderna, dominate da dogmi accecati, schizofrenici e folli, ha scritto nel suo Focus Marcello Veneziani, «la marcia romana per la vita di oggi suona come una protesta e un’irruzione della vita reale, della vita comune, dell’amore famigliare, della nascita come benedizione, diritto e dovere, rispetto a chi vuole capovolgere l’ordine logico, naturale e culturale della vita» (http://www.barbadillo.it/65721-focus-di-m-veneziani-la-marcia-per-la-vita-contro-il-politicamente-corretto/).

L’attiva presenza del Cardinale Raymond Leo Burke e del Vescovo Monsignor Athanasius Schneider, le parole del Cardinale Carlo Caffarra al Rome Life Forum del 19 maggio, il contributo di Monsignor Luigi Negri pubblicato su Il Tempo del 20 maggio (articolo che si apre inneggiando alla Marcia: «Il rinnovarsi dell’evento della Marcia per la Vita è un avvenimento di grande significato non solo per coloro che responsabilmente l’hanno indetta e per le migliaia di persone che parteciperanno, ma è significativo per l’intera società»), quotidiano che quest’anno ha dato ampia visibilità all’evento, sono il segno di un crescendo dell’interesse religioso ad una Marcia che non è confessionale, perché la vita riguarda tutti coloro che vogliono difenderla fin dal concepimento e vogliono farsi paladini di chi viene ucciso prima ancora di nascere, ma che rimanda inevitabilmente alla sacralità dell’esistenza, una peculiarità, quest’ultima, che caratterizza soprattutto l’Italia, a differenza di altre marce nel mondo.

Ha detto il Cardinale Caffarra: «Quale è (…) la logica che presiede alla nobilitazione dell’aborto? È in primo luogo la più profonda negazione della verità dell’uomo. A Noè appena uscito dalle acque del diluvio, Dio disse: “chi sparge il sangue dell’uomo, dall’uomo il suo sangue sarà sparso, perché ad immagine di Dio Egli ha fatto l’uomo” [Gen 9, 6]. La ragione per cui l’uomo non deve spargere il sangue dell’uomo è che l’uomo è immagine di Dio. Mediante l’uomo, Dio dimora dentro la sua creazione; la creazione è tempio del Signore, perché vi abita l’uomo. Infrangere questa intangibilità della persona umana è un atto sacrilego contro la Santità di Dio. È il tentativo satanico di dare origine ad un’“anti-creazione”. Nobilitando un’uccisione umana, Satana ha posto il fondamento della sua “creazione”: togliere dalla creazione l’immagine di Dio; oscurare in essa la Sua presenza».

La lotta fra bene e male, fra Dio e Satana, fra i servi di Dio e i servi di Satana è costante, fino a quando il mondo esisterà. Caffarra è chiaro e audace nella sua realistica e spirituale denuncia: «Due sono le colonne della creazione: la persona umana nella sua irriducibilità all’universo materiale; l’unione coniugale tra uomo e donna, luogo in cui Dio crea nuove persone umane “a sua immagine e somiglianza”. L’elevazione assiologica dell’aborto a diritto soggettivo è la demolizione della prima colonna. La nobilitazione del rapporto omosessuale quale si ha nella sua equiparazione al matrimonio, è la distruzione della seconda colonna. Alla radice è l’opera di Satana, che vuole costruire una vera e propria anti-creazione. È l’ultima terribile sfida che Satana sta lanciando a Dio».

Come porsi di fronte ad una tale tragedia autodistruttiva? Come sempre è accaduto nella storia della Chiesa: testimoniando apertamente e pubblicamente la verità, e nella verità c’è Cristo, dunque la vita, mentre nella menzogna c’è Satana, dunque la morte. Afferma Cristo: «Io sono la via, la verità, la vita», replica Satana: «Io sono l’abisso, la menzogna, la morte». La Marcia per la Vita, in un nefasto contesto di negazione dell’umanità e della divinità, è stata ancora una volta una indefettibile testimonianza di verità: Spes contra spem!

(https://www.corrispondenzaromana.it/la-forza-invincibile-della-speranza-cattolica/)