Che tempo farà. Falsi allarmismi e menzogne sul clima

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\"\"Cascioli Riccardo; Gaspari Antonio, Che tempo farà. Falsi allarmismi e menzogne sul clima, Edizioni Piemme, Casale Monferrato 2008, pp. 224, Euro 12.50

In questo  libro controcorrente, un nuovo capitolo di critica sugli scenari apocalittici segnati dal “riscaldamento globale”
     Uno studio tedesco pubblicato nell’aprile 2008 sulla rivista internazionale Nature sostiene che il global warming (riscaldamento globale) presto diventerà global cooling (raffreddamento globale). In pratica grazie ad un nuovo e più preciso modello climatico, i ricercatori dell\’Istituto per le scienze marine di Amburgo sono giunti alla conclusione che nei prossimi 15 anni il processo di riscaldamento globale potrebbe arrestarsi per ricominciare più energicamente dal 2020.
     I giornalisti e saggisti Riccardo Cascioli, corrispondente di Avvenire e direttore dell’agenzia “Sviluppo e Popolazione” (Svipop) e Antonio Gaspari, redattore di Zenit. Agenzia internazionale di notizie e coordinatore scientifico del master di Scienze Ambientali dell’Università Europea di Roma, autori di Che tempo farà. Falsi allarmismi e menzogne sul clima,non credono ad allarmi come questi sui cambiamenti climatici. Già co-autorididue documentati volumi di denuncia intitolati  Le bugie degli ambientalisti 1 e 2, Cascioli e Gaspari  definiscono dunque il “catastrofismo ambientale privo di base scientifica” e viziato da “accenti eugenetici”, smascherandone alla sua base forti interessi economici da parte di associazioni ambientaliste e politiche.

