Chesterton, Le preghiere dell’uomo vivo

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\"\"Gilbert K. Chesterton, Le preghiere dell’uomo vivo. Per salvare l’anima e la ragione, Fede & Cultura, Verona 2010, pp. 144, Euro 12,00

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Pregare per credere (e salvarsi)

Il volume che avete tra le mani, cari amici, è un umile e cordiale suggerimento per ciascuno di noi: preghiamo, e pregando teniamo sott’occhio la buona e sana dottrina della Chiesa Cattolica, piacevolmente sunteggiata a dovere dai passi tratti dalle maggiori opere del nostro caro Gilbert Keith Chesterton, un uomo unico sotto molti aspetti, di certo uno a cui essere grati per quel che ha fatto e ha detto.

Pregare è un buon modo di predisporre la propria anima a essere salvata, quando a suo tempo dovremo renderne conto. Pregare leggendo Chesterton è un ottimo modo per salvare l’anima e la testa, di cui dobbiamo continuare a fare buon uso.

Pregare significa farci familiari a Dio, come diceva quel San Tommaso d’Aquino tanto amato dallo scrittore inglese, e imparare a desiderare Dio stesso. Le preghiere e le formule che troverete nel libro sono quelle di sempre, il nerbo inesausto e inesauribile della nostra fede.

Leggendole vedrete quanto sono importanti, quanto incarnano quell’ortodossia di cui s’innamorò Chesterton, quanto esse riverberano nel suo pensiero e nelle sue opere, anzi, anche nelle sue azioni, poichè egli visse con sincera passione il cristianesimo tutto intero, cioè cattolico.

Chesterton fu un uomo buono. Amava la gente comune, amava il matrimonio, amava i bambini, amava essere un bambino.

Diceva, attraverso la cristallina voce della sua creatura, Padre Brown: «Nessun uomo può essere veramente buono finché non conosce la sua malvagità, o quella che potrebbe avere; finché non abbia esattamente compreso quanto poco abbia diritto di esprimere tutti quei giudizi e questo disprezzo e di parlare di "criminali" come se fossero scimmie di una foresta lontana mille miglia […] finché egli non ha spremuto dalla sua anima l’ultima goccia dell’olio dei farisei».

Ecco, egli era in questa condizione: aveva conosciuto il male e ne aveva avuto terrore, aveva preferito a esso l’innocenza e aveva deciso di abbracciare la Speranza senza mollarla più. La Speranza è Gesù Cristo, e giorno per giorno vi si attaccò di più sino a entrare nella Chiesa Cattolica. Di essa era difensore da molto tempo, da molto prima della sua conversione (tanto che molti credevano che già fosse cattolico). Ne fu un così strenuo difensore da meritarne il titolo alla sua morte da Papa Pio XI.

Dirà Chesterton: «Almeno sei volte durante gli ultimi anni mi sono trovato nella situazione di convertirmi senza esitazione al cattolicesimo, se non mi avesse trattenuto dal compiere il gesto azzardato l’averlo già fatto».

L’augurio è che possa essere così per ciascuno di noi lettori, con eguale entusiasmo.

Marco Sermarini

(Presidente della Società Chestertoniana Italiana)

L’avventura di un uomo santo

Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) è stato una delle più significative figure della cultura del ’900, nonché – e soprattutto – un grande cristiano, un grande cattolico, un grande apologeta.

Chesterton è stato giornalista, polemista e scrittore assai prolifico; in trent’anni di attività ha scritto quasi cento libri, tra cui alcuni saggi e biografie (su Charles Dickens, san Francesco d’Assisi e san Tommaso d’Aquino), ha composto poesie, opere teatrali, romanzi, racconti brevi e un numero difficilmente calcolabile di articoli di giornale.

Nato a Londra il 29 maggio 1874 da una famiglia borghese di confessione anglicana, a vent’anni, a motivo del suo insuccesso universitario e dell’insorgere di tante domande sulla vita, Chesterton viene colpito da una grave forma di depressione e da una crisi di scetticismo nei riguardi della fede. Superata questa grave crisi attraverso le letture, in particolare del Libro di Giobbe, rinasce spiritualmente e inizia la sua attività letteraria. Nel 1922 si converte alla Chiesa Cattolica grazie all’amicizia di padre John O’Connor (il sacerdote irlandese che gli ispirerà il personaggio di Padre Brown) e di Hilaire Belloc.

