(FIDES) Vaticano: verso la distruzione della famiglia

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La distruzione della famiglia


“Le coppie di fatto costituiscono il primo passo per
distruggere, pezzo a pezzo, l’istituzione familiare,
prezioso bene comune dei popoli e patrimonio dell’umanità”:
intervista di Fides al Card. Alfonso López Trujillo,
Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Di fronte all’attuale
grave situazione che si sta verificando in Spagna, con un
attacco sistematico alla famiglia attraverso una serie di
misure diverse che il governo sta imponendo, come la
modifica del Codice civile per permettere il “matrimonio”
tra persone dello stesso sesso con la possibilità di
adottare figli, l’agevolazione dei processi di separazione e
divorzio, la consegna gratuita in tutti i centri sanitari
della pillola abortiva del giorno dopo, l’Agenzia Fides ha
rivolto alcune domande a Sua Eminenza il Cardinale Alfonso
López Trujillo, Presidente del Pontificio Consiglio per la
Famiglia.



Eminenza, come valuta le recenti leggi in corso di
approvazione in Spagna sul “matrimonio tra persone dello
stesso sesso” e sulle agevolazioni per i processi di
separazione e divorzio?


Ho parlato in questi giorni dei gravissimi problemi che
riguardano la famiglia e la vita in alcuni Paesi, a causa di
una cattiva interpretazione di cosa rappresenti una
maggioranza parlamentare e delle leggi che possono venire
emanate.
Dalle più antiche e venerabili tradizioni ci è stato
tramandato che le leggi che non sono giuste sono chiamate
leggi inique, perché manca l’equità propria della giustizia.
San Tommaso dice “lex injusta non obligat”. Questo significa
che se le leggi non rappresentano un bene per l’integrità
dell’uomo e della società, ma sono piuttosto imposte dall’esterno,
possono rovinare la struttura di una istituzione naturale
cosi centrale nella società e nella Chiesa come è la
famiglia.
Dovremmo ricordare la Lettera a Diogneto, dove si afferma
che i cristiani assomigliano a tutti gli altri in tante
cose, nel mangiare, nel vestire, tranne che in una: il letto
non è comune. Vuol dire che il letto è il luogo di un amore
coniugale fedele, esclusivo, che dura fino alla morte; è il
luogo dove, per l’apertura alla vita, possono essere
generati i figli. Esso esprime quindi le proprietà e i
significati del matrimonio ricordati dalla Humanae Vitae: il
significato di unione e il significato procreativo.
Per questo il via libera che si è dato o si cerca di dare in
alcuni parlamenti, come nel caso della Spagna, alle coppie
di fatto, rappresenta il primo passo per affrontare altri
problemi che peggiorano la situazione e in questo modo
distruggono, pezzo a pezzo, l’istituzione familiare, un
prezioso bene comune dei popoli e un patrimonio dell’umanità.
La Lettera a Diogneto dice anche di non causare danno ai
figli, in primo luogo di non abortirli, di rispettare la
loro vita.
Questi due grandi principi sono ritenuti centrali dalla
Chiesa, qualcosa di essenziale voluto da Dio come un disegno
sacro fin dalla creazione, come leggiamo nel Vangelo di
Matteo (cap. 19).
Questa non è una nostra invenzione, ma fa parte del disegno
sacro del Creatore che vuole il bene dell’umanità.
A volte qualcuno dice: “ma in che cosa stiamo facendo male
?” Proprio in quelle cose che la Chiesa ha più a cuore e
per cui ha dovuto soffrire in diverse epoche della storia.
Oggi il problema è più grave e cosi, a poco a poco, si è
arrivati alle coppie di fatto, che costituiscono una
finzione giuridica. Queste unioni non promettono niente ai
figli, niente ai partner, nessuna stabilità, niente davanti
alla società e niente davanti a Dio, ma vogliono avere tutti
gli effetti che sono propri del matrimonio autentico.
Nell’unione di fatto non si offre nulla. E’ stato presentato
come progresso ciò che in realtà è una significativa
retrocessione morale.
Il problema si è aggravato perché tutte queste coppie si
presentano come una alternativa al matrimonio.
Mai, fin dai tempi più antichi dell’umanità e della cultura,
in nessun popolo si è mai visto che il matrimonio non sia
unione di amore e di vita tra un uomo e una donna. Tutta la
storia lo conferma, ed i grandi antropologi osservano che
non si è mai conosciuto nulla di simile.