     Ma quali sono i dati certi sul riscaldamento globale? Anzi, ci sono dati certi? I due giornalisti cattolici dimostrano come sul clima nessuno ad oggi possa vantare il diritto ad avere l’ultima parola. Lo fanno con una irriverente carrellata storica di false emergenze e previsioni sballate. Fine del XIX secolo: i media iniziano a interessarsi del clima. Il 24 febbraio 1895 il New York Times annuncia: “I geologi ritengono che il mondo stia per congelarsi di nuovo”. Una nuova era glaciale in arrivo? Pare proprio così. Nel 1912 il Los Angeles Times titola: “In arrivo la quinta era glaciale”. Nel sommario si legge: “La razza umana dovrà combattere contro il freddo per la sua esistenza”. Nel 1922 il New York Times riporta che l’improvvisa comparsa di un pinguino sulle coste settentrionali della Francia ha provocato “considerevole costernazione in tutto il Paese”. In realtà l’animale sarebbe scappato dalla nave di un esploratore antartico mentre attraversava il Canale della Manica. Nel 1923, il Chicago Tribune apre la prima pagina con una notizia clamorosa: il Canada sarà presto “spazzato via dai ghiacci dell’Artico”. 
   Avanti fino agli anni Trenta, quando la tendenza si inverte e dal freddo bestiale si passa al caldo disumano. Prima qualche voce isolata, poi la valanga, a partire dagli anni Cinquanta, fino alla uscita più recente, il Quarto Rapporto 2007 del “Comitato intergovernativo sul cambiamento climatico” (Intergovernmental Panel on Climate Change – IPCC),  l’organismo dell’ONU che si occupa dei cambiamenti climatici. Gli scienziati cambiano indirizzo: moriremo a causa del riscaldamento globale. I ghiacciai si scioglieranno, le città costiere saranno sommerse, i cicloni si moltiplicheranno, la temperatura salirà, i deserti avanzeranno. Peccato che ogni singola pagina del Rapporto sia stata successivamente contestata, perfino dagli esperti che hanno contribuitoa stenderlo! Alcuni dei quali hanno perfino denunciato pesanti forzature apparse nella sua redazione finale.
     Il libro di Cascioli e Gaspari si propone così di contribuire a fare chiarezza sui fenomeni climatici e meteorologici illustrando metodi, efficacia e limiti delle scienze del clima affinché sia possibile distinguere tra ideologie e ricerche dotate di fondamento.n Sostengono la tesi secondo cui le condizioni climatiche sono ben poco influenzate dalla produzione umana(“antropica”) di anidride carbonica (CO2)e persino gli scienziati sarebbero divisi sulla questione. “Tuttavia i sostenitori della teoria del riscaldamento globale continuano a urlare istericamente di ridurre la crescita demografica e i consumi, scegliendo forme di produzione meno efficienti e più costose, limitando lo sviluppo”. “L’aspetto più paradossale dell’intera vicenda è che si chiede alle persone di sacrificare sull’altare di Gaia (la \’dea\’ Terra) i propri figli e i propri consumi, pagando di più per produrre di meno”. I due giornalisti si riferiscono alla ratifica da parte dei governi del Protocollo di Kyoto (sottoscritto nel 1997 ed entrato in vigore nel 2005, trattato internazionale che prevede l’obbligo di ridurre le emissioni di gas serra), un’operazione speculativa mondiale che indebita tutti gli abitanti del pianeta Terra. “Nel momento in cui si accetta l’idea che la produzione antropica di CO2 è la causa del problema, ecco che ogni abitante del pianeta Terra, dovrà pagare perché emette CO2 quando respira e perchè consumando il necessario per vivere induce produzione di anidride carbonica”.  
     L\’applicazione di Kyoto porterebbe nel 2050 ad una riduzione delle temperature nell\’ordine di soli 0,06 gradi rispetto a quanto avverrebbe in assenza del trattato, a scapito di costi incalcolabili per le nostre economie. Che tempo farà cita anche uno studio dell\’Istituto Bruno Leoni che quantifica gli enormi costi economici a cui andrebbe incontro l\’Italia se sarà data integrale applicazione al Protocollo ambientale. E c’è un dato sorprendente e inquietante: i paesi che sforano nelle emissioni di anidride carbonica comprano dai paesi improduttivi i carbon credits (certificati verdi). Lo fa anche l’Italia dove le emissioni sono cresciute del 12% con uno sforamento di oltre 90 milioni di tonnellate: come tutti i Paesi che sono “fuori” dalle quote di Kyoto, anche il nostro è costretto ad andare al mercato delle emissioni per comprare “crediti” da quegli Stati virtuosi che utilizzano l’energia nucleare o, conducendo pochissima attività industriale, sono in grado di vendere i carbon credits. Nella realtà nulla cambia, perché non c’è effettiva riduzione della CO2 complessiva. Insomma sarebbe in atto un enorme sistema speculativo tenuto in piedi dalle bugie sul clima: “Al danno si aggiunge la beffa, perché i tanti denari spesi dagli italiani e dalle imprese incrementano l’austerità ed il costo dell’energia e dei trasporti, ma non cambiano nulla nella realtà”.  
    Il libro è corredato in appendice da interessanti documenti  appositamente tradotti in italiano, fra cui il testo integrale di una clamorosa lettera inviata nel 2005 dal prof. Chris Landsea, uno dei massimi esperti in uragani, ai suoi colleghi climatologi dell’ONU, per spiegare le ragioni delle sue dimissioni dall\’IPCC (in seguito alle gravi manipolazioni dei dati scientifici da lui elaborati) ed un articolo di Hendrik Tennekes, docente di ingegneria aeronautica all\’Università della Pennsylvania, negli Stati Uniti, scritto per denunciare l\’uso strumentale della scienza da parte dell\’IPCC.
   In conclusione, l’insegnamento del libro di Cascioli e Gaspari può essere così riassunto: il clima è un sistema talmente complesso e privo di linearità che esprimere previsioni affidabili è un compito assai arduo, ben al di là delle attuali capacità scientifiche. Ancor meno convincenti sono le attribuzioni frequenti negli scritti dei “catastrofismi-ambientalisti” di responsabilità all\’uomo rispetto ai veri (o presunti) “squassi climatici”.  Basti solo pensare che, per ironia della sorte, la prima “Giornata della Terra” del 22 aprile 1970 venne organizzata per marciare contro il global cooling (raffreddamento globale), quando oggi gli stessi propagandisti non fanno che prefigurare scenari apocalittici sul riscaldamento del nostro pianeta…
 
Sara Deodati