Insieme a quest’ultimo e ad altri personaggi del piccolo gregge cattolico inglese, come il padre domenicano Vincent McNabb e l’artista anticonformista Eric Gill, fondò e animò per anni la Distributist League, un movimento politico e culturale che cercava di mettere seriamente e veramente in pratica i principi della dottrina sociale cattolica.

Dopo aver speso sessantadue anni di vita a scrivere, a voler bene, a bere birra e a rendere gloria a Dio, Chesterton morì il 14 giugno 1936.

Papa Pio XI inviò un telegramma al capo della gerarchia ecclesiastica in Inghilterra, in cui si diceva che il Papa pregava e piangeva la morte di colui che definiva "devoto figlio della Santa Chiesa, difensore ricco di doti della Fede Cattolica". Era la seconda volta che un Papa dava il titolo di Difensore della Fede (defensor fidei) a un inglese (il primo fu Enrico VIII).

Forse la Segreteria di Stato retta dal cardinale Pacelli, cui si doveva il messaggio, non si era accorta dell’ironico accostamento, che avrebbe fatto esplodere Gilbert in una delle sue proverbiali risate, ma l’altro inglese era stato proprio Enrico VIII, l’uomo che aveva inferto alla Chiesa in Inghilterra la più grave e profonda ferita. Lo scrittore cercò di riavvicinare l’Inghilterra, ma anche il mondo, a Dio, alla Fede, alla ragione.

Da anni si parla di una possibile causa di beatificazione, quanto mai auspicabile per il nostro tempo, per l’Inghilterra e per il mondo tutto, e anche per la Santa Chiesa di Dio, cui farebbe un gran bene poter annoverare un personaggio di questo genere come testimone della fede.

Infatti, c’è una chiara evidenza della santità di Chesterton: le testimonianze sul suo conto parlano di una persona di grande bontà e umiltà, un uomo senza nemici, che proponeva la Fede senza sconti ma anche senza scontri, un difensore della Verità nella Carità. La sua grandezza sta anche nel fatto che seppe presentare il Cristianesimo a un pubblico vastissimo di cristiani e di laici. I suoi libri, da Ortodossia a San Francesco d’Assisi, da Padre Brown a La sfera e la croce sono brillanti presentazioni della fede cristiana testimoniata con chiarezza e coraggio di fronte al mondo. Secondo le antiche categorie della Chiesa, potremmo definire Chesterton un confessore della fede.

Egli non fu soltanto un apologeta, ma anche una sorta di profeta che intavvide con grande anticipo la drammaticità di questioni della modernità come l’eugenetica. Il domenicano inglese Aidan Nichols sostiene che si debba guardare a Chesterton addirittura come possibile padre della Chiesa del ’900.

Fede, speranza e carità: queste furono le virtù fondamentali di Chesterton. Inoltre era innocente, semplice, profondamente umile. Pur avendo sperimentato personalmente il dolore, era un cantore della Gioia cristiana. L’opera di Chesterton è una sorta di medicina per l’anima, anzi, più precisamente può essere definita un antidoto. Lo stesso scrittore aveva in realtà usato la metafora dell’antidoto per indicare l’effetto sul mondo della santità: il santo ha lo scopo di essere segno di contraddizione e di restituire sanità mentale a un mondo impazzito.

La lettura di Chesterton, sia che si tratti dei romanzi che dei saggi, lascia sempre nel lettore una grande serenità e un sentimento di speranza che scaturisce non certo da una visione della vita irenistica e mondanamente ottimistica (che è in realtà quanto di più lontano dal pensiero di Chesterton, il quale denuncia dettagliatamente tutte le aberrazioni della modernità) ma dalla cristiana, virile fortezza dell’esperienza religiosa.

La proposta di Chesterton è quella di prendere sul serio la realtà nella sua integrità, a cominciare dalla realtà interiore dell’uomo, e di adoperare fiduciosamente l’intelletto – ovvero il buon senso – nella sua originale sanità, purificato da ogni incrostazione ideologica. Raramente capita di leggere delle pagine in cui si parla di fede, di conversione, di dottrina, tanto chiare e incisive quanto prive di ogni eccesso sentimentalistico e moralistico.

