(Il Velino) La posizione della CEI sul terrorismo

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 Iraq: La politica cede la parola alla Chiesa 


“Il Velino”, Anno VI – n. 224 18.11.2003

È stato il cardinale Camillo Ruini a rappresentare, con le parole pronunciate nella basilica di San Paolo, dove si sono svolte le esequie solenni dei caduti di Nassiriyah, la linea dell’Italia. E il presidente della Cei ha ribadito che la missione deve continuare, che la lotta ai “terroristi assassini” proseguirà con ancora maggiore determinazione – (“non fuggiremo davanti a loro, anzi, li fronteggeremo con tutto il coraggio, l’energia e la determinazione di cui siamo capaci”). È stato facile, per il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dichiararsi d’accordo con il cardinale. Su questa linea è attestato anche il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi – dal quale Berlusconi si è recato questo pomeriggio. Il governo è attestato sulla linea della fermezza contro il terrorismo islamico – una linea che contempla però anche il sostegno alle iniziative tese a favorire la convivenza pacifica tra le diverse confessioni. È significativo, a questo proposito, che il ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu, abbia trasmesso proprio oggi ai suoi colleghi europei la prima bozza della “carta europea del dialogo interreligioso”. Quanto all’opposizione, ormai anche i più accorti tra i dirigenti dell’Ulivo hanno capito che si sono decisamente ristretti i margini per chiedere una inversione di rotta rispetto alle scelte che sono state fatte. Tanto più in presenza di una posizione della Chiesa italiana – che secondo alcuni vaticanisti anticipa un’analoga evoluzione all’interno della Santa Sede – che non offre alcuna copertura a chi era abituato a non stare né di qua né di là, o addirittura a civettare con quanti sperano in una destabilizzazione del mondo occidentale. Ma nel centrosinistra, e anche all’interno dei Ds, non tutti riflettono alla stessa maniera. Oliviero Diliberto, dei Comunisti italiani, non è certo il solo a chiedere un cambiamento netto sull’Iraq: i commenti più furiosi contro Ruini e il new deal dei vescovi italiani sono venuti oggi dal correntone ds, in particolare da Pietro Folena e da Giovanni Berlinguer, che hanno accusato il presidente della Cei di avere inopportunamente legittimato – nell’omelia di oggi – la missione del nostro paese in Iraq. Al confronto, sono parse morbide le parole del leader di Rifondazione, Fausto Bertinotti, che ha invitato a rispettare la tregua odierna, aggiungendo però: “Quello che possiamo dire subito è che ci saremmo attesi, dal cardinale Ruini, un ben altro discorso”. Le stesse perplessità manifestate da Massimo D’Alema a proposito dell’espulsione dell’imam di Carmagnola confermano quanti ostacoli ancora si frappongano a una serena e ferma presa di coscienza del centrosinistra sulla posizione da assumere in questo momento. (ram)

Introvigne: “Una Chiesa che guarda in avanti”

“Le posizioni assunte negli ultimi giorni dalla Cei hanno radice nella saggezza antica che la Chiesa sa adottare di fronte all’evolversi degli avvenimenti”. Interpellato dal Velino, il sociologo delle religioni Massimo Introvigne – direttore del Cesnur (Centro studi sulle nuove religioni) – spiega il significato della presa di posizione della Cei a favore della missione di pace dei nostri soldati in Iraq, confermata questa mattina dalle parole del cardinale Camillo Ruini ai funerali delle 19 vittime di Nassiriyah. “La chiesa ha coscienza del fatto che siamo in una fase di nation building. E l’atteggiamento che ha assunto fa parte della abitudine a guardare avanti, piuttosto che stare a rimuginare sul passato”. La Santa Sede, però, a differenza della Cei, è sembrata avere posizioni meno nette. Anche se qualche segnale poteva essere colto dal messaggio del Papa, nel riferimento ai ‘nostri caduti nella missione di pace’. “Anche quando si trattava di schierarsi pro o contro la guerra, al momento dell’attacco, le chiese episcopali nazionali (specialmente quella americana) rispetto alla Santa sede sono state più prudenti”, dice Introvigne. “È vero, negli ultimi giorni la Cei ha preso posizione in maniera esplicita, ma era inevitabile che lo facesse dopo l’attentato di Nassiriyah. Per quanto riguarda il Vaticano, bisogna tenere presente che siamo alla fine di un pontificato, che quindi questo è un momento confuso ed è inevitabile che qualche voce sia dissonante”. Sull’atteggiamento della chiesa cattolica davanti a fatti di estremismo islamico, Introvigne dice: “Pur nella grande attenzione a evitare l’islamofobia, la chiesa è vigilante e avveduta, avverte il pericolo del terrorismo e mette anche in guardia su personaggi che parlano a sproposito – come l’Imam di Carmagnola – e sulla presenza di cellule islamiche nel nostro paese”. (elb)