Cosa c’è, secondo la sua opinione, alla base di questa
pretesa di stravolgere la concezione del matrimonio?


Per accettare i “matrimoni” di persone dello stesso sesso
hanno dovuto cambiare, falsandola, la definizione stessa di
matrimonio.
È la prima volta nella storia che un paese fa una cosa di
questo genere.
Cambiando la definizione, si afferma che il matrimonio può
essere l’unione di due persone, ma non si spiega che devono
essere due persone di sesso diverso.
Ci fanno credere che questo è un diritto e non un danno per
la famiglia. Ma quale persona, con una formazione
antropologica elementare, nella storia delle cultura umane,
nel pensiero giuridico, può affermare una simile cosa?
Se prendiamo qualsiasi dizionario in qualsiasi lingua, fino
a cinque anni fa, il matrimonio era definito come unione tra
un uomo e una donna. Dunque è una cosa che va proprio contro
il senso comune, che va contro i principi del diritto.
Molti si mostrano meravigliati per la posizione della Chiesa
riguardo alla famiglia, senza considerare che la concezione
del matrimonio è un patrimonio comune dell’umanità.
In Spagna, per esempio, gli Islamici, gli Ebrei e altri
gruppi religiosi hanno protestato pubblicamente perché l’autentico
matrimonio è un patrimonio comune dell’umanità e della
religione.
Io davanti a Dio e rispettando la mia missione, devo essere
fedele a questo principio: il matrimonio viene da Dio, è una
istituzione naturale del Creatore per proteggere il vero
amore, proteggere i bambini, proteggere gli sposi.
Altrimenti gli sposi saranno autorizzati a non credere a
nessuno, perché è come se fosse stata istituita l’infedeltà,
anzi è istituita in sommo grado la somma infedeltà di un
tipo di unione che non può reggersi davanti alla società e
davanti a Dio.
Per poter arrivare a questo, il terreno è stato preparato da
tempo, attraverso la cosiddetta teoria del ‘genere’, che
afferma: il sesso non è qualcosa che appartiene alla natura
umana, non è intrinseco, costitutivo, anche se il codice
genetico dimostra il contrario. Dicono invece che ciò non
conta niente, perché la persona può fare la sua scelta in
seguito, perché le culture non sono permanenti ma mutevoli.
Questa teoria è servita a preparare la possibilità delle
coppie di fatto di persone dello stesso sesso.


Cosa dire della possibilità della adozione dei bambini da
parte di coppie dello stesso sesso? Quali le conseguenze per
i bambini?


