Inedito del P. C. Fabro: ‘La prima riforma della dialettica hegeliana’

  • Categoria dell'articolo:Pubblicazioni

Sharing is caring!


La pubblicazione che oggi viene presentata, finora inedita, soprattutto i brani di lettere che la aprono, fanno capire quali resistenze ha incontrato anche da parte di editrici di ispirazione cattolica.


Parole di partecipazione alla cerimonia di presentazione del volume
“La prima riforma della dialettica hegeliana”
e del Progetto culturale “Cornelio Fabro”
http://www.corneliofabro.it/
a cura dell’Istituto del Verbo Incarnato
SEGNI 7 marzo 2004


A nome del Reverendissimo Padre Generale degli Stimmatini, attualmente in visita alle comunità della Costa d’Avorio, ma spiritualmente e cordialmente presente, e dei Confratelli Stimmatini, porgo il mio saluto a tutti i presenti. Esprimo anche la gioia per questa significativa celebrazione.


Il nostro confratello P. Cornelio Fabro non ha avuto quella accoglienza nell’ambito della cultura ecclesiale in Italia che avrebbe meritato. La pubblicazione che oggi viene presentata, finora inedita, soprattutto i brani di lettere che la aprono, fanno capire quali resistenze ha incontrato anche da parte di editrici di ispirazione cattolica. Ciò che è avvenuto per questo volume P. Fabro ci confidava che era normale anche per altri lavori degli ultimi operosi anni della sua vita tutta dedita ad approfondire e trasmettere le solide certezze della filosofia perenne. Noi Stimmatini che non abbiamo le forze per valorizzare l’eredità dell’illustre confratello siamo particolarmente felici e grati alla giovane e promettente Congregazione religiosa che se ne assume l’impegnativo compito.


Sappiamo e siamo orgogliosi che il fondatore dell’Istituto del Verbo Incarnato, P. Carlos Buela, ponga tra i modelli di vita sacerdotale del ventesimo secolo P. Cornelio perché ha saputo coniugare vita sacerdotale ed impegno culturale valorizzando i talenti che Dio gli aveva concesso in abbondanza.


Anche se non ha avuto promozioni a livello ecclesiastico – e certamente non le ha cercate – possiamo credere che non se ne rammaricava perché – come ha confidato in una lettera anch’essa riportata nel presente libro – “non sono mai stato in cerca di celebrità, ma soltanto ho cercato di testimoniare la verità senza badare a mode di nessun genere”.


Noi Stimmatini conserviamo nel cuore due immagini dell’indimenticabile Confratello.


Una è quella che riporto dalla presentazione fatta da un figlio di S. Domenico dell’opera “Introduzione a San Tommaso”:


“Cornelio Fabro è guidato da un senso acuto della verità. Egli vede quali conseguenze tragiche per il destino spirituale dell’uomo derivano da un errore sui principi. Vede che è a livello delle affermazioni e delle negazioni prime, alle quali i più sono disattenti, che si mette a repentaglio l’avvenire della cultura. La sua lucidità è spinta da una passione, la passione della verità.


Da lì scaturisce anche la severità di alcuni giudizi: traduce il coraggio di andare sino alle radici e di prevedere i frutti amari”.


La seconda immagine di P. Cornelio è quella della sua umanità e cordialità. Stava tra noi con semplicità, con premurosa attenzione alle persone; la sua cultura e la sua fama non creavano né disagio né distacco: e ciò era frutto sicuramente del suo impegno spirituale maturato alla scuola dell’umile nostro Fondatore San Gaspare Bertoni.


La rivalutazione di P. Fabro attraverso l’iniziativa che oggi viene ufficializzata è di sprone alla teologia cattolica a restare fedele a quei principi filosofici e razionali per la cui difesa egli ha combattuto e sofferto. Egli si poneva in posizione fortemente critica contro le filosofie moderne chiuse ad ogni barlume di trascendenza ed asfitticamente prigioniere dell’immanenza e delle teologie della “svolta antropologica” che minacciano il primato della rivelazione e rischiano di ridursi ad un vagone che si attacca ad ogni treno che passa e di acconsentire alla facile tentazione dell’attualità mondana.


Questo richiamo convinto e motivato ai valori perenni è l’eredità più preziosa che il caro Confratello ci ha lasciato.


Rinnovo la viva riconoscenza ai promotori di questa iniziativa mentre auguro il pieno successo al progetto culturale che da P. Cornelio Fabro prende nome.


Grazie.