Ciò deriva dall’attenta lettura della realtà di Chesterton, il quale sa che la conseguenza più deleteria della scristianizzazione non è stata il pur gravissimo smarrimento etico, ma lo smarrimento della ragione, sintetizzabile in questo suo giudizio: «Il mondo moderno ha subìto un tracollo mentale, molto più consistente del tracollo morale».

Di fronte a questo scenario Chesterton sceglie il cattolicesimo, e afferma che esistono almeno diecimila ragioni per giustificare questa scelta, tutte valide e fondatissime ma riconducibili a un’unica ragione: che il cattolicesimo è vero, e la responsabilità e il compito della Chiesa consistono dunque nel coraggio di credere, in primo luogo, e quindi di segnalare le strade che conducono al nulla o alla distruzione, a un muro cieco o a un pregiudizio, oppure verso la santità.

 

Preghiere del Mattino

Segno della croce
In nómine Patris et Fílii et Spíritus Sancti. Amen
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

Vieni Spirito Santo
Veni, Sancte Spíritus, reple tuorum corda fidélium, et tui amóris in eis ignem áccende. Emitte Spíritum tuum et creabúntur et renovábis fáciem terrae.
Vieni o Spirito Santo, riempi i cuori dei tuoi fedeli e infiammali col fuoco del tuo amore. Manda il tuo Spirito e crea in noi una nuova creatura e rinnoverai la faccia della terra.

Vi adoro mio Dio
Vi adoro, mio Dio, e vi amo con tutto il cuore. Vi ringrazio di avermi creato, fatto cristiano e conservato in questa notte. Vi offro le azioni della giornata: fate che siano tutte secondo la Vostra santa volontà, per la maggior Vostra gloria. Preservatemi dal peccato e da ogni male. La Vostra grazia sia sempre con me e con tutti i miei cari. Amen

L’uomo moderno avrebbe potuto chiedersi verso che cosa tendeva tutta quella silenziosa energia: e sarebbe rimasto sorpreso nel sapere che confluiva tutta nella preghiera. (La sfera e la croce – "Uno scandalo nel villaggio")

Allora Alfred rise. E il suo riso/ era la maestà del sole./ Ma egli disse solo questo: comandò di aver cura/ dei contadini del popolo del Berkshire,/ che ripulirono il vecchio Cavallo dalle erbacce/ e continuavano a farlo./ "Vi libererete sempre dalle erbacce?/ Appenderete margherite alla porta?/ Ordinerete all’erba infestante:/ ‘Vattene, e non tornare più?’". (La ballata del cavallo bianco – Libro VIII "La cura del cavallo")

Padre Brown disse con una certa concisione e durezza: "Come si può condurre una vita retta se tutte le opinioni sono nell’errore? Ecco il disordine che c’è nel pensiero moderno, nato perché la gente non si rende conto di quanto differiscano in realtà le nostre opinioni sulla vita […]. L’eresia ha sempre il suo riscontro sulla moralità, se è abbastanza eretica. Un uomo può ritenere, in piena onestà, che il furto non sia peccato, ma anche può affermare ch’egli crede onestamente nella disonestà?" (Lo scandalo di Padre Brown – "Il delitto del comunista")

Padre nostro
Pater noster, qui es in caelis, sanctificétur Nomen Tuum. Advéniat regnum Tuum, fiat volúntas Tua, sicut in caelo et in terra. Panem nostrum cotidiánum da nobis hódie, et dimítte nobis débita nostra, sicut et nos dimíttimus debitóribus nostris; et ne nos indúcas in tentatiónem, sed libera nos a malo. Amen
Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il Tuo nome. Venga il Tuo regno, sia fatta la Tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori; e non c’indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen

Ave Maria
Ave María, gràtia plena, Dóminus tècum. Benedìcta tu in muliéribus, et benedìctus fructus vèntris tui, Jesus. Sancta María, mater Dei, ora pro nobis peccatóribus, nunc et in hora mortis nòstrae. Amen
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con Te. Tu sei benedetta tra le donne e benedetto è il frutto del Tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen

Stavamo parlando di San Pietro – disse – ricordate che venne crocefisso con la testa all’ingiù? Ho spesso pensato che la sua umiltà sia stata ricompensata dal fatto che, morendo, poté avere la meravigliosa visione della sua infanzia. Vide anche il paesaggio quale è veramente, con le stelle simili a fiori e le nubi come colline e tutti gli uomini sospesi alla mercè di Dio. (Il poeta e i pazzi – "Due fantastici amici")

Puoi impastare di nuovo il mondo intero,/ usare un lievito più dolce e farne una torta;/ eppure gli uomini continueranno ad essere tristi,/ se non fosse per una piccola porta che si apre nel cielo. (La ballata del cavallo bianco – Libro IV "La donna nella foresta")A te, Signore, offro la mia vita. Dio mio, in te confido. Che io non abbia ad arrossire di vergogna, né abbiano a deridermi i miei nemici, poiché tutti quelli che in te confidano, non saranno confusi.