Questa è la distruzione del futuro dei bambini, i bambini
subiscono una violenza morale.
Nella Convenzione delle Nazioni Unite del 1998 si è
affermato che il principio più grande deve essere il bene
del bambino, i diritti del bambino. Questo è il principio
centrale vigente nelle diverse costituzioni di tantissimi
paesi firmatari della Convezione. Questa Convezione è stata
anche approvata dalla Convezione de L’Aja. Io ho avuto l’onore
e la responsabilità di guidare, due anni fa, la delegazione
della Santa Sede alle Nazioni Unite, dove ho ricordato il
sacro diritto dei bambini ad avere una vera famiglia, dove
possano essere amati, crescere e svilupparsi armoniosamente.
E nessuno ha protestato.
Adesso invece ricevo delle proteste sul mio operato, quando
invece si tratta di ciò che la Chiesa ha predicato davanti a
tutto il mondo. Lo ha fatto Giovanni Paolo II, lo ha fatto
il Cardinale Ratzinger, oggi nostro amato Papa, lo hanno
fatto le Conferenze Episcopali. Dunque non è un’opinione
personale ma è un dovere che io ho lavorando per la
famiglia.
Affermano che questi bambini adottati da coppie dello stesso
sesso sono felicissimi.
Forse sì, mentre hanno uno o due anni di età, ma quando
avranno l’uso della ragione, quando cresceranno, saranno
giovani, quale sarà la tragedia di presentarsi agli altri e
dire i “miei genitori” sono due uomini o due donne? In
questo modo si mette a rischio la personalità, l’equilibrio,
l’armonia dei bambini.
I nostri esperti di tutto il mondo dicono unanimemente che
si tratta di una violenza sui bambini, perché i bambini
cercano un modello da imitare e il modello più prossimo sono
i genitori. Ma quando questi sono dello stesso sesso, cosa
assimilerà il bambino?
Questa realtà viene presentata come se fosse solida,
matura, possibile. E questo non e vero.
Molte volte ho ripetuto che bisogna rispettare le persone
omosessuali, amarle, aiutarle, far vedere loro che non c’è
soltanto questa vita ma anche l’altra e far vedere loro come
possono uscire di questa situazione, se veramente lo
vogliono. La Chiesa non vuole che queste cosiddette “coppie”
siano sottoposte a discriminazioni, non devono essere
umiliate, subire scherzi o qualsiasi tipo di mancanza di
rispetto. Sono persone umane che dobbiamo amare. Non è vero
che la Chiesa non ami queste persone, proprio perché le ama
vuole condurle alla salvezza.


Il cristiano come può opporsi a questo tipo di legge?


Nei nn. 69, 73, 74 dell’Evangelium Vitae, è indicata l’obiezione
di coscienza. Questo vuol dire che ogni persona può invocare
l’obiezione di coscienza e non prestarsi ad accondiscendere
chiaramente a un tale delitto, che rappresenta la
distruzione del mondo.
L’obiezione di coscienza è stata sempre rispettata nel
diritto e nelle costituzioni di tutti i popoli, e lo Stato è
sempre tenuto a rispettarla senza esercitare minacce.
Un credente non deve accettare di “bruciare incenso” a false
divinità, come i primi cristiani si rifiutarono di farlo
davanti agli imperatori. Se obbligano i cristiani a fare ciò
che è contrario alla loro fede, alla loro coscienza, allora
si ripeterebbe la storia.
Per questo il Papa Giovanni Paolo II ha sempre ripetuto che
occorre obbedire prima a Dio che agli uomini.
I cristiani, anche se sono impiegati dello Stato, sono
chiamati a ricorrere all’obiezione di coscienza perché la
legge di cui parliamo è una ferita profonda al senso morale,
alla fede. Inoltre è un problema mondiale, perché sta
creando scandalo universalmente, per tutte le religioni e
tutte le culture.
Quindi è una sfida mondiale.
L’obiezione di coscienza non è un’invenzione della Chiesa:
il cristiano deve opporsi e far rispettare la sua fede, così
come i medici si oppongono a praticare un aborto.
All’obiezione di coscienza si ricorre non solo per l’aborto
oppure per il “matrimonio” tra omosessuali ma per tutte le
leggi inique. E in questo caso si tratta di leggi
profondamente inique e dunque si può usare l’obiezione di
coscienza.
Questo principio è stato affermato anche da Papa Giovanni
Paolo II il 29 gennaio 2002, quando parlò alla Rota Romana
riguardo al divorzio. Deve esserci dunque la possibilità di
ricorrere all’obiezione di coscienza, sempre che lo Stato
non sia totalitario.
Se chi pratica l’obiezione di coscienza fosse cacciato del
lavoro, ci si troverebbe di fronte al più crudo
totalitarismo.
La democrazia è sempre rispetto della libertà, non
rispettare questo principio è molto pericoloso e grave.
Quale Stato si potrà permettere un futuro degno dell’uomo
quando sta negando l’uomo e lo sta disumanizzando?

(RG) (Agenzia Fides 2/5/2005, righe 17, parole 232)