(CorSera) VITTORIA!

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CorSera 13 giugno 2005

 





Fini, contestato dal suo partito, reagisce: «Non mi dimetto»

«Ha vinto il Parlamento», «No, Ruini»

Giovanardi ringrazia Pera e Casini. Bindi: «Il vincitore è il cardinale». L’amarezza dei radicali: «Sconfitta pesante»
ROMA – Il referendum è fallito, il quorum non ci sarà. Tra le file del partito dell’astensione, il primo a esultare è Carlo Giovanardi che non aspetta neanche venti minuti dalla chiusura delle urne per rilasciare il suo commento, in difesa della seconda e della terza carica dello Stato che alle urne hanno deciso di non andare. «Ha vinto il Parlamento – dice il ministro Udc – e grazie ai presidenti Pera e Casini che hanno difeso il lavoro del Parlamento da un attacco demagogico e a tratti addirittura offensivo». Anche il collega di partito e di governo Rocco Buttiglione attacca i «denigratori di Casini e di Pera». Gratitudine ai presidenti dei due rami del Parlamento viene espressa da Paola Binetti, presidente del Comitato Scienza e Vita che nell’elenco dei «grazie» vi inserisce anche il ministro Moratti e il presidente della Margherita Rutelli.
Cocente la delusione nel fronte opposto, con Daniele Capezzone, segretario dei radicali che ammette senza esitazione: «Abbiamo perso e pesantemente, aldilà delle più nere previsioni». Tra i delusi anche Gianfranco Fini presidente di An finito nel mirino del suo partito per essersi espresso per il Sì e che smentisce seccamente le voci di dimissioni: «Non ci penso proprio».

«HA VINTO RUINI» – L’analisi che fa Rosy Bindi, fervente cattolica che ha votato «No», si sposta sulla Cei e sul contributo dato dalla Conferenza episcopale ai fini della vittoria dell’astensione. «Il cardinale Ruini è sicuramente il vincitore del referendum, su questo non c’è dubbio», spiega la deputata della Margherita. Che mette in guardia: «Penso che a Ruini interessasse non vincere il referendum o difendere una legge, ma piuttosto l’affermazione di alcuni valori. E non so se vincere con l’astensione vuol dire affermare questi valori». Non riesce a nascondere la propria contentezza Gianni Baget Bozzo. «Ha vinto la vita» spiega il sacerdote genovese che da politologo consumato qual è non si fa pregare troppo da chi gli chiede una analisi sulle conseguenze del voto: «Sono meravigliato del capolavoro politico del cardinale Ruini che ha dimostrato di essere il più grande politico che ha avuto la Chiesa in questi 20 anni. Altro che Mazarino: Ruini è molto, molto di più».

FI CONTRO FASSINO – Secondo Sandro Bondi, coordinatore nazionale di Forza Italia, il mancato raggiungimento del quorum «è una severa lezione a Fassino». L’attacco contro il segretario dei ds è così motivato: «E’ giunto addirittura a servirsi delle libere scelte del Presidente Ciampi per interessi politici di parte». Altrettanto dura è Alessandra Mussolini: «Ha vinto l’Italia sana, che ha saputo ricacciare indietro lo stile Zapatero inseguito da Fini e Fassino, da Prestigiacomo e Pannella, da Bonino e Bertinotti».

«ORA SI MIGLIORI LA LEGGE 40» – Lanfranco Turci, presidente del Comitato per il Sì guarda oltre il risultato elettorale e nel dire «non ha vinto il No, ha vinto l’astensione», chiede che il Parlamento riprenda in mano la legge 40 sulla procreazione, anche perché «molti di quelli che hanno fatto campagna per l’astensione sostenevano che toccava al Parlamento migliorare la legge. Ora mantengano la promessa». Richiesta ribadita anche da Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei valori che di fronte alla disfatta della consultazione, non rinuncia comunque a pungere: «Il fallimento del referendum sulla procreazione assistita è indubbiamente una sconfitta per chi l’ha promosso. È però stata una vittoria con il trucco da parte di chi l’ha contrastato».