Ad te levávi ánimam meam: Deus meus, in te confído, non erubéscam: neque irrídeant me inimíci mei: étenim univérsi, qui te exspéàant, non confundéntur. Ps. ibid., 4.

Gloria
Gloria Patri, et Fìlio, et Spìritui Sancto, sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen
Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo, come era nel principio, e ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen

Credo (Simbolo apostolico)
Credo in Deum Patrem omnipoténtem, Creatórem caeli et terrae, et in Jesum Christum, Fílium Eius únicum, Dóminum nostrum, qui concéptus est de Spíritu Sancto, natus ex Maria Virgine, passus sub Póntio Piláto, crucifíxus, mórtuus, et sepúltus; descéndit ad ínferos, tértia die resurréxit a mórtuis; ascéndit ad caelos, sedet ad déxteram Dei Patris omnipoténtis: inde ventúrus est iudicáre vivos et mórtuos. Credo in Spíritum Sanctum, sanctam Ecclésiam Cathólicam, Sanctorum communionem, remissionem peccatórum, carnis resurrectiónem, vitam aetérnam. Amen
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra e in Gesù Cristo, Suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente: di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa Cattolica, la comunione dei Santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen

[Il divino dizionario diceva che] la creazione apparteneva al Creatore, che l’aveva giudicata buona; la potenza di essa poteva essere lodata per sempre dagli angeli, e dai figli di Dio con inni di gioia. Se solo di tanto in tanto ci sorprendiamo nell’atto di gridare di gioia, è perché siamo figli di Dio solo in parte […]. Per dirla in breve: soffriamo le conseguenze della Caduta, cioè del Peccato Originale. (L’uomo comune – "Consultando l’Enciclopedia")

L’eresia è quella verità che trascura tutte le altre verità. (Perché sono cattolico – "Tommaso Moro")

La chiesa e le eresie hanno sempre combattuto per le parole, perché le parole sono la sola cosa che valga la pena di una lotta. (La sfera e la croce – "Il pacifista")

Salve Regina
Salve, Regína, mater misericórdiae, vita, dulcédo et spes nostra, salve. Ad te clamámus, èxules fìlii Evae, ad te suspirámus, geméntes et flentes in hac lacrimárum valle. Eia ergo, advocáta nostra, illos tuos misericórdes óculos ad nos convérte. Et Jesum, benedíctum fructum ventris tui, nobis post hoc exsilium osténde. O clemens, o pia, o dulcis Virgo Maria.
Salve, o Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra, salve. A Te ricorriamo, esuli figli di Eva, a Te sospiriamo, gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del seno Tuo. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.

Angelo di Dio
Angele Dei, qui custos es mei, me tibi commíssum pietáte supérna illúmina, custódi, rege et gubérna. Amen
Angelo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me, che Ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen

Con i colori di questa fede semplice,/ tutto brillava per lui, sole ed erbacce./ Lui guardò; ed ecco Nostra Signora,/ stava alta e passava sicura sull’erba/ come un cavaliere sul suo destriero./ Il suo volto era la parola piana/ del coraggioso che parla e decide,/ i colori vivi della sua veste/ erano più di una bella notizia. (La ballata del cavallo bianco – Libro I "La visione del Re")

Gli angeli possono volare in quanto sanno prendersi con leggerezza […]. È facile essere pesanti: difficile essere leggeri. Satana cadde a causa della gravità. (Ortodossia – "La rivoluzione eterna")

L’eterno riposo
Rèquiem aetèrnam dona eis, Dómine, et lux perpètua lùceat eis. Requiéscant in pace. Amen
L’eterno riposo dona loro, o Signore, e splenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace. Amen

E’ forse soltanto nel momento della morte che si scopre ciò che significa essere uomini. (L’uomo comune – "L’epitaffio di Pierpont Morgan")